Alle cinque di mattina del 20 settembre 1870, le truppe italiane sotto il comando del generale Cadorna iniziarono il cannoneggiamento alle mura di Roma. Il Papa, Pio IX, aveva provato l’ultimo disperato tentativo di difesa, minacciando di scomunicare chi avesse comandato di aprire il fuoco su Roma, l’ultimo baluardo dell’ormai occupato Stato Pontificio.
L’ordine giunse lo stesso, a pronunciarlo fu il capitano Giacomo Segre, di religione ebraica che per la verità della scomunica non sapeva che farsene.
Poco dopo le nove del mattino, a una cinquantina di metri a sinistra di Porta Pia si aprì una breccia. Nemmeno un’ora dopo le rassegnate truppe pontificie esposero bandiera bianca. Nel giro di una settimana, Roma era stata occupata in ogni suo angolo e in ogni suo palazzo. Solo i possedimenti del Vaticano rimasero al Papa, Pio IX, l’ultimo papa re, che non riconobbe mai l’autorità del Regno d’Italia su Roma e per tutta la vita continuò a dichiararsi prigioniero politico.
Sull’argomento, ben due Massime dal Passato succulentissime: Il discorso del Papa Re (1876) e Il Campanile di Asiago (1901).