Esce oggi il nuovo libro edito dalla nostra casa editrice Le Lucerne. Si intitola “Il condominio sul mare (ovvero di come nasce una dittatura)” ed è un racconto dai tratti surreali delle vicende di vita condominiale in un palazzo dove vige il regime di controllo di un singolo condomino. L’autrice, Resede Ferioli, è un notaio in pensione che, raccontando con umorismo episodi tragicomici, vendette e assalti in punta di diritto, riflette su come in una comunità libera, governata da leggi giuste, possa insinuarsi ancora oggi il germe della dittatura.
Vi diamo qui un assaggio del libro presentandovi il primo capitolo.
Cap. 1: Acquisto al buio
Ho sempre desiderato abitare in un luogo con vista indisturbata sul mare. Da tempo la mia famiglia soggiornava nel periodo estivo al lido di Bosco Alto, dove ero abituata a fare escursioni in bicicletta.
Oltre la strada statale, addentrandomi nella valle, trovavo delle saline abbandonate e, ancora più avanti, vere e proprie oasi naturalistiche nelle quali correvano con la criniera al vento piccole mandrie di cavalli allo stato brado. Occorreva
muoversi in silenzio per non disturbare la nidificazione dei gabbiani.
Capitava di scambiare uno sguardo di intesa con una poiana o con un gheppio in vigile appostamento in cima a un albero isolato e quasi spoglio.
Di solito non vi trovavo mai nessuno perché tutti preferivano la spiaggia affollatissima e rumorosissima.
Solo una mattina, vent’anni fa, nei pressi di un ponte Bailey mai smontato dopo la guerra, vi trovai due vigili urbani, forse stanchi delle colazioni offerte tutti i giorni dai gestori dei bar del paese. Mi fermarono e mi chiesero dove stessi
andando e perché.
Messi al corrente delle mie intenzioni, con inopportuno spirito di protezione, mi rispedirono immediatamente verso la statale, vietandomi da quel momento in avanti di tornare a girovagare per la valle in bicicletta e da sola, “stante la mia età”.
Mi illustrarono poi a tinte fosche tutto quanto mi poteva succedere senza alcuna possibilità di esser soccorsa, ma io dal giorno dopo ricominciai a girovagare nei miei luoghi preferiti.
In una estate da ricordare, la mia più cara amica veniva spesso da me a pranzo al lido di Bosco Alto e continuava a decantarmi l’attico che lì aveva preso in affitto nel condominio “Il Fenicottero”. Mi descriveva le spettacolari vedute
e le feste che vi organizzava con tutti i suoi amici e parenti.
Non mi invitò mai.
Un giorno mi disse che sua madre, che aveva intenzione di acquistare l’attico per sé, teneva sulla corda la proprietaria per ribassare il prezzo richiesto.
Mi venne l’idea di fare un sadico scherzetto.
Avendo già deciso di andare ad abitare definitivamente al mare dopo l’ormai prossimo pensionamento, incaricai un avvocato mio amico di contattare la proprietaria e di trattare l’acquisto del suddetto attico lasciandogli mano libera sul
prezzo.
La proprietaria e la madre della mia amica, essendo persone molto scaltre nelle contrattazioni, si convinsero, ognuna per conto suo, che l’ingresso di una terza persona nella trattativa fosse soltanto una finta della parte avversa per influire sul prezzo da concordare, cosa di cui si accusarono a vicenda.
Nel frattempo il mio amico riuscì a sottoscrivere il preliminare per conto di persona da nominare e soltanto il giorno della stipula mi palesai io.
Mentre il notaio leggeva l’atto, realizzai all’improvviso che la frase di stile che stavo sottoscrivendo, “nello stato di fatto e di diritto in cui l’immobile attualmente si trova, ben noto alla parte acquirente”, praticamente uguale a quella che per tanti anni avevo scritto e letto ai miei clienti invitandoli a verificare che corrispondesse a verità, era totalmente falsa e mi avrebbe impedito in un momento successivo di lamentarmi di qualsiasi difetto palese, e finanche disastroso, dell’appartamento.
Ma la voglia di andare ad abitare in un luogo vista mare era tale che decisi di accettare qualsiasi rischio, confermando il detto che in casa del calzolaio si portano solo scarpe rotte.
Divenni così proprietaria di un appartamento che era bellissimo solo per sentito dire, ma che non avevo mai visto.
Quando finalmente, dopo la stipula, ebbi la possibilità di entrarci, mi accorsi di aver acquistato una specie di tugurio, in buona parte buio, con stanze piccole e tanti muri.
La bellezza dell’appartamento stava soltanto fuori dalle finestre. E l’acquisto che ritenevo garibaldino e machiavellico si era risolto in realtà in una grande beffa.
Poiché comunque quello che stava fuori mi piaceva molto, mi accinsi di buona volontà all’opera di demolizione muri e di rifacimento di tutto quanto stava dentro.
Fuori, nelle mattinate limpide e fredde, si potevano vedere in lontananza, ben oltre la ciminiera di Porto Tolle, le Alpi con la neve tinta di rosa dal sole nascente e, più vicino, la tipica forma a pan di zucchero di Monselice, più avanti la dorsale appenninica con il monte Cimone e il Corno alle Scale. Molto più a sud c’era il monte Titano di San Marino e, ancora più avanti, talvolta la sagoma dei monti oltre Cattolica.
Di prima mattina mi sorvolavano, partendo dalle foci del Reno, stormi di fenicotteri, snelli ed eleganti piumini rosa che si dirigevano per nutrirsi verso le zone più salate della valle. Era da qui che veniva il nome evocativo del mio nuovo condominio.
Il condominio sul mare (ovvero di come nasce una dittatura)
di Resede Ferioli
edito da Le Lucerne
Chi, dopo una lunga e intensa vita di lavoro, non vorrebbe abbandonare il trambusto cittadino e godersi una pensione all’insegna della pace? È esattamente il progetto della protagonista di questa storia, un notaio che un giorno decide di acquistare a scatola chiusa un attico in un condominio con vista mare. Quello che non immagina è che ben presto si troverà a fare i conti con l’infido vicino del piano terra, l’unico che risiede nel condominio per tutto l’anno. Il suo nome è Bondi, Gianni Bondi. Con la scusa di fare piccoli favori e sobbarcarsi tutti gli oneri burocratici, negli anni il Bondi ha costruito un sistema di fiducia, riverenza e controllo, fino ad asservire il condominio e trattarlo come cosa propria. Inizia così la lotta disperata della protagonista contro l’ingiustizia, le vendette e gli abusi giuridici del Bondi. Tra episodi tragicomici di vita condominiale e assalti in punta di diritto, l’autrice riflette su come in una comunità libera governata da leggi giuste possa insinuarsi il germe della dittatura.
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