La Bibbia di Gutenberg o Bibbia a 42 linee, realizzata nel 1453 e pubblicata il 23 febbraio del 1455 a Magonza, fu il primo libro stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili. In un certo qual modo, stupisce che un tale reperto di importanza storico-culturale per la civiltà occidentale sia stata inserita dall’UNESCO nell’elenco della memoria del mondo solo nel 2001.
Per collaudare il suo torchio tipografico e i caratteri mobili, Gutenberg cominciò attorno al 1450 a comporre dei testi su pagine di carta in fibra di canapa, poi si dedicò alla stampa dei piccoli libricini, come la grammatica latina di Donato. L’essenza della lavorazione rimaneva comunque manuale: per comporre ciascuna linea di testo, occorreva selezionare a uno a uno i caratteri (in rilievo e invertiti) corrispondenti alle lettere delle parole e posizionarli in una forma, situata sul piano della pressa. Una volta composte tutte le linee, la forma viene ricoperta dall’inchiostro tramite dei pennelli di crine di cavallo. Si posiziona la pagina di carta inumidita, che una tavola di legno comprime sotto l’azione di una vite di legno. Si ipotizza che nella tipografia di Gutenberg vi fosse più di una pressa, le quali erano manovrate da degli operai, e in totale si stima che vi furono all’incirca una ventina di persone che vi lavorarono.
I caratteri mobili imitavano i caratteri della scrittura gotica, la più utilizzata del tempo in terra tedesca per la realizzazione dei testi liturgici (in particolare per quelli messali). La dimensione dei caratteri utilizzati era simile a quella dei manoscritti di grande formato, utilizzati per la lettura a voce alta. La Bibbia di Gutenberg assomiglia a un codice e, come nei migliori manoscritti, tutte le righe terminano allineate sul margine destro. Stampatori e tipografi parlano di righe giustificate per designare questo allestimento. Per ottenere tale giustificazione, Gutenberg non usò spazi di dimensione variabile fra le parole, ma distribuì i segni di punteggiatura più o meno larghi, impiegò delle legature e sostituì alcune parole con le loro abbreviazioni.

Ne furono realizzate in totale 40 copie su pergamena e 140 su carta di canapa. Il lavoro durò tre anni, ma alla fine il risultato fu strabiliante: una delle più grandi invenzioni e rivoluzioni che l’uomo abbia mai realizzato.
L’edizione di Gutenberg suscitò parecchia ammirazione, specie per la qualità tipografica: basti pensare che all’epoca un amanuense avrebbe impiegato tre anni per la realizzazione di una sola copia.
La Bibbia, nella versione latina tradotta da San Girolamo nel V secolo, fu venduta a Francoforte, per sottoscrizione, a monasteri e istituzioni religiose. La Bibbia a 42 linee è uno dei libri più preziosi al mondo. Il valore di un esemplare completo si aggira sui 10 milioni di dollari.