Nonostante l’immane lavoro di bonifica delle paludi disabitate del diritto operata nel 2010, qualcuno si è dimenticato di abrogare espressamente ben 37 Decreti del Duce del Fascismo, Capo del Governo, che oggi sono dunque ancora in vigore.
Vi ricordate quando nel 2010 l’allora Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, diede fuoco – letteralmente armato di piccone, ascia e fiamma ossidrica (che tempi!) – a decine e decine di scatoloni contenenti copie cartacee di circa 375.000 leggi? Stava celebrando, il Ministro, il successo del lavoro del suo dicastero che aveva proprio il compito di semplificare il funzionamento dello Stato. E quale miglior modo se non abrogare centinaia di migliaia di leggi che non servivano più a niente?
L’operazione fu condotta in quegli anni a botte di mostruosi atti normativi, come i D. Lgs. 212-213 del 2010 che usarono il bislacco metodo di dichiarare abrogate tutte gli atti aventi forza di legge anteriori al 1970, salvo quelli espressamente indicati (in un allegato di migliaia di pagine) o come il D.P.R. n. 248 del 2010 che invece è passato per la abrogazione espressa di “norme regolamentari che hanno esaurito la loro funzione o sono prive di effettivo contenuto normativo o sono comunque obsolete”, decreto pubblicato in un numero speciale della Gazzetta Ufficiale di oltre tremila pagine con un elenco in tabella carattere corpo 7 contenente una lista di decine di migliaia di decreti inutili.
Grazie a provvedimenti come questi ci siamo in effetti liberati di atti che pesavano troppo sulle coscienze di tutti, come il Regio Decreto 233/1861 relativo alle leve militari degli anni 1857-’58-’59 e ’60 (chissà il sollievo di chi ancora era nascosto dopo essere sfuggito renitente all’obbligo di quegli anni); o il Regio Decreto 21/07/1861 con cui il Comune di Palazzolo era stato autorizzato a chiamarsi “Palazzolo Milanese” (che però si chiama ancora così, mentre grazie a Dio il Decreto che aveva rettificato il nome di Spezia in La Spezia è stato fatto salvo); o il Decreto Ministeriale 25/04/1921 che aveva sospeso il concorso per esame per sei posti di archivista indetto con decreto del precedente 5 febbraio, così che il concorso è potuto finalmente riprendere; ma anche il Decreto Ministeriale 22/10/1969 sul prezzo dei cavolfiori del ’69; o anche il calendario della annata venatoria ’58-’59.
Tra la immensa moltitudine di reperti archeologici talmente inutili che era persino inutile abrogarli, troviamo anche oltre duemila “Decreti del Duce”. Vi ricordate i D.P.C.M.? Ecco, ora senza andare troppo per il sottile – e anzi a volere essere spiccissimi, perché qua stiamo solo cercando di semplificare – i Decreti del Duce erano un po’ la stessa cosa. E così anche Calderoli, in combutta con Napolitano, Alfano e Berlusconi, hanno fatto cose buone, dato che per lo meno, seppure totalmente inutile, l’abrogazione di migliaia di atti regolamentari ancora denominati “Decreti del Duce” ha per lo meno una qualche valenza simbolica.
Si trattava tutti di decreti di nomina e revoca di componenti di consigli di amministrazioni di banche e cooperative di credito, di concessioni e revoche di diritti di pesca a certi soggetti specifici (come non ricordare il Decreto del Duce del 19/05/1942 che riconobbe il “possesso del diritto esclusivo di pesca nel Lago di Garda, in Comune di Gargnano (prov. di Brescia) a favore delle sorelle Giacomini Lydia, Enrica e Maria del fu Giacomo e del dott. Antonio Campanati di Alghisio“, che ora han perso questa importante concessione).
Ma ci sono state anche abrogazioni importanti come quella del Decreto del Duce del 29/06/1939 che vietava l’uso del ferro e degli altri materiali metallici nelle recinzioni, e non è un caso quindi che proprio dal 2010 i nostri cancelli sono a volte anche in ferro; o il Decreto del Duce del 19/09/1939 recante “Adozione dell’orario continuato negli uffici statali e degli enti pubblici della Capitale“, e infatti grazie alla provvidenziale abrogazione i dipendenti dei ministeri a Roma possono finalmente andare in pausa pranzo, mentre a Milano i dipendenti pubblici sono tutti ancora costretti a usare la schiscètta.
