Questa volta rischio di addentrarmi in un terreno assai pericoloso, e quindi lo costeggio molto di lato, strisciando lungo il muro sulle punte dei piedi.
Non si può infatti scherzare con i sentimenti più profondi dell’animo umano, soprattutto quando questo è perturbato dalla sofferenza e dal dolore di una malattia, circostanze che rendono l’uomo più suggestionabile e disposto a credere in qualsiasi cosa più di avere una speranza di guarigione.
Inoltre pecco di enorme inesperienza, dato che il mio rapporto con la medicina si limita alla assunzione di bisolvon e fluimocil, e perché faccio testamento al primo starnuto.
Ho sempre visto la medicina come un’arte magica e imperscrutabile (al pari del funzionamento di una automobile, per me ancora ascrivibile a una forma di magia meccanica). E la magia, pardon, la medicina credo abbia proprio una origine sovrannaturale e mistica, legata a doppio filo con la fede religiosa e nel sovrannaturale.
La credenza che guaritori, santoni, curatori ed esorcisti operino grazie a un particolare ascendente su invisibili “forse buone” non si è estinto con il medioevo, né con l’illuminismo, e nemmeno con la rivoluzione industriale, né se è per questo con l’allunaggio o l’invenzione di internet.
Perché in fin dei conti l’uomo altro non vuole che la rassicurazione di una vita possibilmente eterna e davanti ai limiti della scienza non può che affidarsi all’ultraterreno. Il guaritore è infatti più potente del “dottore”, perché questi oppone umana caducità, mentre l’altro sussurra formule magiche di immortalità.
Ma come dicevo io per fortuna poco ne so, se non quanto leggo dalle notizie di cronaca, quando si scopre dell’impostore che truffa poveri credenzoni con l’uso di filtri magici e fumo negli occhi al modico prezzo di mille mila euro al dì.
Eppure non esiste paese d’Italia dove non vi sia un qualcuno che conosca, amici di amici, una persona speciale, dotato di poteri magici, che fa passare il dolore con massaggi speciali. Ora non sempre queste persone sono truffatori, non sempre spillano danaro alla signora col mal di schiena, il più delle volte sono figure mitiche che operano senza dichiarato scopo di lucro, conducendo una vita ritirata, basata su offerte e regalie, un po’ come i preti diciamo.
Questo mondo è mirabilmente descritto nell’opera straordinaria “Sud e Magia“, di Ernesto De Martino (ripeto: straordinaria), che si divincola tra formule, riti, malocchi, possessioni e fatture della Lucania e della Puglia degli anni ’50.

Sud e Magia di Ernesto De Martino.
Ma non si dica e non si pensi che queste antiche credenze siano proprie del “retrogrado” sud !
Leggendo una vecchia sentenza della Cassazione, sono venuto infatti a conoscenza di questa storia accaduta nel profondo Piemonte negli anni ’20/’30 del ‘900 e che aveva come protagonista tal signor Giorgis (come dice la sentenza) o De’ Giorgis (come riportavano i giornali).
Questi si era guadagnato la fama di taumaturgo. Curava i malati (chissà se lo erano davvero..) con la sola imposizione delle mani, recitando preghiere. I clienti erano guariti e soddisfatti. E lui non chiedeva compenso, solo qualche offerta che accettava di buon grado. Girava di paese in paese offrendo i suoi servigi, portando salute e benessere.
Io ora non so se era vero, se cioè lui davvero era capace di guarire toccandoti col dito e dicendo il padre nostro. Di sicuro la polizia e la procura del Re non vedevano di buon occhio (quindi malocchio? Ok scusate..) l’attività di questo signore, tanto che il Giorgis fu tratto in arresto con l’accusa di esercizio abusivo dell’arte medica.
Ecco come i giornali dell’epoca descrissero il fatto
“Un singolare tipo di taumaturgo, certo Francesco De Giorgis, non sapendo come sbarcare il lunario, aveva escogitato un curioso modo per spillare denaro. Aperse un’ambulanza in via Chiesta della Salute, ove accorrevano ben tosto numerosi i malati, che egli curava con semplici massaggi. L’attività del De Giorgis, venuta a conoscenza della polizia, provocava un’inchiesta, che finiva con l’arresto del falso medico, che è stato denunciato al procuratore del Re per esercizio abusivo dell’arte medica. Il curioso si è che numerosi clienti del De Giorgis hanno fatto pervenire vive proteste per il suo arresto, dichiarando che egli li curava con semplici massaggi senza chiedere il minimo compenso”
Ma non finì lì, il De Giorgis, grazie anche alle testimonianze dei suoi “pazienti” iniziò una battaglia legale che lo condusse davanti alla Corte di Cassazione.
