Film, programmi tv, serie su avvocati, diritto, processi e giustizia rappresentano oggi una parte non certo irrilevante dell’offerta mediatica. Ma quali sono le origini di questo genere così prolifico? Abbiamo provato a ricostruirlo scavando nell’archeologia cinematografica.
Era il 1895 quando i fratelli Auguste e Louis Lumière presentarono per la prima volta a un pubblico pagante un brevetto di loro invenzione: il cinématographe. Si tratta di uno strumento che riesce a dare l’illusione del movimento mettendo in rapida successione diverse fotografie ed è il punto di partenza del cinema come lo conosciamo oggi.
Non è la prima invenzione di questo tipo, infatti già nel 1888 Thomas Edison ne aveva brevettato uno simile, il kinetoscopio, che tuttavia non prevedeva la funzione di proiezione come invece lo strumento dei fratelli Lumière.
Il risultato ottenuto dai fratelli francesi deve molto allo sviluppo del settore nell’ultimo periodo del XIX secolo: è del 1885 la prima pellicola cinematografica (invenzione di George Eastman) e del 1887 il primo cortometraggio, di soli tre secondi, intitolato “Man walking around a corner” a opera di Louis Aimé Augustin Le Prince.
Per dare un esempio del tipo di scene che venivano registrate e proiettate in questa prima fase non possiamo non ricordare il famosissimo “L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat”: cortometraggio di soli 45 secondi che è stato clamorosamente in grado di spaventare l’intera platea, giunta ignara di cosa fosse un cinematografo, poiché dava l’illusione che il mezzo stesse per piombare sul pubblico.
Il mercato cinematografico si liberalizza solo a partire dal 1900, quando i fratelli ne cedono i diritti di sfruttamento a Charles Paté, figura di spicco del panorama poiché a tutti gli effetti rappresenta il primo grande produttore cinematografico della storia.
Ma veniamo a noi: quando hanno iniziato a comparire su pellicola le prime vicende giudiziarie?
Oggi come allora la giustizia costituisce un tema cruciale per la società, pur essendosi modificati i rapporti tra le parti e gli argomenti trattati: per questo motivo non dobbiamo aspettare molto prima di imbatterci nei primi esempi di “legal movies”.
Il primo cortometraggio: The Sleeping Sentinel
Per trovare il primo cortometraggio di questo genere dobbiamo spostarci nel 1914, quando viene proiettato The Sleeping Sentinel.
Il cinema era ancora ai primi vagiti, e ci troviamo perciò di fronte a un corto muto in bianco e nero di cui purtroppo non abbiamo neanche nome del regista, omesso anche nei titoli di coda.
Conosciamo però la trama: si basa sulla storia vera di William Scott, una sentinella del terzo reggimento di fanteria del Vermont che nel 1861 si addormenta durante il servizio. Processato dalla corte marziale viene condannato a morte per fucilazione, ma della vicenda ne viene a conoscenza il presidente Abraham Lincoln che decide di perdonarlo. Scott, che nel frattempo è rimasto all’oscuro di questa intercessione, riceve la notizia mentre si trova già di fronte al plotone d’esecuzione e viene graziato. Rientrerà poi in servizio venendo tuttavia ucciso l’anno seguente nella battaglia di Lee’s Mills. Dalla vicenda ne era stato tratto un poema in prosa nel 1863, a opera di Francis De Haes Janvier, che costituirà la fonte per l’adattamento cinematografico.
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La produzione si discosta dalla realtà, attenendosi invece al racconto di Janvier: qui Lincoln rappresenta un vero esempio di Divina Provvidenza, che entra sorprendentemente in scena poco prima della fucilazione fermando i soldati sul punto di premere il grilletto:
“Then suddenly was heard the noise of steeds and
The Sleeping Sentinel
wheels approach –
And, rolling through a cloud of dust, appeared a
stately coach.
On, past the guards, and through the field, its
rapid course was bent.
Till, halting, ‘mid the lines was seen the nation’s
President!
La pellicola ha una durata di 300 metri, all’incirca 10 minuti, tempo sufficiente a rappresentare soltanto la scena della condanna mentre il processo antecedente viene lasciato all’immaginazione.
Il primo tribunale
Dove sono allora i primi avvocati? E i primi tribunali?
Per trovarne un esempio dobbiamo spostarci nel 1924, con la proiezione di The Woman on the Jury. Non si tratta più di un corto ma di un vero e proprio film di 70 minuti diretto dal registra Harry Hoyt.
La pellicola affronta la storia di un noto filantropo, George Montgomery, che viene ritrovato assassinato: le prime accuse cadono sulla sua giovane fiamma, Grace, immediatamente messa a processo. Della giuria giudicante fanno parte i coniugi Betty Brown (unica donna presente, e da qui il titolo) e Fred Masters, che seguono con attenzione il caso. Grace affronta il processo incapace di svincolarsi dalle accuse e quindi prossima alla condanna. Tuttavia, nel momento in cui tutto sembra perduto, la signora Brown si espone andando contro il resto della giuria e raccontando della propria personale relazione con il signor Montgomery: rivelando di esserne stata innamorata e di aver provato lei stessa a ucciderlo, prova l’innocenza della giovane.
La vicenda si basa su un’opera di Broadway, omonima, che verrà utilizzata anche per la ripresa di un altro film nel 1929 con il nome di The Love Racket, in cui troviamo la sostanziale differenza del passaggio dal cinema muto a quello sonoro. Entrambe le pellicole sono tuttavia andate perdute.
Il passaggio al sonoro
Il passaggio al sonoro segna una prima grande tappa nell’evoluzione della storia del cinema, sancita con il primo film nel 1927, Il cantante di Jazz, e affermatosi poi definitivamente a partire dal 1930. Il cinema giudiziario si colloca al centro di questo processo: sono diversi, infatti, i titoli che ritroviamo a cavallo di questo cambiamento.
Nel 1928 esce On Trial, che racconta la storia di un uomo messo a processo per l’omicidio del suo migliore amico. Peculiarità della pellicola è che ne sono state pubblicate due versioni: una sonora, nel novembre di quell’anno, e una muta, nel dicembre. La storia, inoltre, era già stata pubblicata come film in versione muta nel 1917, sempre con lo stesso nome, ed è stata poi ripresa nel 1939, questa volta esclusivamente in sonoro.
A partire dagli anni immediatamente successivi il cambiamento, tuttavia, diviene definitivo e troviamo così diversi titoli completamente parlati, come The Letter, For the Defense, An American Tragedy e State’s Attorney.
Tutte queste pellicole sono rigorosamente in bianco e nero, poiché la tecnica del colore non era stata ancora perfezionata.
Giustizia a colori
Per arrivare finalmente a un legal movie a colori bisogna attendere almeno gli anni Sessanta, ma è soprattutto negli anni Settanta che l’avvento massivo della televisione dà la giusta spinta alla grande produzione. Un esempio è A Death of Innocence, film di grande successo prodotto nel 1971 per la tv che racconta la storia di una madre costretta ad assistere sua figlia a processo per omicidio.
Dei film che fortunatamente sono giunti fino a noi, molti sono ormai liberi da vincoli di copyright e quindi liberamente reperibili su piattaforme come YouTube; altri, invece, sono raccolti da Prime Video, che ha un catalogo ben fornito di film di quegli anni.
Un consiglio? Imputato, alzatevi! per assaporare quello che è considerato il primo vero film comico italiano ma rigorosamente in un’aula di tribunale.
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Sitografia
- The Sleeping Sentinel, in “American Literature”, https://americanliterature.com/author/francis-de-haes-janvier/poem/the-sleeping-sentinel