La Dichiarazione e trattato sul formazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche fondò ufficialmente lo Stato comunemente noto come Unione Sovietica. Il suo effetto fu di dare base de jure a un’unione di diverse repubbliche che esisteva dal 1919, oltre a creare un nuovo governo federale centralizzato (il Congresso dei Soviet dell’Unione Sovietica e il Comitato Esecutivo Centrale dell’Unione Sovietica detenevano il potere legislativo mentre il Consiglio dei Commissari del popolo quello esecutivo) dove le funzioni chiave erano tutte concentrate sulla città di Mosca, nuova capitale. Il Trattato, insieme alla Dichiarazione della Creazione dell’URSS, fu approvato il 30 dicembre 1922 da una conferenza di delegazioni della RSFS Russa, della RSFS Transcaucasica, della RSS Ucraina e della RSS Bielorussa. Lo stesso giorno il Trattato e la Dichiarazione furono confermati dal 1 ° Congresso dei Soviet dell’URSS e firmati dai capi delle delegazioni: Mikhail Kalinin, Mikhail Tskhakaya, Mikhail Frunze, Grigory Petrovsky e Aleksandr Chervyakov.
Il trattato prevedeva la possibilità di ammettere nuovi membri. Pertanto, per il 1940 l’Unione Sovietica, era passata dalle quattro repubbliche fondatrici a quindici.
L‘8 dicembre 1991 i presidenti Russo, Ucraino e Bielorusso firmarono gli Accordi di Belovezha. L’accordo dichiarava lo scioglimento dell’URSS da parte dei suoi stati fondatori e istituiva la Comunità degli Stati Indipendenti. Il 10 dicembre l’accordo venne ratificato dai parlamenti Ucraino e Bielorusso. Il 12 dicembre l’accordo venne ratificato dal Parlamento russo, pertanto la RSFS russa procedendo all’abrogazione del Trattato sulla creazione dell’URSS e dichiarandi di fatto l’indipendenza della Russia dall’URSS. Il 26 dicembre 1991, l’URSS venne auto-sciolta dal Consiglio delle Repubbliche del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica, la prima camera della legislatura sovietica (nella seconda camera, il Consiglio dell’Unione, non venne raggiunto il quorum).