Nel 1901 Lord Frank Russell, 2° conte di Russell e collezionista di matrimoni fallimentari, fu processato davanti alla Camera dei Lord per bigamia. Come si svolse? Ve lo raccontiamo in tutti i dettagli, tra ufficiali araldici d’Inghilterra, plurimi inchini e formule di rito anglo-normanne.
Tra il 1886 e il 1931 alla Camera dei Lord sedeva un conte. Non era una persona qualsiasi, era il nipote di un primo ministro e il fratello del filosofo Bertrand Russell: si trattava infatti di Frank Russell.
Perché ce ne interessiamo? Diciamo che ebbe delle vicende matrimoniali piuttosto complicate quanto scandalose: ma queste alla fine ce le hanno in molti. Lui, però, essendo Lord, ed essendo vissuto prima dell’approvazione del Criminal Justice Act del 1948, aveva il privilegio che i suoi panni sporchi, se penali, dovevano essere giudicati dall’intera Camera dei Lord riunita come tribunale, secondo un rito chiarificatosi solo col Treason Act del 1695.
Frank Russell, all’età di 54 anni, nel 1919, era già due volte divorziato e si era separato definitivamente dalla terza e ultima moglie tre anni dopo il nuovo matrimonio.
Sua prima moglie fu Mabel Edith Scott, figlia del baronetto Sir Claude Edward Scott. Si sposarono nel 1890; il matrimonio fu un disastro, durò solo tre mesi. Mabel fece causa per separarsi giudizialmente da lui (e perse) nel 1891, accusandolo nel processo di “comportamento immorale” con un altro amico universitario, Herbert Ainslie Roberts. Non essendo riuscita a convincere la giuria, tentò successivamente di ottenere la separazione per via indiretta, chiedendo la “restituzione dei diritti coniugali” nel 1894. Questa particolare azione, tipica del diritto della sola Inghilterra e abolita solo con il Matrimonial Proceedings and Property Act del 1970, serviva per accertare che un coniuge fosse andato a vivere separatamente e a obbligarlo a ricostituire la comunione matrimoniale. Se ciò non fosse avvenuto, sulla base del Matrimonial Causes Act del 1884, il coniuge colpevole sarebbe stato arrestato e l’altro avrebbe avuto diritto alla separazione o al divorzio (in caso di adulterio).
Russell si oppose aprendo una causa parallela, sostenendo che le continue accuse di sodomia della moglie equivalevano a una forma di crudeltà matrimoniale: su questa base gli fu concessa la separazione giudiziale nel 1895. Mabel però fece appello e il verdetto fu annullato.
Il caso, civile e non penale, a questo punto passò all’Appellate Committee of the House of Lords dove i giudici negarono a entrambi soddisfazione, legando la definizione di crudeltà matrimoniale alla violenza fisica e facendo di Russell v. Russell un caso di rilevanza giurisprudenziale per i successivi 70 anni.
Anche la suocera di Russell entrò a gamba tesa nella disputa, distribuendo 500 dossier a membri della Camera dei Comuni e dei Lord, a parenti, alla stampa e altre figure chiave della società, accusando il conte di sodomia. Questi la querelò per calunnie e la suocera fu condannata a 8 mesi di reclusione dalla Corte Centrale Criminale d’Inghilterra nel 1897. Secondo Russell, le spese legali collegate al divorzio dalla prima moglie gli costarono l’incredibile cifra di 30.000 sterline (circa 5 milioni di euro di oggi).
Il conte successivamente sposò Marion Somerville, nota come Mollie. Era la figlia due volte divorziata di un mastro calzolaio irlandese. Mollie era una femminista, suffragetta e liberale radicale. Si sposarono negli Stati Uniti nell’anno 1900, dopo aver stabilito la residenza in quel Paese e aver ottenuto il divorzio in Nevada: il primo divorzio di celebrità registrato in quello stato che ne diventerà capoluogo.
Le autorità britanniche considerarono invalido il divorzio e Russell fu arrestato e portato di fronte all’intera Camera dei Lord, accusato di bigamia il 18 luglio 1901.
Dopo le preghiere d’uso, il Segretario della Camera (il Clerk) fece l’appello nominale dei lord spirituali e temporali presenti. Entrarono quindi i giudici, invitando a prendere parte al processo: si contavano circa 200 Lord, compreso Lord Salisbury, il primo ministro.
Il King of Arms, il primo degli ufficiali araldici d’Inghilterra, fece loro prendere posto in quest’ordine: prima i giudici, a due a due, quindi successivamente i baroni, i vescovi, i conti, i marchesi, i duchi, il lord custode del sigillo privato, l’arcivescovo di York, il sergente d’armi della Camera dei Lord (abolito nel 1971), il custode della borsa privata (cioè il tesoriere del Sovrano), il gentiluomo usciere dell’asta nera (meglio conosciuto solo come Black Rod) e in fine il lord Cancelliere.
