Il primo documento riguarda il tema del “proibizionismo”, argomento sempre di stretta attualità, se solo si pensa ai dibattiti degli ultimi anni sull’opposto tema della “liberalizzazione”.
Ebbene, cent’anni fa le preoccupazioni sembrano essere opposte, e addirittura vi era chi paventava la proibizione dell’alcol proprio come sarebbe avvenuto negli Stati Uniti qualche anno più tardi.
Questa “massima dal passato” è in realtà una breve recensione di un libro del 1909 in cui si chiedeva l’intervento del legislatore per arginare i danni dall’abuso del vino e dei liquori “veri veleni che minano lentamente l’organismo fino al suo disfacimento, che indeboliscono la razza sino alla sua estinzione“.
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L’alcolismo è un pericolo per l’Italia ? – Edito per cura dell’Ufficio del Lavoro dell’Umanitaria – Milano, 1909
La Lega antialcoolista italiana ed in ispecie la sezione milanese continuano con opportune pubblicazioni e conferenze la propaganda contro l’uso dell’alcool nelle sue varie forme, avendo di mira di ottenere la vittoria sull’abuso del vino e dei liquori, veri veleni che minano lentamente l’organismo fino al suo disfacimento, che indeboliscono la razza sino alla sua estinzione.
I prospetti statistici, gli studi, le relazioni raccolte nel volumetto sono di una eloquenza impressionante e suggestiva, perché attraverso le cifre circoscritto e limitato dalle constatazioni degli studiosi il fenomeno della intossicazione alcoolica si mostra in tutta la sua gravità tale da richiamare su di esso l’attenzione del sociologo, da richiedere l’intervento del legislatore. Non sono cose nuove o nuovi fatti che si apprendono leggendo l’opera in esame, ma si è colpiti dal diffondersi dell’alcoolismo o vinismo, come da alcuni per la nostra Italia si vuole chiamare, si pensa con terrore alla gravità delle conseguenze inevitabili e fatali che il fenomeno porta con sé, si sente la necessità di un energico pronto intervento superiore.
L’alcool diminuisce le attività fisiche, indebolisce l’organismo, priva di forze il lavoratore il quale quando lavora produce e guadagna meno, attutisce il senso morale, conduce alla delinquenza e alla pazzia.
Questa la sintesi del libro che lascia al lettore la risposta al titolo: si tratta di qualche esagerazione, ma l’esagerazione è santa quando vuol perseguire uno scopo nobile ed educativo come quello propostosi dalla Lega antiaalcolista, è necessaria come tattica, quando ci si deve rivolgere a classi, povere o ricche non conta, ma d’una intellettualità non molto aperta ed evoluta. E’ per questo, che senza discutere il problema al quale, come diceva Augusto Murri, non si può forse rispondere con un sì o con un no recisamente, auguriamo al libretto larga diffusione e ottimo successo.
Avv. Mario Rèbora
(Monitore dei Tribunali, 1909, 980)