Sono mai stati commessi crimini al Polo Sud? Ebbene sì: abbiamo raccolto per voi tutti i bizzarri reati commessi Antartide.
Di solito al Polo Sud non avvengono molti fatti degni di nota, almeno sotto il profilo penale. Furti, pochissimi: troppo complicato portare qualsiasi cosa su quel continente, al Polo si trova solo l’indispensabile. Alcolismo, tanto: il reato più comune è l’oltraggio al pudore, ma non viene mai perseguito.
Sulla base del Trattato Antartico del 1959 un individuo accusato di un reato in Antartide deve essere giudicato dal suo Paese di appartenenza: con inevitabili grattacapi diplomatici nel caso si tratti di un reato ai danni del cittadino di un altro Stato.
Ogni tanto, comunque, qualche reato bizzarro pure viene commesso, in linea col clima del luogo:
– 1959, Base Sovietica Vostok: una partita di scacchi finisce in tragedia quando uno scienziato perde e attacca l’altro con una piccozza. Non è chiaro se l’attacco sia stato mortale o meno, ma di sicuro da allora gli scacchi sono stati banditi dalle stazioni antartiche sovietiche/russe;
– 12 aprile 1984, Base Argentina Almirante Brown: il capo della stazione argentina, dopo aver ricevuto l’ordine di rimanere per l’inverno, disperato, incendia le strutture della base;

– 9 ottobre 1996, Base Americana McMurdo: due lavoratori si scontrano in cucina con un martello. Entrambi necessitarono di parecchi punti. Gli Stati Uniti inviarono l’FBI per indagare e arrestare il sospetto, che venne portato a Honolulu e processato per aggressione. Si dichiarò “non colpevole”;
– 11 maggio 2000, Base Americana Amundsen-Scott: l’astrofisico australiano Rodney Marks muore improvvisamente.
Inizialmente si pensò a cause naturali, ma l’autopsia fatta sei mesi dopo in Nuova Zelanda rivelò un avvelenamento da metanolo. Il caso è tutt’ora irrisolto;
– 9 ottobre 2018, Base Russa Bellingshausen: Sergej Savitsky, ingegnere elettrico, accoltella più volte al petto il saldatore Oleg Beloguzov, probabilmente perché gli spoilerava il finale dei libri che prendeva in prestito in biblioteca. Dopo l’attacco, Savitsky confessò al direttore della base e fu rimpatriato in Russia, dove affrontò un processo a San Pietroburgo che si concluse con l’archiviazione, grazie al perdono della vittima e al pentimento dell’aggressore.
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