Ultim’ora Quirinale
I primi quattro scrutini hanno dato alcuni responsi. Da un lato, il tentativo da parte del centrodestra di trovare un’unità d’azione con un nome che potesse ricompattare la coalizione tripartitica dopo la bruciatura della candidatura di Silvio Berlusconi; mentre, sull’altro fronte, il dualismo Conte-Di Maio, le arroccate di Enrico Letta e gli inserimenti di Renzi hanno portato ad uno stallo, che ha aperto una nuova fase dell’elezione, che per ora vede uno zoccolo di voti che supera il centinaio (segnale subliminale?) per la rielezione di Sergio Mattarella. Già dalla serata del 26 gennaio, dopo il veto della sinistra sulla Presidente del Senato, Casellati, sono trapelate notizie di accordi tra centrodestra e centrosinistra sui nomi di Pierferdinando Casini e di Sabino Cassese. La Giornata della Memoria del 27 gennaio ha offerto, invece, un’ipotesi concreta di accordo sul nome di Elisabetta Belloni, ma anche qui ci concediamo il beneficio dell’imprevedibilità, tipico del “gioco del Quirinale“. Diamo un’occhiata a questi ultimi due profili.
Elisabetta Belloni
L’attuale Direttrice Generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza della Presidenza del Consiglio dei ministri (in altri termini i servizi segreti italiani) ha scalato gli indici di gradimento di buona parte dell’arco parlamentare.
Romana, residente a Monte San Savino vicino ad Arezzo, si è laureata in Scienze Politiche presso la LUISS di Roma nel 1982, è una donna delle istituzioni con una carriera di altissimo profilo nell’ambito della diplomazia. Nei ruoli della carriera diplomatica per concorso dal 1985 ha ottenuto da subito un incarico presso l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale a Vienna, per poi affrontare dal 1989 incarichi sul tema della sicurezza internazionale presso la Direzione Affari politici della Farnesina, supportando la Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE) divenendo poi vice-Capo Delegazione Confidence and Security Building Measures. Negli anni Novanta potenzia il suo curriculum lavorando a Vienna come Primo Segretario presso la rappresentanza diplomatica delle Organizzazioni Internazionali e all’ambasciata italiana in Slovacchia.
Negli anni duemila inizia una importante scalata ai vertici dell’alta amministrazione del Ministero degli Affari esteri. Dopo alcuni primi incarichi di direzione presso gli uffici per i Paesi centro-orientali europei, diviene dal 2002 Capo della Segreteria del Sottosegretario di Stato agli Esteri e nel 2004 l’importantissimo incarico di Capo dell’Unità di Crisi della Farnesina. Di lì fino al 2015 (nel 2014 ottiene la nomina ad ambasciatrice di primo grado) le direzioni generali della cooperazione allo sviluppo e delle risorse per l’innovazione la portano ad una chiamata fondamentale: è Capo di Gabinetto del Ministro degli affari esteri, Gentiloni (Governo Renzi) e dal 2016 diviene la prima donna al vertice dell’amministrazione degli affari esteri (Segretario Generale del Ministero). Un incarico che ha mantenuto fino al maggio 2021 per ben cinque anni, resistendo allo spoil system di esecutivi di vario colore: solo l’ultima nomina da parte di Mario Draghi alla Direzione Generale del DIS la porta fuori dalla Farnesina verso Piazza Dante: anche qui prima donna a Capo dei servizi segreti italiani.
Il nome della Belloni è emerso, probabilmente, per lo spirito di servizio reso per governi di vario colore politico e per l’alto indice di gradimento politico per il suo operato. Anche all’estero ha ricevuto il prestigioso titolo di Cavaliere della Legion d’onore in Francia per l’operato svolto a capo dell’Unità di crisi della Farnesina per le crisi in Libano, Costa d’Avorio e per lo tsunami in Asia del 2005. La Belloni in queste ultime ore è diventata una seria candidata per essere la prima donna a scalare i vertici nazionali dopo quelli dell’amministrazione diplomatica.
Sabino Cassese
Sabino Cassese (irpino di Atripalda e classe 1935) è un giurista di fama internazionale che ha bisogno di ben poche presentazioni. Allievo del Collegio giuridico-medico di Pisa, si è laureato presso la medesima Università nel 1956 in giurisprudenza. Figlio dello Storico e Archivista Leopoldo Cassese e fratello dell’internazionalista Antonio, ha da subito incentrato la sua specializzazione come ricercatore e docente nell’ambito del diritto pubblico, concentrandosi sul diritto amministrativo sia sul fronte internazionale e sia nel rapporto tra diritto pubblico ed economia. Annoverando anche un’esperienza di lavoro presso l’ENI nei primi anni dopo la laurea ha gettato le basi per il cursus honorum accademico, divenendo docente presso varie Università italiane (Urbino, Ancona, Napoli, Scuola superiore della Pubblica amministrazione italiana) per poi approdare alle cattedre di diritto pubblico dell’economia e di diritto amministrativo dell’Università “La Sapienza” di Roma fino alla nomina da Professore Emerito a Giudice della Corte costituzionale nel 2005 da parte di Carlo Azeglio Ciampi.
