Un po’ sorpreso, ho notato che nel 1959 la Wamar effettuò un deposito di marchio molto particolare. Esattamente il 3 dicembre 1959, alle ore 11,35, i mandatari della Wamar si presentarono alla Camera di Commercio di Torino per depositare il marchio “San Valentino – 14 Febbraio”.
Nel 1922, il commendator Walter Marchisio fondò a Torino la Società Italiana Wafers e affini di Marchisio & Co., una pasticceria industriale di wafer, biscotti e fette biscottate etc.
Nel 1927 la società cambiò denominazione in Biscotti Wamar, dalle iniziali del fondatore. La sua storia attraversa vari decenni, si interseca con quella della Seconda guerra mondiale, durante la quale venne dichiarata fabbrica “ausiliara”, producendo anche gallette per i militari, e definita azienda modello. Ma non voglio affliggervi con la storia aziendale, e passo subito al dunque.
Alla fine degli anni ’50, complice il passaggio a Gaslini – sì, quello dell’ospedale e poi della relativa fondazione –, la società incontra un grandissimo successo e inizia a espandere la produzione. Panettoni e dolci per ogni occasione. La Wamar “inventa” anche i biscotti Novellini e registra da brava tutte le etichette dei propri prodotti.
Quel che ho notato, un po’ sorpreso, è che nel 1959 la Wamar effettuò un deposito di marchio molto particolare. Esattamente il 3 dicembre 1959, alle ore 11,35, i mandatari della Wamar si presentarono alla Camera di Commercio di Torino per depositare il marchio [San Valentino – 14 Febbraio].
Il deposito n. 154944 riguardava biscotti, pasticceria, confetteria dolci e caramelle. Insomma, la Wamar voleva monopolizzare la festa degli innamorati, sfruttando maliziosamente quella dicitura proprio per dolci e biscotti! Il deposito fu incredibilmente accettato e il marchio fu registrato il 18 maggio 1961 con il n. 7221. Non c’è alcuna notizia dell’uso concreto di questo marchio, che probabilmente non fu poi rinnovato alla fine degli anni ’70 alla scadenza dei venti anni.
Certo fa strano pensare al fatto che la Wamar non avesse depositato anche “Natale – 25 dicembre”, o “Ferragosto – 15 agosto” o “Capodanno – 1 gennaio”, ma ancora più strano pensare che l’ufficio marchi avesse accettato quel deposito, nonostante la legge del tempo già prevedeva il divieto di registrazione come marchi di segni “di uso generale” (art. 17, l. .. 1942, e già art. 75 r.d. 1602/1934).
Se pensate di avere appena avuto una grande idea per il deposito di un marchio incredibile, sappiate che è una scemenza.
Riproduzione riservata