Contumace, s.m., s.f. e agg.
Il senato, udita la confessione del reo e la ratificazione da lui volontariamente fatta, giudicò che egli si rimenasse a Grassa e quivi fosse come meritava decapitato e poi messo in quattro parti su le publiche forche per ésca ai corbi; il che severamente fu essequito. Fecero poi i senatori per sergenti publici citar madama di Cabrio, e datole conveniente termine a comparire, veggendo quella esser fuggita e non voler ubidire, quella come contumace, gridando contra i contumaci tutte le ragioni, condannoro che devesse giustiziarsi, sempre che venisse in poter de la giustizia, de la maniera che il suo adultero era stato punito. Ora non comparendo, la fecero in figura, come in questo regno si costuma, squartare, tagliatole prima la testa; e cosí in Grassa su la piazza in una tavoletta si vede dipinta.
Così narrava Matteo Bandello alla Madamigella di Vaulz, Anna de la Vigueria,nella sua novella dedicata alla travagliata storia di una donna di Cabrio e del suo sventurato e illegale amore extraconiugale.
La scena è chiara: una citazione a processo, l’imputata in fuga, la mancata costituzione e la contumacia, con la conseguente condanna. Non vi diremo come andò a finire, ma ci soffermeremo sul dettaglio dell’usanza tipica ancora nel primo Rinascimento, di fare figure, fantocci, degli imputati in contumacia, e di massacrarli esponendoli in pubblica piazza, come monito di ciò che accade a coloro che non obbediscono a Madonna Giustizia. Per la bancarotta avevamo parlato della “Pittura d’infamia”: la contumacia rientra a pieno titolo nella lista dei reati oggetti di condanna anche tramite questi espedienti, tesi ad umiliare pubblicamente l’imputato.
Ogni buon giurista sa bene in cosa consista la contumacia: l’assenza di una parte ritualmente convenuta in giudizio, scelta fatta su base volontaria prendendo atto del proprio diritto a non comparire.
Ma quali sono le sue origini etimologiche? Tenetevi forte perché vi saranno rivelate verità che mai vi sareste aspettati.
Contumace deriva dal Latino CONTUMAX, “arrogante, ostinato”. Il termine è composto dalla particella enfatizzante COM-, e un derivato del verbo TUMERE, “gonfiare”, quindi metaforicamente richiamando quel “gonfiarsi d’orgoglio e boria” di comune accezione.
Un perfetto nomen omen. Ma vi dirò di più: la radice Proto Indo Europea di TUMERE è *teue, “gonfiare”, ed è alla base di due termini che conosciamo molto bene: burro e tartufo. Prendiamo tartufo, ad esempio, che deriva da *tubh-, alla base di tubero, significante quindi qualcosa atto a gonfiarsi. Tra contumacia e tartufo quindi, la distanza è un soffio. Ma torniamo al nostro termine.
Già in uso nel diritto romano con il significato sopra discusso, venne ripreso via via fino allo Statuto Albertino e rimasto in uso sino ai nostri giorni.
La sua storia linguistica nel volgare italico invece, inizia nel 1268 con Andrea da Grosseto e il suo volgarizzamento dei Trattati morali di Albertano da Brescia, dove leggiamo:
(…) Però che dice Salamone: chi nutrica da picolo il servo suo dilicatamente, sentirallo poscia contumace non solamente ma vile, sì che non potrà sofferire neuna fatigha.
Da notare l’uso quale aggettivo spregiativo, designante atteggiamento di disobbedienza e arroganza. Questo significato “alternativo” rimane parallelo a quello giuridico, riprendendo letteralmente la radice etimologica latina della parola.
Alla luce di queste rivelazioni, potrete quindi scegliere di dare del contumace o del tartufo a qualcuno di particolarmente arrogante: l’etimologia è dalla vostra parte.
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Bibliografia
Contumace, in in Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana
Contumace, Contumacia, in GDLI, UTET
Contumace, Contumacia, in TLIO (Tesoro della Lingua Italiana delle Origini)
Contumacia, (a c. di) Bortolotto, Guido – Cristofolini, Giovanni, in Enciclopedia Italiana, Treccani, 1931
Bandello, Matteo, Novelle, Collana Biblioteca grassa d’autori celebri, Società Editrice A. Lombardi, Milano, 1909
Dei Trattati morali di Albertano da Brescia volgarizzamento inedito del 1268, a cura di Francesco Selmi, Commissione per i testi di lingua, Bologna, Romagnoli, 1873
Delle Donne, Clarice, Tra neutralità e concludenza. La contumacia nel processo civile, Biblioteca di diritto processuale civile, Giappichelli, 2019
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