La Corte costituzionale ha una nuova presidente: Silvana Sciarra, in carica fino al novembre 2023. Parliamo della seconda donna a rivestire tale carica dopo la Prof.ssa Marta Cartabia e, soprattutto, la prima donna eletta giudice costituzionale dal Parlamento.
Nella giornata di martedì 20 settembre 2022 è stata eletta, con 8 voti favorevoli su 15 totali dal collegio dei Giudici costituzionali, la Prof.ssa Silvana Sciarra come nuova Presidente della Corte costituzionale e rimarrà in carica fino al novembre 2023, quando scadrà il suo mandato novennale di giudice costituzionale. La Prof.ssa Sciarra ha ottenuto l’elezione dopo essere stata Vice-Presidente durante il mandato del predecessore, Giuliano Amato, ed è la seconda donna a rivestire tale carica dopo la Prof.ssa Marta Cartabia ed è, come riporta il comunicato stampa di accompagnamento, la “ […] prima donna eletta giudice costituzionale dal Parlamento […]”.
Pugliese (Trani), giuslavorista e laureata presso l’Università degli Studi di Bari, la Prof.ssa Sciarra può vantare un profilo accademico di ampio respiro europeo e internazionale. Allieva di Gino Giugni, maestro giuslavorista e già Ministro del lavoro del Governo Ciampi , ha insegnato in numerose Università italiane e straniere, dove in particolare si ricordano l’Università di Firenze (Professoressa Emerita di Diritto del Lavoro), Siena, LUISS, Harvard Law School, Columbia, Cambridge ed UCLA (dove è stata vincitrice di borsa Fulbright) e l’European Institute di Fiesole, dove ha insegnato Diritto del lavoro e Diritto sociale europeo (European Labour and Social Law) dal 1994 al 2003 e di cui è stata Direttrice del Dipartimento di Diritto dal 1995 al 1996.
I suoi interessi di ricerca hanno, in particolare, riguardato la dimensione europea del Diritto del lavoro, mettendo, poi, la sua esperienza e le sue competenze sempre in stretta collaborazione con numerosi progetti di ricerca finanziati dalla Commissione europea. Di questi si ricordano i coordinamenti il rapporto generale sull’evoluzione del diritto del lavoro nell’Unione europea dal 1992 al 2003, e il recentissimo incarico in qualità di membro del comitato che fornisce un parere sui candidati all’esercizio delle funzioni di giudice e di avvocato generale della Corte di giustizia e del Tribunale ex art. 255 TFUE e su designazione del Consiglio dell’Unione europea.
Tra le sue pubblicazioni si segnalano la monografia su “Contratto collettivo e contrattazione in azienda” del 1985, i rapporti sull’evoluzione del diritto del lavoro per la Commissione europea del 2005, e gli approfondimenti sull’evoluzione delle relazioni sindacali e i temi del lavoro e della concorrenza in Italia e in Europa ai tempi della crisi finanziaria: “L’Europa e il lavoro. Solidarietà e conflitto in tempi di crisi” (2013,“Solidarity and conflict. European social law in the crisis” , 2018), Diritti e poteri nei luoghi di lavoro. Una lettura dello Statuto dei lavoratori nel tempo della pandemia, 2021.
Non da ultimo si segnala un interessante scritto a tema quasi autobiografico sulle dinamiche e sui metodi di lavoro interni della Corte costituzionale: “Una ragionevole responsabilità. Il caso della Corte costituzionale, Psiche 2021”. È stata, poi, anche co-direttrice della rivista Giornale di Diritto del Lavoro e di Relazioni Industriali.
La sua attività di giudice costituzionale è stata molto corposa. È entrata in Corte costituzionale come giudice eletta dal Parlamento in seduta comune il 6 novembre 2014 dopo ben 21 scrutini, rompendo uno stallo istituzionale particolarmente grave e ottenendo l’elezione grazie ad un ampio accordo tra le varie forze politiche.
Si rammentano alcune sentenze di grande rilevanza e che hanno animato molto il dibattito scientifico sul loro peso. In particolare, la sentenza n. 70 del 2015, di cui è stata relatrice, in materia di pensioni, che ha portato ad un serrato e teso caso con il Governo sui meccanismi di rivalutazione e di adeguamento automatico per i trattamenti previdenziali superiori a tre volte il minimo, ha riguardato nel suo dispositivo l’annullamento del blocco integrale e biennale della rivalutazione automatica (2012 e 2013 ed effettuato dal Governo Monti con il decreto “Salva Italia”).
La pronuncia si è rivelata ad effetti retroattivi (sollevando un significativo dibattito scientifico tra i costituzionalisti) con la conseguenza diretta che il Governo in carica (Renzi) era stato chiamato ad intervenire per reperire le risorse necessarie per provvedere ad una corretta rivalutazione e di “restituire” ciò che nel periodo inciso non era stato correttamente rivalutato a causa del blocco, secondo i canoni dettati dalla Corte.
In più recenti casi la nuova Presidente è stata relatrice di altrettante spinose questioni sui diritti di natura sociale dei cittadini e del dialogo tra Corti (in particolare la Corte di Giustizia UE). È il caso, ad esempio, della sentenza n. 54 del 2022 sul riconoscimento anche a nuclei familiari di prestazioni sociali per ovviare a situazioni di disagio sociale, della sentenza n. 67 del 2022 sull’assegno unico famigliare e sulla possibilità di disapplicazione diretta della normativa italiana in contrasto con il diritto euro-unitario e della sentenza n. 32 del 2021 sul riconoscimento del legame di filiazione del nato a seguito di fecondazione eterologa da una coppia dello stesso sesso, dove si è effettuato un monito al legislatore affinché approntasse rimedi per il minore e ovviasse al vuoto normativo.
La Presidente Sciarra scrive nella introduzione di un suo recente pezzo (Una ragionevole responsabilità. Il caso della Corte costituzionale, Psiche 1/2021):
[…] Il diritto si presta a confronti sottili, talvolta rivelatori di opzioni profonde, con implicazioni che si espandono ben oltre le tecniche interpretative o l’esegesi. Per questo, non posso dimenticare di aver avvertito la sensazione di un nodo che si stringeva in gola, quando ho salutato gli studenti del mio corso, prima di partire per Roma verso la Corte costituzionale […].
Buon lavoro, Presidente!
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