20 Aprile 1924 – Muore Pasquale Del Giudice
Pasquale Del Giudice fu giurista, accademico, senatore e rettore italiano.
Già arruolatosi in gioventù come volontario della compagine garibaldina combattendo contro i Borbone, una volta congedatosi, si avvicinò alla giurisprudenza studiando presso l’Università di Napoli, appassionandosi sin da subito all’indagine filosofica del diritto e ai punti di intersezione tra le varie branche dell’ordinamento. Divenuto docente, dapprima a Napoli e poi a Pavia, rafforzò i suoi interessi per la riflessione filosofica orientandosi verso la ricerca storiografica. Divenne quindi Preside della facoltà di giurisprudenza di Pavia e Rettore.
Profuse il suo impegno anche direttamente in Parlamento. Infatti, Del Giudice fu nominato per i suoi meriti Senatore del Regno, occupandosi quindi prevalentemente di questioni legate all’educazione e all’ampliamento dell’istruzione elementare nel Mezzogiorno. Convogliò negli anni ’10 del Novecento la sua spiccata vocazione per l’insegnamento e per lo studio in un progetto compilativo (dal titolo Storia del Diritto Italiano) di ricostruzione della storia e dell’evoluzione del diritto italiano, articolata sulla disamina dell’ordinamento sin dalla caduta dell’Impero d’Occidente, con l’intenzione di categorizzare l’analisi sulla base delle fonti giuridiche e delle discipline. L’opera fu inizialmente pubblicata a Milano e rappresentò un contributo squisitamente innovativo alla ricognizione di un periodo spesso poco considerato dagli studiosi.
Nel corso della sua carriera accademica Del Giudice utilizzò le sue competenze filosofiche per condurre un’indagine storica fortemente coordinata e attenta a sviscerare le concatenazioni logiche tra i “nessi e i principi generali” dell’ordinamento nel suo complesso. A suo dire, l’analisi generale e sistematica delle fondamenta su cui posa il diritto positivo nel suo complesso rappresentava un presupposto imprescindibile per la conoscenza di ciascuna disciplina giuridica. Condusse indagini molto minuziose e accurate, rielaborando le ricostruzioni storiche in contributi funzionali a interpretare realtà giuridica a lui coeva. Tra i suoi campi di ricerca si ricomprende certamente il diritto intermedio, ossia quello medioevale e moderno collocabile tra l’epoca romana e quella contemporanea, il diritto longobardo, quello germanico, la storia giuridica lombarda e le analisi storiografiche dell’evoluzione del diritto pubblico.