Comminare, v.
Il termine de’ legisti che analizziamo oggi, per definirlo con La Crusca, è proprio una chicca linguistica di settore. In effetti, non capita spesso di sentirlo utilizzare nel quotidiano, a meno che, tra le vostre amicizie, non vi siano feticisti del linguaggio giuridico o di arcaismi e latinismi in genere. Forse, allora, lo sapranno utilizzare nel modo corretto; il che non è scontato, poiché il termine nel corso degli anni ha visto un bizzarro scivolone di significato nel linguaggio comune. Per colpa di chi? Vediamolo insieme.
Comminare è un termine dotto, ricavato per direttissima dal latino COMMINARI, “minacciare”, composto dalla preposizione CUM-, ad indicare strumento o mezzo, e MINARI, verbo che indica appunto l’atto di minacciare. Dunque, comminare sta per stabilire “in astratto” una pena, minacciarla dunque, ma non irrogarla. Quello viene dopo.
Ma chi minaccia chi, per cosa? “La legge commina e il tribunale infligge” leggiamo nel Grande Dizionario dell’Italiano curato da Aldo Gabrielli. E già questo dovrebbe bastare a chiarire l’enigma di questo verbo che, usato e abusato nel giornalismo come nel linguaggio televisivo, da penne e voci poco accorte, ha assunto negli anni suo malgrado anche il significato di infliggere e non solo di minacciare.
In un’accesissima Lettera al Direttore del 1 luglio 1990, apparsa su una pagina de La Stampa dove si parlava anche della morte di Irving Wallace, un lettore si lamentava ironicamente e contritamente per l’utilizzo inappropriato del termine in ambito calcistico, a seguito di un “l’arbitro commina un’ammonizione” scappato ad un telecronista, forse con una spiccata vena catulliana.
Ma gli esempi si sprecano anche in ambito politico. Era il 1953, anno alpha per una nuova, esilarante, legge elettorale, con conseguenti querelle infuocate alla Camera (no, non è cosa nata con Sgarbi, era in uso già da tempo), Gronchi si trovò costretto ad infliggere pene disciplinari a dei deputati più spavaldi di altri.
Sempre su La Stampa il lettore di quel caldissimo gennaio poteva leggere:
Poi Gronchi annunzia le sanzioni per i maggiori responsabili. La più grave è contro l’on. Messinetti, per il quale commina cinque giorni di esclusione dall’aula con “riserva di denunciarlo a norma dell’art. 289 del Codice Penale per attentato contro la funzione delle assemblee legislative.
Scantonando di nuovo il significato originario del nostro termine. Ma è solo colpa di giornalisti e telecronisti? Ebbene no. Almeno dagli anni ’80 infatti si registra l’utilizzo, scorretto, del verbo anche da parte di togati e addetti ai lavori. La lingua è materia sensibile: basta poco per deviarne il corso, anche tra chi sui latinismi ci ha costruito esami interi.
E per i più curiosi, una chicca. Quando questo latinismo è passato al volgare italico, per la prima volta, nella lingua scritta?
Siamo nella seconda metà del 1300, e nello specifico, nelle Constitutiones Aegidianae di area umbro-romagnola, dove possiamo trovare un comminare come piace a noi:
Per nessuno modo […] alcun de loro o altra qualunque persona possa o debia fire renunciato o remettuto l’officio dell’appellacione o sopra ciò fire facto pacto de no appellare ançi la sentencia del gravamento o ançi la comminacione o de quelli comminati o etiamdeo doppo esso gravamento, cominatione, interlocutoria o sentencia diffinitiva…
Con significato quindi, di minaccia e non di irrogazione. Se vi capitasse di sentire ancora abusi linguistici del termine, sapete a quale testata giornalistica indirizzare le vostre lamentele.
Bibliografia
Comminare, in GDLI, Grande Dizionario della Lingua Italiana, UTET (accessibile online).
Comminare, in TLIO, Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (Accessibile online).
Comminor in Charlton T. Lewis and Charles Short (1879) A Latin Dictionary, Oxford: Clarendon Press.
“Le sinistre scendono dai banchi per impedire ai deputati di votare”, La Stampa, 14/1/53, p. 6.
“Si “commini” una pena agli autori di video-strafalcioni”, La Stampa, 1/7/1990, p. 16. (accessibile online).
“Giustiziare “comminare”!”, Risposte ai Quesiti, Accademia della Crusca (accessibile online).
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