Certo, dell’illeggibile listone allegato in Gazzetta Ufficiale ci sono anche parecchie cose che non mi tornano, come il fatto che non solo vengono abrogati Decreti del Duce datati dopo il 25 luglio 1943, e va be’ riguardavano la R.S.I. (ma che diavolo ci fanno tra i decreti da abrogare della nostra Repubblica?), ma persino alcuni successivi all’aprile 1945 come questo qui del 1947, che è chiaramente frutto dell’errore di un compilatore esausto dalla fatica del tabellone.
Ma venendo a noi, in tutto questo immane lavoro di bonifica delle paludi pontine disabitate del diritto, a me pare che qualcuno si sia dimenticato di abrogare espressamente ben 37 “Decreti del Duce del Fascismo, Capo del Governo”, ennesima denominazione curiosa dati a provvedimenti di un a quanto pare l’immarcescibile LVI che abbarbicato ai confini della storia continua a fare del suo capriccioso volere del diritto vigente.
Al di là delle ironie infantili, e del dato acquisito che molte delle principali leggi dello Stato sono ancora firmate M. (vedasi alle voci codice civile e codice penale), così come del fatto che la defascistizzazione dello Stato iniziò già nel 1943, fa strano sapere che nonostante la ruspante opera di azzeramento operoso di norme e decreti inutili, superflui, obsoleti, etc., siano rimasti in giro ancora tutti i questi Decreti del Duce del Fascismo a sprigionare la loro forza normativa.
E ora io lo so che siete curiosi di sapere quali sono, trovate tutta la lista tra poco. Piccolo spoiler: si tratta per lo più di provvedimenti corporativi, dell’industria e del commercio. Segnalo, inter alia, l’Accordo per la spedizione dei fiori in Gran Bretagna (fortunatamente quindi ancora in vigore dopo la Brexit), il decisivo Accordo per la produzione della birra, le norme corporative sugli spettacoli viaggianti, e le – a quanto pare ragionevolissime – tariffe dei commercialisti.
Prima, però, vi chiedo: cosa ne vogliamo fare di questi decreti? Ce li teniamo, li abroghiamo, aspettiamo di accumulare altre 500 mila leggi inutili e poi ci pensiamo, ci costruiamo la campagna elettorale: voi che dite?
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 26 Aprile 1939, n. 839
Accordo economico collettivo per la disciplina dei rapporti tra industriali e commercianti di apparecchi per la radio-diffusione
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 10 Maggio 1939, n. 990
Accordo economico collettivo per il miglioramento della situazione economica degli appaltatori di posti telefonici pubblici per conto delle Societa’ telefoniche concessionarie di zona
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 10 Maggio 1939, n. 991
Approvazione dell’accordo economico collettivo per la distribuzione del seme-bachi e determinazione del prezzo di cessione, ed approvazione dell’annesso accordo integrativo per il rischio dell’invenduto e la quantità di semi da confezionare per la campagna bacologica 1939.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 10 Maggio 1939, n. 1043
Pubblicazione dell’accordo economico collettivo per la disciplina delle prestazioni degli spedizionieri agli esportatori di prodotti ortofrutticoli per le spedizioni in Gran Bretagna e Irlanda.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 10 Maggio 1939, n. 1044
Pubblicazione dell’accordo economico collettivo per le spedizioni di fiori in Gran Bretagna.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 10 Maggio 1939, n. 1262
Approvazione delle norme generali per la conduzione dei fondi rustici col sistema dell’affitto ad affittuari conduttori non diretti coltivatori.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 10 Maggio 1939, n. 1271
Approvazione dell’Accordo economico collettivo per la disciplina delle tariffe delle prestazioni degli spedizionieri agli esportatori dei prodotti ortofrutticoli.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 10 Maggio 1939, n. 1434
Accordo economico collettivo per la disciplina della produzione e del collocamento della birra.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 12 Giugno 1939, n. 1435
Norma corporativa per la disciplina dell’assetto organizzativo degli esercizi d’interesse turistico per quanto concerne la conoscenza di lingue straniere da parte del personale.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 12 Novembre 1939, n. 1749
Accordo economico collettivo per la compra-vendita delle uve da vino comune, da pasto e da taglio nonché dei mosti e vini relativi e per l’utilizzazione da parte dell’Organizzazione degli agricoltori degli impianti non utilizzati dei commercianti e degli industriali.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 27 Novembre 1939, n. 1802
Norma corporativa per il regolamento collettivo dei rapporti economici fra esercenti di cinema-teatri e capocomici di compagnie di avanspettacolo.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 27 Novembre 1939, n. 1803
Norma corporativa per la disciplina dei compensi del personale artistico impiegato nella produzione dei filmi.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 27 Novembre 1939, n. 1811
