E se vi dicessimo che un tizio nel 1928 diceva di parlare telepaticamente con una donna di Marte e si era fissato che voleva dimostrarlo al mondo parlandole con le onde radio? Le aveva mandato anche un telegramma!
I “marziani” sono un’entità curiosa che da almeno un secolo desta la nostra attenzione, noi uomini così egocentrici pungolati dal desiderio di sapere se altre forme di vita simili alla nostra specie esistono nell’infinito universo.
Alla domanda ha provato a rispondere il dott. Masfield Robinson che no, non è il personaggio di un qualche film americano degli anni ’80 bensì il protagonista in carne ed ossa di una vicenda dal 1926.
Un articolo del Corriere della Sera 1928 chiama “la dama di Marte” la presunta extraterrestre che avrebbe intrecciato con il nostro compare terrestre relazioni telepatiche. Un gentile scambio di cordialità o c’è dell’altro? Il giornalista fa intendere che ci siano relazioni di altra natura, ma “data la grande distanza, probabilmente platoniche“.
Di certo, non due chiacchiere da nulla: il Robinson, laureato in legge, era uno studioso di fenomeni psichici, segretario di uno dei musei londinesi e persino impiegato dell’Ufficio d’Imposte: un uomo di cultura a tutto tondo, dalle parole ai numeri! Il Robinson sosteneva che la sua conoscenza stesse aspettando al di là della crosta terrestre che le sue parole le fossero recapitate, e ciò sarebbe stato possibile grazie a un’onda di 18,500 metri.
Miracoli della scienza, ma anche miracoli dell’amore.
Al solo costo di un telegramma, ossia 7 scellini e sei pence, Marte non sarebbe stato più lontano: una comunicazione talmente economica visto l’alto valore dell’esperienza, da essere di fatto regalata.
Il Robinson era stato così convincente da includere nella sua missione altamente empirica alcuni ingegneri della NASA, che avevano aspettato pazienti, dalle 2:15 alle 2:45 di mercoledì 28 ottobre, che Marte e la Terra si incontrassero nelle parole di due amici.
Gli alieni hanno risposto da Marte? Sì!
Assieme al trepidante innamorato e al team di esperti vi erano poi curiosi di astronomia a scrutare il cielo da ogni dove. Pare che un gruppo che aveva piazzato in una località vicina a Fleetstreet un ricevitore a quattordici valvole, munito di un altoparlante gigantesco, alle 20,3’45” ha udito distintamente su un’onda di 30.000 metri il segnale M dell’alfabeto Morse — due lineette — ripetuto due volte in tono profondo.
Stando alle previsioni del Robinson, la dama di Marte avrebbe risposto alle ore 20:00 del giorno stabilito, e proprio un’onda radio lanciata da Marte alle 20:00 sarebbe arrivata a Londra al minuto 3’45”. Tutto secondo i piani.
Il dott. Robinson ha quindi ottenuto il permesso dall’Amministrazione postelegrafica britannica di lanciare dalla stazione radiotelegrafica di Rugby su un’onda di 18.740 metri il seguente messaggio: M.M.M.M.M.M.M.M.M., ossia una vera chiamata per la stazione di Marte.
Sono seguite altre tre parole in linguaggio cerebrale, che a dire del nostro protagonista sono termini propri del linguaggio noto ai marziani, che lui era riuscito a decifrare: una è « Opeste » la seconda « Mipifla » e la terza «Secomba». Uomo di cultura ma anche geloso del proprio scibile: il dott. Robinson non ha voluto dire
che cosa volessero significare.
L’Amministrazione ha accettato il messaggio con tutte le formalità burocratiche; si è impegnata a lanciarlo due volte al prezzo di uno scellino e mezzo per parola. Ha fatto sul modulo l’annotazione:
« La ricezione dall’altra parte non è garantita ».
I media hanno poi giocato la propria parte: il dottore è stato invitato a parlare della sua esperienza da un reporter della Star, a cui ha raccontato quanto della vita su Marte ha potuto apprendere attraverso le comunicazioni psichiche con la sua amica. I marziani dunque sono alti dai due a due metri e mezzo, hanno le orecchie larghe e sporgenti, un ciuffo altissimo di capelli, fumano la pipa, prendono il caffè direttamente nella teiera, viaggiano in automobile elettrica su rotaie che percorrono tutte le strade o in aeronave elettrica, traggono l’energia dalle cascate, conoscono la radio da varie generazioni. Infine, i marziani ritengono che la non esistenza di grandi centri urbani faciliti la soluzione di tutti i problemi sociali.
Ma aspettate, sorge un dubbio… automobile elettrica, energia idroelettrica, la radio che ci accompagna quotidianamente…. i marziani siamo noi!
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