Le forze dell’ordine incorrono spesso in loschi ceffi che non hanno rispetto della divisa: vi proponiamo la storia di un oltraggio a un brigadiere che ispirò la Corte di Cassazione di Roma a una definizione più accurata di “oltraggio alle forze dell’ordine”.
Essere un agente delle forze dell’ordine non è mai stato semplice: criminali da rincorrere, malazioni da sventare e una scrivania ricca di scartoffie da firmare!
Figurarsi allora l’umore del brigadiere protagonista di questa Massima. Siamo nel 1879, forse in una località di frontiera (ma non è detto: allora c’erano dogane e doganieri in entrata in tutte le città). Il nostro protagonista è un brigadiere dei Reali Carabinieri sulle tracce di un sospettato. Individuato l’uomo, gli si accosta chiedendo di seguirlo in caserma. Nulla da fare! L’indagato, indignato, ribatté “ch’egli era un galantuomo e non un assassino, e che perciò non aveva da fare con lui. Che non si sarebbe giammai recato nella caserma“.
E se pure l’agente avrebbe potuto ignorare quelle repliche e persuaderlo con le buone, ecco che il sospettato continuava con le sue proteste, con un “altiero contegno e animo beffardo” che forse gli proveniva dal sonoro cognome: si chiamava nientedimeno che Casanova!
Ma a un certo punto, il Casanova esagerò davvero:
poi con cipiglio minaccioso soggiunse: va via, togliti dinanzi, non vengo, hai capito, eh? buttandogli sul viso il fumo del sigaro che aveva in bocca
Dopo queste parole, il brigadiere si sentì tanto offeso da essere obbligato ad accettare l’aiuto di un doganiere, il quale, “commosso della umiliante, di lui posizione, spontaneamente vi si offerse per richiamare all’obbedienza della legge l’iracondo offensore”.
La Corte di Cassazione di Roma, chiamata a decidere sul caso, stabilì che non si trattava di semplici ingiurie, ma di un vero e proprio oltraggio all’arma, rifacendosi all’art. 260 cod. pen. La Corte affermò che con quelle parole di disprezzo “s’insultava il decoro dell’arma che ne rimaneva grandemente oltraggiata, deprezzandosi il prestigio di colui che la rappresentava”.
Qual è il punto? Secondo la Cassazione un conto è l’ingiuria (tipo questa), che è semplice irriverenza, al massimo contumelia, mentre tutt’altra cosa è l’oltraggio, che è invece paragonabile a un attacco, “che per suo carattere tenda a paralizzare l’autorità morale e ad invilire l’autorità dell’agente della forza pubblica“.
Immaginate essere paralizzati e inviliti da una nuvola di fumo!
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