Confesso che le decisioni in materia di ingiuria e diffamazione meriterebbero un discorso a parte, un loro apposito contenitore, tanto numerose e variegate sono.
D’altronde l’offesa è vecchia quanto la parola, e ancora oggi non passa anno che la Cassazione non aggiorni lo speciale e ideale vocabolario dei termini considerati offensivi, aggiungendone di nuovi ed eliminandone di vecchi, ormai considerati sdoganati.
E così passare in rassegna alcune vecchie, vecchissime, sentenze sul tema, è anche un modo per afferrare lo spirito del tempo e comprendere come il linguaggio e la sua percezione si siano evoluti negli anni.
Il primo caso di questa speciale rubrica nella rubrica era stato oggetto di una sentenza della Corte di Cassazione di Firenze del 1884.
Un ex caporale aveva scritto al colonnello Bruto Bruti (che sembra il nome di un cartone animato – che all’epoca non esistevano – e proprio viene da immaginarlo poco simpatico) una cartolina nella quale si lamentava di non aver ricevuto risposta ad una precedente lettera con la quale chiedeva notizie del fratello e alla quale aveva – come era in uso all’epoca – allegato un francobollo per permettere al Colonnello la risposta a zero spese.
Ebbene, in quella seconda comunicazione, l’ex caporale – Giovanni Antonio Baldo da Conegliano Veneto, che doveva essere un tipo che non la mandava a dire – aveva osato scrivere a Bruto Bruti un messaggio del seguente tenore:
« O non avete ricevuta la lettera in parola, ed allora non ho che a lagnarmi del servizio postale; o l’avete ricevuta, e in questo caso vi calcolo maleducato, e reclamo il francobollo di ritorno »
Le parole “maleducato” e la sottile insinuazione introdotta dall’imperativo “reclamo” che il Colonnello si fosse intascato il francobollo furono considerati in tutti i gradi di giudizio termini offensivi.
La sentenza poi si preoccupa di stabilire se costituisse offesa “pubblica” (e quindi punibile) quella contenuta in una cartolina, che è pur sempre una corrispondenza privata.
La sentenza applica il codice penale sardo, e solo per questo motivo vale la pena leggerla.
p.s. – Il Colonnello Bruto Bruti avrebbe fatto poi carriera, diventando prima generale e poi Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, come si legge sul sito dei carabinieri. Di Giovanni Antonio Baldo nessuna altra traccia.
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Corte di Cassazione di Firenze, 23 agosto 1884
Deve ritenersi pubblica, e quindi punibile a norma dell’art. 572 cod. pen., l’ingiuria contenuta in una cartolina postale alla quale sia stato dato corso. Non eccede i limiti della imputazione la sentenza che per meglio stabilire l’animo d’ingiuriare tiene conto di alcune parole contenute nello scritto ingiurioso e non riprodotte nell’atto di citazione.
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