Il 18 aprile 1884 la Cassazione di Torino stabilì in via definitiva che «la donna non può esercitare l’avvocatura».
Quella decisione mise così la parola fine alla ambizioni di Lidia Poët, che nonostante gli sforzi per la laurea in giurisprudenza, la pratica forense e l’esame da avvocato, fu cancellata dall’albo dell’ordine degli avvocati di Torino.

Ma facciamo un passo indietro.
Era il 17 giugno 1881 quando la giovane Lidia Poët, davanti a un’immensa folla plaudente, si laurea in Legge all’Università di Torino. Ha ventisei anni, intelligenza e coraggio da vendere, ed è determinata ad arrivare dove nessun’altra era ancora mai riuscita: diventare avvocata.
Due anni dopo termina la pratica, sostiene brillantemente gli esami per l’iscrizione all’Albo, qualcuno nel Consiglio dell’Ordine storce il naso, ma la maggioranza la sostiene. Nell’agosto 1883, in una storica seduta del Consiglio, viene ammessa. Ce l’ha fatta, è lei la prima avvocata d’Italia.
Ma la conquista sarà effimera: il Procuratore del Re impugna l’iscrizione davanti alla Corte d’appello di Torino, che dichiara che le donne non possono esercitare l’avvocatura. Lidia si prepara al ricorso in Cassazione, mentre l’intero Regno attende col fiato sospeso la sentenza definitiva. Tutti i giornali, i giuristi, le femministe, i politici durante quei mesi non parlano d’altro: chi è a favore, chi è contro, chi precorre i tempi e chi rimane ancorato al passato.
Ma la sentenza della Cassazione non avrebbe potuto essere più stentorea. Lidia avrebbe dovuto attendere quasi altri 40 anni per potersi reiscrivere, quando finalmente nel 1919 la legge permise alle donne di esercitare l’avvocatura.
A questa storia abbiamo dedicato molti anni di studi, raccogliendo fonti, articoli e notizie che spesso abbiamo pubblicato sul nostro sito (qui, qui, qui).
Negli ultimi mesi ci siamo dedicati anima e corpo per approfondire le nostre ricerche. Ci siamo appassionati alle storie di tutti i personaggi che ebbero un ruolo in quella vicenda, al panorama dell’Italia di quegli anni e al dibattito pubblico che si era scatenato sulla questione femminile.
Ne è emersa una polifonia di voci, l’affresco di un’epoca fervida e contraddittoria e, soprattutto, il ritratto di una donna straordinaria, che con la sua tenacia e il suo ingegno ha dischiuso la strada a tutte le colleghe del futuro.
È nato così il nostro libro su Lidia Poët, corredato da documenti storici per la prima volta presentati al pubblico tutti insieme, come la tesi di laurea di Lidia e tutti gli atti dei giudizi.
Completano il libro la prefazione di Simona Grabbi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, e un saggio finale di Clara Bounous, la prima storica ad aver dato avvio alle ricerche sulla figura di Lidia Poët.
“Lidia Poët. La prima avvocata” di Ilaria Iannuzzi e Pasquale Tammaro uscirà il 17 maggio, ma potete già preordinarlo sul sito de Le Lucerne.
Non perdetevelo!

Titolo: Lidia Poët. La prima avvocata
Autori: Ilaria Iannuzzi, Pasquale Tammaro
Collana: Massime dal Passato
Data di uscita: 17 maggio 2022
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