Uno dei punti di partenza della globalizzazione contemporanea fu sicuramente la scoperta del Nuovo Mondo, le cui implicazioni non furono soltanto politiche ed economiche ma furono soprattutto biologiche.
Per millenni si svilupparono due ecosistemi paralleli sulle due metà della Pangea, che verosimilmente non vennero mai in contatto, con piante e animali profondamente diversi. Prima di Colombo solo poche creature terrestri si avventurarono attraverso gli oceani stabilendosi nell’altro emisfero, erano perlopiù insetti e uccelli. Fu alla fine del XVI secolo che gli ecosistemi del nostro pianeta entrarono in collisione, dando inizio ad un cambiamento radicale che nei secoli a venire scuoterà storia del mondo e di tutti i suoi abitanti.
Alla sottoscrizione delle Capitolazioni di Santa Fe, nell’aprile del 1492, i sovrani spagnoli nominarono Colombo viceré, ammiraglio e governatore delle terre che avrebbe scoperto. Da questa premessa sembra che Ferdinando ed Isabella nutrissero piena fiducia nel navigatore genovese, in realtà le cose stavano diversamente. In realtà re e regina di Spagna finanziarono a malvoglia la prima spedizione di Colombo, il viaggio transoceanico sarebbe stato rischioso incerto e soprattutto spaventosamente dispendioso. Solo quando l’ammiraglio minacciò di rivolgersi al sovrano di Francia, la monarchia spagnola fu convinta di appoggiare l’impresa. Nonostante tutto le riserve dei sovrani costrinsero ad una riduzione all’osso per l’intera spedizione: tre navi, cui la più grande era all’incirca una ventina di metri; ed un equipaggio che non superava le novanta persone. A quanto sembra, il genovese fu costretto ad autofinanziarsi parte della spedizione.
Il 3 agosto del 1492 la spedizione salpò da Palos, sulla costa atlantica della Spagna. In realtà il viaggio fu più lungo di quello che i geografi e lo stesso ammiraglio avevano stimato, per la precisione i calcoli che vennero presi in considerazione sottostimavano la grandezza del pianeta di un buon 30%. Fu solo il 12 ottobre che scorsero una terra che poi avrebbero ribattezzato San Salvador (attuale arcipelago delle Bahamas), ma era il 5 dicembre quando misero piede su un’isola considerevolmente più grande che Colombo ribattezzò Hispaniola (l’attuale Santo Domingo). Proprio su quest’isola, precisamente sul suo lato settentrionale che da sul Golfo caraibico, che tempo dopo, Colombo e i suoi fondarono la prima vera e propria base europea permanente nel Nuovo Mondo, alla quale diedero il nome della regina, Isabella.
Al ritorno dal suo primo viaggio, nel 1493, l’ammiraglio fu accolto in Spagna con tutti gli onori del caso sia da parte dei sovrani che da parte della comunità mercantile, avendo portato prove tangibili della possibilità di arrivare in Oriente per la via occidentale, come monili d’oro, piante e animali che nessuno in Europa aveva mai visto, e persone. Non a caso qualche mese dopo era già pronto per una nuova spedizione, questa volta con 17 navi e un equipaggio di più di 1500 persone. Di questo e dei successivi viaggi di Colombo la storiografia non parla di un grande successo, i suoi detrattori continuano a sottolineare che il genovese diede più ascolto alla sua ambizione personale che al bene delle spedizioni stesse e che la sua inattitudine al comando gli costò caro in termini di vette umane ed in termini di fiducia da parte di Isabella, tanto è vero che quando morì nel 1504 lo fece completamente al verde e da solo.
Gli sconvolgimenti politici che seguirono dal 1492 cambiarono profondamente l’assetto dell’Europa di allora, andando a stravolgere non solo gli equilibri interni al continente, ma iniziando anche ad intaccare il secolare primato cinese in termini di civiltà, processo che culminerà secoli dopo con quello che i cinesi considerano il secolo dell’umiliazione. L’impatto biologico non fu meno marcato, anzi fu più catastrofico di quello che si pensa: oltre alla proliferazione di malattie come il varicella, tubercolosi – per citarne solo alcuni -, l’impatto ecologico fu devastante, piante, animali e batteri finirono con il cambiare per sempre le realtà di due mondi che per millenni non erano venuti a contatto creando qualcosa di nuovo.
Se oggi è possibile mangiare i pomodori italiani, le patate irlandesi ed il mais cinese lo dobbiamo sicuramente a quel giorno di dicembre di sei secoli fa, quando la collisione di tre vecchi mondi diede il via alla formazione di un unico mondo, nato grazie al desiderio europeo di inserirsi nel fiorente commercio asiatico, fu proprio così che il sistema economico di scambio trasformò il nostro pianeta.