Dalla metà del 1800 un’invenzione per i più ghiotti.
La canicola estiva, si sa, ci rende irrequieti e ci fa quindi passare molte notti insonni.
Per cercare di addormentarsi, c’è chi conta le pecore, chi guarda la TV, chi ascolta la musica e c’è chi, come noi, va alla ricerca di brevetti curiosi.
Ed è così che, qualche notte fa, complice l’insonnia, abbiamo avuto la fortuna di incappare in un brevetto molto interessante e, per giunta, anche “rinfrescante“.
Verso la metà del 1800 a una gentile, quanto geniale, signora di Philadelphia venne concesso un brevetto che avrebbe cambiato per sempre l’esistenza ai golosi di tutto il mondo, e che avrebbe altresì procurato con maggiore facilità e piacevolezza refrigerio anche ai più suscettibili alle alte temperature.
Il 9 settembre 1843 la signora Nancy M. Johnson ottenne il brevetto n. 3,254 relativo a un “Artificial Freezer“, termine tecnicamente altisonante per designare una macchina per preparare il gelato.
Vedendo il disegno, il congegno sembra banalissimo e scontato, ma è frutto di un’intuizione straordinaria.
Infatti, la signora Johnson nel brevetto spiega che “invece di far ruotare il congelatore o il recipiente A che contiene la sostanza da congelare, come era sino a quel momento stato fatto, all’interno della miscela di ghiaccio e sale, dalle mani dell’operatore” ha inserito all’interno di tale recipiente “un albero verticale o asse B, che raggiunge il fondo e risale per un breve tratto sopra il coperchio del congelatore, attraverso il quale passa in un tubo C che attraversa centralmente, il coperchio e la sua maniglia” e sopra il quale è montata una manovella E opportunamente posizionata per conferire movimento all’albero.
Sull’albero posizionato sotto il coperchio del congelatore ci sono due o più ali F, F, che si estendono verso il basso e quasi ai lati dello stesso. Queste ali sono generalmente perforate con un numero di fori di circa mezzo pollice o più in diametro. Quando le ali sono solo 2, formano insieme una figura curva che, in sezione trasversale, ricorda la lettera S invertita, in modo tale che: (i) quando l’albero cui tali ali sono collegate viene azionato da destra verso sinistra, le ali medesime tendono costantemente a trasportare la massa liquida o semiliquida dal centro alla circonferenza del recipiente o del congelatore, e (ii) quando invece la manovella viene azionata da sinistra a destra, le ali tendono a rimuovere qualsiasi materiale congelato dalla superficie interna del recipiente o congelatore e a raccoglierlo verso la parte centrale, permettendo così a porzioni fresche di crema o altre sostanze di venire costantemente a contatto con la superficie refrigerante.
In buona sostanza, la signora Johnson ha inventato il primo mantecatore verticale da gelato, strumento fondamentale e imprescindibile, nonché capo saldo, della moderna arte gelatiera. Infatti, prima di tale invenzione, per impedire l’eccessiva solidificazione del gelato e la creazione di cristalli di ghiaccio, i gelatai dovevano continuamente e faticosamente rimuovere la golosa sostanza dai bordi del contenitore refrigerato utilizzando delle grosse spatole, generalmente di legno.
Ricordiamo che la bontà di un gelato dipende non solo dal livello qualitativo degli ingredienti utilizzati, ma anche, e in modo non marginale, dalla qualità del mantecatore. Quindi, se oggi – e soprattutto in queste giornate torride e afose – possiamo gustare un buon gelato rinfrescante, è anche grazie alla signora Nancy Johnson alla quale, da gran ghiottoni, va il nostro plauso e la nostra eterna gratitudine.
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