A inizio ‘900 a Istanbul (o “Stambul”, come riporta la Rivista penale del 1938, su cui abbiamo rinvenuto questa storia) viveva e lavorava un nano di nome Simon.
Simon vedeva cartelle della lotteria ed era molto famoso in città perché si diceva che le sue cartelle fossero particolarmente benedette dalla sorte.
Nei giorni di fine dicembre del 1937, Simon era occupatissimo per la lotteria di Capodanno. Siccome gli affari andavano a gonfie vele e gli incassi erano cospicui, per prudenza pensò di munirsi di una rivoltella: “la sua miseria fisica abbisognava bene del sostegno, eventuale, di una forza meccanica di natura guerriera“.
Una delle sere seguenti Simon, rientrando alla sua abitazione, vide sulla porta di casa un omaccione alto e robusto. “Senza dubbio, si dice egli, costui mi aspetta per derubarmi!”. Preoccupato, gli domandò cosa volesse e non ottenendo pronta risposta pose mano all’arma. Esplose un colpo. Lo sconosciuto raggiunto alla gola dal proiettile lanciò un grido e stramazzò al suolo. La detonazione fece accorre un capannello di persone, fra cui anche due agenti di polizia, i quali riconobbero nel ferito un collega: “la polizia turca si era preoccupata di tutelare con un proprio forzuto campione il nano e i suoi interessi!”.
Simon a questa rivelazione poco mancò che svenisse.
Nel frattempo il ferito era stato portato all’ospedale dove i medici di servizio constatarono che, fortunatamente, col loro intervento la lesione poteva sanarsi in pochi giorni. In seguito al referto, Simon venne rimesso in libertà e denunciato a piede libero.
Appena uscito dal commissariato, il suo primo pensiero fu di recarsi di tutta fretta all’ospedale a visitare l’agente contro cui aveva sparato. Arrampicatosi sul suo letto, abbracciò e baciò il ferito, esclamando, in preda alla più viva commozione, “L’abbiamo scappata bella tutti e due! Tu hai avuto l’impressione di morire e sei ancora vivo, io ho avuto la paura di essere diventato un assassino e invece… sono stato lasciato a piede libero e ti rivedo vivo. Perdona il mio errore. Domani ti porterò in regalo la cartella che vincerà indubbiamente la lotteria di Capodanno“.
Alla data di uscita della Rivista penale del 1938 che riporta la storia di Simon ancora non si conosceva l’esito della lotteria, “se però la sorte della cartella suddetta fosse conforme all’assicurazione del nano, il danno si potrebbe considerare risarcito“.
Quanto invece alla pericolosità criminale di Simon, la discussione se definirla minima o nulla potrebbe essere interessante ma… in Turchia vigeva dal 1926 una copia del Codice Zanardelli, dove nulla si trova che assomigli all’art. 133 del nostro attuale codice penale.
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