Quando furono tutti seduti, il King of Arms gridò: “Oyez! Oyez! Oyez!“.
“Oyez” discende dall’anglo-normanno oyez, la forma imperativa plurale di oyer, dal francese ouïr, “ascoltare”; quindi oyez significa “ascoltate” ed era usato come un invito al silenzio e all’attenzione dai banditori e all’inizio delle udienze in tribunale: ancora viene gridato quando si riunisce la Corte Suprema negli Stati Uniti.
Il King of Arms proseguì: “Il nostro Sovrano Signore, il Re, strettamente ordina e comanda a tutte le persone presenti di mantenere il silenzio sotto la pena della prigionia”. Lesse dunque la lettera patente con cui Re Edoardo VII nominava il Lord Cancelliere a funzionare nel processo quale lord Grande Intendente (Lord High Steward), il primo dei grandi ufficiali di Stato, ma che, per ragioni molto inglesi, dal 1421 si nomina solo in occasione delle incoronazioni. Comunque sia, quale simbolo ed effetto della nomina, il King of Arms e il gentiluomo porsero al Lord Cancelliere una lunga e sottile bacchetta bianca d’avorio, non prima però di essersi inchinati tre volte.
Solo a questo punto venne introdotto alla sbarra l’accusato, Lord Russell. Dopo aver fatto i tre inchini di rito, si sedeva sopra uno scranno preparatogli di fronte al lord Cancelliere: cominciava subito il dibattimento.
L’avvocato difensore sostenne che la legge inglese non poteva colpire il suo cliente, perché questi aveva contratto il nuovo matrimonio negli Usa, dove non poteva arrivare la giurisdizione del Sovrano del Regno Unito. Ma i giudici non valutarono positivamente l’argomento.
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L’ultimo a parlare fu l’accusato. Disse di aver offeso la legge senza volerlo e saperlo; che avendo preso residenza in America ed essendovi rimasto per otto mesi credeva in buona fede, anche per opinione di legali, di poter contrarre legittimamente il nuovo matrimonio; affermò di non aver ingannato la sua seconda moglie Mollie, la quale conosceva benissimo le sue peripezie matrimoniali e concluse con queste parole: “Undici anni or sono, my Lords, quando ero appena ventitreenne, cominciò la serie delle disgrazie di cui questo processo è il coronamento. Infelicissima fu l’unione da me contratta nel luglio del 1890 quando non potevo ancora avere a guida l’esperienza e il giudizio che ho dovuto a mie spese acquistare più tardi. My Lords, io ho errato contro la legge civile riguardo alla validità del mio divorzio e vedo, a mia sorpresa e senza che allora ne avessi cognizione o la minima idea, di essermi reso colpevole di fronte alla legge criminale di questo paese. My Lords, io non ho più altro da dire: mi abbandono al vostro giudizio e vi domando quell’indulgenza che vi parrà io possa meritare!“.
E i Lord, tenendo in considerazione delle circostanze attenuanti, del fatto che aveva agito in buona fede e delle torture che gli aveva inflitto in undici anni la prima moglie, lo condannarono a tre mesi di carcere.
Tutti e duecento erano stati chiamati a deliberare sul verdetto dichiarando a voce alta “Guilty, upon my honour” o “Not guilty, upon my honour”.
Letta la sentenza il King of Arms gridò ancora: “Oyez! Oyez! Oyez! Il nostro Sovrano Signore, il Re, strettamente ordina e comanda a tutte le persone qui presenti di partirsi di qui nella pace di Dio e in quella del nostro Sovrano Signore, il Re, perché sua signoria il mio Lord Grande Intendente decide di sciogliere il suo compito!”.
In seguito a queste parole infatti il Lord Cancelliere spezzò la bacchetta bianca sul ginocchio a simboleggiare che l’ufficio speciale a cui era stato nominato si era concluso.
E tutto finì.
I Lord se ne andarono nella pace di Dio e in quella del Re mentre Lord Russell dipartiva per la prigione di Holloway, accompagnato dalla sua seconda moglie che aveva assistito trepidante al processo.
Mabel, la prima moglie, ottenne il divorzio sulla base della sua condanna, e Russell sposò nel Regno Unito Mollie il 31 ottobre 1901, tre giorni dopo che il divorzio divenne irrevocabile. Mollie, a sua volta, divorziò da Russell nel 1915, probabilmente con il suo accordo.
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