Dopo la conquista normanna d’Inghilterra i tribunali inglesi iniziarono a parlare la lingua dei conquistatori. Ancora oggi molti termini ed espressioni normanni continuano a essere usati da giudici e avvocati nelle giurisdizioni di common law.
Con la conquista d’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore (non a caso, prima era noto come “Guglielmo il Bastardo”) nel 1066, i tribunali reali iniziarono a parlare normanno. Il suo uso continuò per parecchi secoli nei tribunali di Inghilterra, Galles e Irlanda (la Scozia ha sempre avuto un suo regime giuridico a parte di Civil Law). Per quanto il Law French (Normanno: Louai Français; Inglese Medievale: Lawe Frensch) come lingua per la comunicazione giuridica sia obsoleta, molti suoi termini specifici continuano a essere usati dagli avvocati e dai giudici nelle giurisdizioni di common law.
I primi due documenti conosciuti in cui il francese (cioè l’anglo-normanno) è usato per trattare di diritto inglese risalgono al terzo quarto del XIII secolo. Il primo è The Provisions of Oxford (1258), che consiste nel testo dei giuramenti prestati dai 24 magnati nominati per rettificare gli abusi nell’amministrazione di re Enrico III, insieme ai riassunti delle loro sentenze. Il secondo è Il Casus Placitorum (c. 1250 – c. 1270), una raccolta di massime giuridiche, regole e brevi narrazioni di casi.
Fino all’inizio del XIV secolo, il Law French coincideva in gran parte con il francese usato come lingua quotidiana dalla nobiltà normanna. Come tale, esso rifletteva alcuni dei cambiamenti subiti dai dialetti settentrionali del francese continentale durante il periodo. Così, nei documenti menzionati sopra, «del re» (of the king) è reso come del rey, mentre verso il 1330 era diventato du roi (come nel francese moderno) o du roy. Durante quel secolo, tuttavia, il francese vernacolare subì un rapido declino; la Legge sulle perorazioni in inglese del 1362 (Pleading in English Act 1362) riconobbe questo cambiamento ordinando che da allora in poi i procedimenti in tribunale si svolgessero in inglese, il che diede origine all’inglese giuridico. Anche se comunque fino al Proceedings in Courts of Justice Act 1730 i processi verbali e le sentenze dovettero essere prodotti in latino o in Law French.
Dal Pleading in English Act, il Law French perse la maggior parte del suo status di lingua parlata. Rimase in uso per i readings (letture pubbliche) e i moots (dibattiti accademici), tenuti nelle Inns of court (sorta di ordini degli avvocati) come parte dell’educazione dei giuristi, ma essenzialmente divenne rapidamente solo una lingua scritta; smise di acquisire nuove parole e la sua grammatica degenerò.
Nel 1628, sir Edward Coke riconosceva nella sua prefazione alla Prima parte degli istituti della legge d’Inghilterra (First Part of the Institutes of the Law of England) che il Law French aveva quasi smesso di essere una lingua parlata. Fu usato ancora per i reports sulle cause e i libri di testo giuridici fino quasi alla fine del secolo, ma in una forma anglicizzata. Un esempio frequentemente citato di questo cambiamento viene da una delle note a margine scritte dal Presidente della Corte dei Common Pleas sir George Treby in un’edizione annotata dei Reports di Dyer (Dyer’s Reports), pubblicati nel 1688:
«Richardson, Chief Justice de Common Banc aux assizes de Salisbury in Summer 1631 fuit assaulted per prisoner là condemné pour felony, que puis son condemnation jeta un brickbat au dit justice, que narrowly missed, et pour cela immediately fuit indictment drawn per Noy envers le prisoner et son dexter manus amputée et fixée au gibbet, sur que lui-même immédiatement hangé in presence de Court.»
Italiano: «Richardson, Presidente della Corte dei Common Pleas presso le Assise di Salisbury nell’estate 1631 fu aggredito da un prigioniero ivi condannato per fellonia, che, in seguito alla sua condanna, scagliò un pezzo di mattone al suddetto giudice che lo mancò di misura, e per questo, un’incriminazione fu immediatamente emessa da Noy contro il prigioniero e la sua mano destra fu tagliata e legata alla forca, alla quale egli stesso fu immediatamente impiccato alla presenza della Corte.»
I termini franco-normanni che sopravvivono ancora oggi
Assizes ➞ antico francese: assise «seduta»;
Assise (assemblea giudiziale) tenute in luoghi diversi in tutta una provincia o regione.
Attorney ➞ antico francese: atorné «nominato»;
attorney-at-law «avvocato»; attorney-in-fact «mandatario o rappresentante».
Autrefois acquit o autrefois convict ➞ previamente assolto o condannato;
difese perentorie contro il doppio giudizio; corrisponde al principio del ne bis in idem.
Bailiff ➞ anglonormanno: baillis, baillif «balivo; amministratore della tenuta», da bail «custodia, carica, ufficio»;
1. Court bailiff: usciere di tribunale, commesso di tribunale: qualsiasi persona alla quale è affidata autorità, custodia o giurisdizione il cui principale dovere è mantenere l’ordine nell’aula di tribunale.