Accordo economico collettivo per il regolamento dei rapporti tra autori e produttori cinematografici.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 27 Novembre 1939, n. 1812
Norma corporativa per la disciplina dell’esercizio dell’attivita’ di produzione dei filmi.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 27 Novembre 1939, n. 1813
Norma corporativa per la disciplina dell’esercizio delle imprese di spettacoli viaggianti.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 24 Ottobre 1939, n. 1900
Accordo economico collettivo per la disciplina dei rapporti fra imprese di assicurazione ed agenti di assicurazione.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 12 Novembre 1939, n. 2115
Approvazione del testo del contratto tipo per la compra-vendita dell’essenza di bergamotto.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 24 Gennaio 1940, n. 36
Accordo economico collettivo per la disciplina della scrittura dei concertisti e dei direttori d’orchestra.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 9 Febbraio 1940, n. 80
Accordo economico collettivo stipulato il 15 febbraio 1939-XVII, per la disciplina dei rapporti tra produttori e commercianti di lampade elettriche.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 9 Febbraio 1940, n. 125
Accordo economico collettivo per la disciplina del contratto di edizione a compartecipazione.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 18 Aprile 1940, n. 375
Accordo economico collettivo per il miglioramento della situazione economica degli assuntori delle aziende municipalizzate di trasporto.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 18 Aprile 1940, n. 376
Accordo economico collettivo per il miglioramento della situazione economica degli assuntori di servizi delle imprese ferroviarie, tramviarie e di navigazione interna.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 9 Luglio 1940, n. 919
Modificazione degli articoli 1, 2, 5, 8 e 10 del contratto tipo di edizione a compartecipazione allegato all’accordo economico collettivo per il contratto tipo di edizione a compartecipazione 18 marzo 1939-XVII, pubblicato con decreto del DUCE 9 febbraio 1940-XVIII, n. 125
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 20 Agosto 1940, n. 1231
Accordo economico collettivo per la coltivazione e compravendita del pomodoro per uso industriale nonché del contratto-tipo.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 15 Gennaio 1941, n. 77
Modificazione dell’art. 2 del decreto del DUCE del Fascismo, Capo del Governo 25 ottobre 1936, n. 2066, che stabilisce le materie sulle quali deve essere richiesto il parere della Corporazione della previdenza e del credito.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 1 Novembre 1941, n. 1553
Accordo economico collettivo per la disciplina delle tariffe delle prestazioni degli spedizionieri agli esportatori di prodotti ortofrutticoli
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 1 Dicembre 1941, n. 1554
Accordo economico collettivo per il regolamento dei rapporti fra produttori agricoli e industriali esercenti di macchine trebbiatrici, sgranatrici e degusciatrici
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 1 Dicembre 1941, n. 1609
Tariffa professionale del dottore commercialista.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 1 Dicembre 1941, n. 1610
Accordo economico collettivo per il miglioramento della situazione economica degli appaltatori di posti telefonici pubblici per conto delle Società telefoniche concessionarie di zona.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 1 Dicembre 1941, n. 1613
Accordo economico collettivo per la disciplina del commercio degli apparecchi per la radiodiffusione, e accordo integrativo e convenzione per deposito di apparecchi radio.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 7 Febbraio 1942, n. 69
Norma corporativa per la disciplina della produzione del vetro d’ottica.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 7 Febbraio 1942, n. 70
Norma corporativa per la disciplina della produzione del materiale ceramico isolante dielettrico.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 1 Dicembre 1941, n. 1665
Accordo economico collettivo nazionale per il regolamento dei rapporti economici tra esercenti frantoi e proprietari di olive e relativi accordi economici collettivi complementari.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 15 Giugno 1942, n. 878
Istituzione di un marchio di garanzia per la produzione artistica vetraria muranese.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 19 Novembre 1942, n. 1386
Accordo economico collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti fra armatori ed agenti marittimi raccomandatari.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 1 Marzo 1943, n. 117
Accordo economico collettivo per il regolamento della produzione, del collocamento e della vendita del seme del baco da seta.
DECRETO DEL DUCE DEL FASCISMO, CAPO DEL GOVERNO 10 Maggio 1943, n. 380
Disciplina della produzione dei rigenerati del cuoio.
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