Era un lunedì, il 31 luglio 1826, quando a Valencia si consumò l’ultima esecuzione dell’Inquisizione Spagnola (che con la seconda restaurazione assolutista del 1823 aveva preso il nome di Giunta della Fede). La vittima: il maestro di scuola elementare Cayetano Ripoll.
Nato a Solsona, provincia di Lleida in Catalogna, Ripoll fu un patriota che combatté nella fanteria spagnola durante la guerra contro l’invasione napoleonica della penisola iberica. Venne però catturato e come prigioniero di guerra condotto in Francia. Qua entrò in contatto con un gruppo di quaccheri che lo motivarono a convertirsi al deismo.
Dopo la restaurazione dei Borbone in Spagna, troviamo Ripoll nel 1824 quale maestro elementare della parrocchia di Ruzafa, subito fuori le mura di Valencia. Secondo testimonianze raccolte durante il successivo processo, mostrava sempre gentilezza e amore per il prossimo, ma non aderiva ai rituali religiosi tradizionali della Chiesa Cattolica. Una denuncia anonima arrivò all’Inquisizione di Valencia e nell’ottobre del 1824 venne arrestato e messo sotto processo.
Rimase in carcere per due anni prima di avere la sua sentenza: condanna a morte per eresia. In quei due anni la Chiesa inviò un teologo per “rettificare la sua anima”, ma Ripoll non cedette. I reati per i quali venne formalmente accusato erano quattro: sostituire l’espressione “Ave Maria” con “Lodare Dio” nelle preghiere di classe, non andare a messa e non accompagnarci i suoi studenti, non uscire sulla porta per salutare il passaggio della processione del patrono e mangiare carne il Venerdì Santo.
Fu condannato a morte dalla Giunta diocesana della Fede come eretico testardo e rilasciato alla giustizia ordinaria. Il Tribunale di Valencia, pur non avendo l’autorizzazione del re, convertì la decisione nell’ordinamento civile e ordinò l’esecuzione della sentenza per il 31 luglio 1826.
Secondo una cronaca dell’epoca, firmata da Miguel Mendoza, Ripoll dovette attraversare il centro della città, rimproverato e offeso dalla folla. La sua morte fu grottesca. Venne impiccato, ma la punizione prevista dalla Chiesa per casi come il suo era di morire sul rogo. Il Tribunale di Valencia però non volle accordare questo modo di esecuzione della condanna e ne seguì una controversia fra l’ordinamento religioso e quello civile. Alla fine i carnefici risolsero dipingendo delle fiamme sulla botte dove cadde il suo corpo soffocato dalla forca.
Mesi prima della condanna però Ripoll era stato vicino al salvarsi. Infatti non si riusciva a trovare il suo atto di battesimo. Se non fosse stato cattolico, non lo si sarebbe potuto dichiarare eretico. Ma alla fine arrivò da Solsona il suo certificato di battesimo, che divenne il suo certificato di morte.
Le ultime parole pronunciate da Cayetano Ripoll sul patibolo furono “Muoio riconciliato con Dio e con gli uomini”.
L’arcivescovo di Valencia Simon Lopez giustificò l’esecuzione e il processo con una frase: “Dio voglia che serva da punizione per uno e da lezione per altri“.
Attualmente a Valencia esiste una piazza dedicata Cayetano Ripoll, Plaça del Mestre Ripoll, mentre Simon Lopez giace nella Cattedrale di Valencia.
L’Inquisizione Spagnola venne definitivamente abolita in ogni sua forma il 1 luglio 1835.