2. Bound bailiff o bum-bailiff: persona impiegata dallo sceriffo per notificare mandati, eseguire ordini del tribunale, e riscuotere debiti e, in alcune regioni, fare arresti. In alcune giurisdizioni di common law, il bailiff è allocato come apprendista dello sceriffo con cauzioni per la corretta esecuzione dell’ufficio.
Cestui que trust, cestui que use ➞ forma abbreviata di cestui a que use le feoffment fuit fait, «colui per la cui utilità fu fatto l’infeudazione», e di cestui a que use le trust est créé, «colui per il quale fu creato il trust»;
talora abbreviato in cestui, il beneficiario di un trust.
Chattel ➞ antico francese: chatel «beni mobili, bestiame» (dal latino medievale capitāle);
beni mobili personali.
Chose ➞ cosa (dal latino causa);
cosa, solitamente come nelle locuzioni: chose in action «beni immateriali» e chose in possession «beni materiali (o corporali)».
Culprit ➞ originariamente cul. prist, abbreviazione di Culpable: prest (d’averrer nostre bille), che significa «colpevole, pronti (ad affermare il nostro atto di accusa)», parole usate dal procuratore nell’aprire un processo;
imputato.
Cy-pres ➞ antico francese: si pres «così vicino»;
il potere di un tribunale di trasferire il patrimonio di un trust carititativo a un altro quando il primo non possa più esistere o essere in grado di operare.
Defendant ➞ francese: défendant «difendente»;
convenuto.
En ventre sa mère ➞ nel grembo di sua madre;
nascituro.
Escheat ➞ anglonormanno: eschete, escheoite «cadere»;
devoluzione di eredità nonclamata a favore di un signore feudale o dello Stato (oggi solo di quest’ultimo).
Estoppel ➞ anglonormanno: estoup(p)ail «tappo, turacciolo»;
istituto di common law secondo il quale a una parte in causa viene vietato dalla Corte di ottenere vantaggio da dichiarazioni contraddittorie che abbiano creato aspettative verso altri soggetti. Un esempio è il caso di un creditore che comunica a un suo debitore l’estinzione di un debito, salvo poi esigerlo successivamente. In base a questo istituto, il debitore può negare il pagamento del debito in base alle aspettative create dalla prima dichiarazione del creditore.
Estovers ➞ anglonormanno: estover «essere necessario; necessità»;
il diritto agli alimenti che una persona può ricavare su un patrimonio.
Feme covert e feme sole ➞ lett. «donna coperta» e «donna sola»;
donna soggetta alla potestà maritale e donna sola; la potestà maritale del common law si chiama coverture, lett. «copertura».
Force majeure ➞ forza maggiore;
clausola nei contratti che sostanzialmente libera entrambe le parti dalla responsabilità o dall’obbligo in presenza di un evento o una circostanza straordinaria al di fuori del controllo delle parti, come una guerra, uno sciopero, una sommossa, un crimine, un’epidemia o cambiamenti legali improvvisi che impedisce a una o entrambe le parti di adempiere ai propri obblighi sotto contratto. Esplicitamente escluso è qualsiasi evento descritto, dalla common law, come un Atto di Dio, che riguarda i disastri naturali. In pratica, la maggior parte delle clausole di forza maggiore non giustificano del tutto l’inadempimento di una parte, ma si limitano a sospenderlo per la durata della forza maggiore.
In pais ➞ nel paese;
stragiudiziale, extraprocessuale, in via amichevole: (1) settlement in pais – transazione stragiudiziale; (2) matter in pais – causa davanti al giudice che si affida esclusivamente alla prova testimoniale senza un verbale giudiziario o altra prova tangibile; (3) estoppel in pais – estoppel che si applica alle dichiarazioni stragiudiziali; (4) trial per pais – processo con giuria.
Jury ➞ anglonormanno: jurée «giuramento; inchiesta, instruttoria»;
giuria.
Laches ➞ anglonormanno: laschesce «rilassatezza»;
mora, cioè un ritardo ingiustificato nell’adempimento di un’obbligazione con effetti processuali.
Larceny ➞ anglonormanno: lar(e)cin «furto, ladrocinio» (dal latino latrōcinium);
furto di chattel.
Mainprise, mainprize
liberazione definitiva dietro pagamento di cauzione in attesa del processo.
Mortgage ➞ lett. «pegno morto», antico francese: mort gaige;
ipotecazione.
Mortmain ➞ antico francese: morte main; lett. «mano morta»;
la proprietà perpetua e inalienabile di beni immobili da parte di persone giuridiche.
Parole ➞ parola;
il rilascio di persone incarcerate sulla base della loro “parola d’onore” di rispettare certe condizioni
Plaintiff ➞ antico francese: plaintif «denunciatario; lamentoso»;
querelante, ricorrente
Profit a prendre ➞ lett. «profitto da prendere», dal francese medioevale: profit-à-prendre;
diritto di prendere risorse naturali come petrolio, minerali, legname e selvaggina dal terreno di un altro.
Replevin ➞ anglonormanno: replevine «impegno»;
azione possessoria per ottenere la restituzione di beni mobili.
Tort ➞ lett. «torto»;
illecito civile.
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