Non so quante volte i giudici si erano occupati di casi simili, forse tante. Ma vi sfido, cari amici, a trovare una sentenza come questa, che riconosca che l’attività del taumaturgo “poggiava o su un reale intervento della divinità, o sulla fede che in lui riponevano gli ammalati e che agiva in modo suggestivo, nello stesso modo come opera la parola suadente della madre, che al suo bimbo toglie la sensazione di un male col dirgli ch’è passato“.
Non è meraviglioso tutto questo?
Buona lettura.

massima
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La Corte osserva che
il fatto ritenuto dal Tribunale è quello che il Giorgis, essendosi acquistato quasi fama di taumaturgo, si era recato nel paese di Settimo Torinese, come già in altri luoghi, e li riceveva in casa privata le numerosissime persone che da lui si recavano spontaneamente per essere guarite, ma non prescriveva loro cure o medicamenti, bensì limita vasi a toccare con un dito, attraverso gli abiti, la parte del corpo che si accusava ammalata, recitando preghiere, e poi le licenziava senza chiedere loro alcun compenso, accettando solo quel che gli veniva offerto spontaneamente.
Osserva che in tali fatti non si ravvisano gli estremi del reato ascritto al Giorgis, nè di alcun altro reato.
Per aversi esercizio abusivo di arte sanitaria occorre che si mettano in opera, da chi non è fornito dei relativi titoli di abilitazione, mezzi che siano o si facciano credere scientifici ed atti a raggiungere la guarigione di una o più malattie. Ma la scienza medica è scienza sperimentale, oltre che razionale, e quindi, per potersi affermare che una data pratica sia scientifica, si deve affermare altresì che la sua efficacia sia dimostrabile sperimentalmente. Anche la psicologia naturale (in contrapposto a quella razionale) può essere assoggettata al metodo sperimentale, anzi, secondo alcuni, non può essere trattata che con tale metodo, e perciò anche una pratica curativa psicologica (psicoterapia) si presenta con pretese scientifiche e perciò non può essere permessa se non a chi di titoli scientifici ufficiali sia fornito.
Ma il Giorgis non pretendeva di usare metodi scientifici naturali, la cui efficacia potesse essere dimostrata sperimentalmente, bensì pretendeva di essere fornito di mezzi soprannaturali, derivantigli da relazioni spirituali con la divinità, e nessun filtro o qualunque altro simile mezzo adoperava per far credere, che attraverso ad essi passasse una qualche forza rigeneratrice nel corpo del l’ammalato.
Perciò tutta l’efficacia degli atti compiuti dal Giorgis poggiava o su un reale intervento della divinità, o sulla fede che in lui riponevano gli ammalati e che agiva in modo suggestivo, nello stesso modo come opera la parola suadente della madre, che al suo bimbo toglie la sensazione di un male col dirgli ch’è passato. Il certo è che numerosi testimoni hanno deposto nel processo di essere guariti o migliorati per opera del Giorgis, e nessuno se n’è lamentato.
Ora nessuna legge impone, o potrebbe imporre, il possesso di un titolo accademico per l’esercizio di simili pratiche, perché nessun insegnamento professionale è per esse possibile, e perciò il Giorgis, col fare ciò che fa, non compie esercizio di arte sanitaria e nessun titolo accademico usurpa.
La legge vuol proteggere ai regolarmente titolati l’esercizio dell’arte sanitaria contro chi un titolo non ha, ma soprattutto vuol proteggere la salute pubblica contro le pratiche che possono arrecarle nocumento, ma nel caso presente nessun nocumento può darsi al più, può dirsi che nessun beneficio se ne può ottenere. Si potrebbe obbiettare che il nocumento può consistere nell’omettere le vere pratiche mediche per ricorrere all’opera del Giorgis, ma tale effetto, se pure esistente, non può imputarsi a costui, che nulla fa per stogliere alcun ammalato dal ricorrere al medico.
È che avviene sempre in simili casi, quando l’ammalato, dopo avere sperimentata invano l’arte medica, invoca l’intervento di potenze soprannaturali e in lui può più la fede che la scienza.
Nè nel caso può parlarsi del delitto di truffa oppure della contravvenzione prevista dagli art. 122 legge di p. s. e 247 relativo regolamento, reati altre volte imputati al Giorgis, ma per cui fu assoluto, giacché il fatto ritenuto dalla sentenza impugnata non contiene gli estremi nè dell’uno nè dell’altro reato, nè durante il processo attuale è stata mai ventilata una simile accusa, cosicché non potrebbe nemmeno essere presa in considerazione, sia pure per una affermazione teorica.
Il ricorso del Giorgis, perciò, dev’essere accolto e la sentenza impugnata dev’essere annullata senza rinvio.
Per questi motivi, visto l’art. 524, n. 1, cod. proc. pen., accogliendo il ricorso proposto da Giorgis Pietro contro la sentenza del Tribunale di Torino 2 marzo 1931, annulla questa senza rinvio perché il fatto al medesimo attribuito non presenta gli estremi di alcun reato.
Il foro Italiano, 57, (1931), 231.