Ha insegnato in varie Università straniere e italiane in qualità di “Visiting Professor” (basti citare la Stanford University, Berkeley, Aix en Provence, Paris II, Castilla-La Mancha, la Scuola Normale Superiore di Pisa e l’Institut d’Etudes Politiques di Parigi), ma tutt’ora svolge attività didattica e di divulgazione scientifica come opinionista in trasmissioni televisive e attualmente come penna editoriale del Corriere della Sera e de il Foglio.
A livello istituzionale ha affiancato la carriera accademica a incarichi di grande prestigio come il “Presidente della Commissione d’indagine sul patrimonio immobiliare pubblico” sotto il Governo Craxi o come membro della commissione OCSE dell’European Group of Public Administration dal 1987 al 1991, ma, in particolare, è stato chiamato dal Presidente della Repubblica Scalfaro ad entrare nel primo Governo a guida di provenienza tecnica della Storia (Ciampi) come Ministro per la funzione pubblica dal 1993 al 1994. Durante l’incarico ministeriale Cassese si è fatto portavoce di necessità di cambiamento della pubblica amministrazione italiana, potenziando l’onda e lo spirito riformatore della Legge 241 del 1990. Lo stesso Cassese nel suo scritto “Il sistema amministrativo italiano, ovvero l’arte di arrangiarsi” (scritto in curatela con il collega amministrativista Claudio Franchini per il volume “La pubblica amministrazione italiana” del 1994) ha avuto modo di definire la PA come un’entità “senza storia”, denunciando la persistenza di un’amministrazione organizzata secondo lo schema cavouriano e lamentando una mancanza di leadership da parte del Governo.
La nomina a Giudice costituzionale ha portato Cassese a misurarsi fino al 2014 con ben 211 provvedimenti in qualità di relatore (tra cui spicca la sentenza che ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo sulla legge elettorale Calderoli nel 2012) e anche presiedendo il consesso negli ultimi scampoli di mandato. È stato nominato Giudice emerito della Corte costituzionale.
Come per il collega Amato, l’attività e la produzione scientifica è molto estesa e ha travalicato i confini nazionali. Da un lato, il contributo dato alla manualistica e alla trattatistica (“La nuova costituzione economica”, Laterza, IV ed. 2007; “Le basi del diritto amministrativo”, Garzanti, 2000; “Trattato di diritto amministrativo” (a cura di), Giuffrè, II ed. 2003), così come alla cura di varie voci enciclopediche sulle categorie generali del diritto pubblico come la curatela del “Dizionario di Diritto pubblico” (Giuffrè 2006). Sotto un altro aspetto hanno contribuito a creare dei veri e propri filoni e scuole di pensiero gli scritti sulla cd. “Global Law” dal punto di vista del diritto pubblico. Da citare “La crisi dello Stato (2002)”, “Lo spazio giuridico globale (2003)”, “Oltre lo Stato (2006)”, “I tribunali di Babele. I giudici alla ricerca di un nuovo ordine globale (2009); Il diritto amministrativo: storia e prospettive (2010)” e le sue molte collaborazioni con i giuristi più affermati nel panorama europeo e mondiale. Un ultimo cenno all’interessantissima testimonianza della sua attività di giudice costituzionale: “Dentro la Corte. Diario di un giudice costituzionale, Il Mulino, Bologna, 2015”.
Su Sabino Cassese non si può certo dire, come con Amato, che il ruolo di garanzia e il profilo tecnico siano un problema. Un impedimento è l’età anagrafica che lo porterebbe nel caso di elezione al Quirinale a terminare il settennato a 94 anni, diventando così il più anziano in assoluto (Amato è di 3 anni più giovane). Altri impedimenti potrebbero sopraggiungere per il suo sostegno per il SI al referendum confermativo sulla riforma costituzionale “Renzi-Boschi”. Anche se il suo nome, sul punto, sembrerebbe girare molto negli ambienti di centro-destra e della Lega di Matteo Salvini. Sta di fatto che, dopo la sua indicazione a Presidente della Repubblica già nel 2013 nelle drammatiche elezioni che portarono Napolitano al Colle una seconda volta, la riemersione del suo nome non è un fatto del tutto casuale.
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