Nell’immaginario collettivo gli Stati Uniti rappresentano la nazione di immigrati per antonomasia, questo aspetto iniziò a profilarsi da subito, durante il periodo coloniale, prima che una porzione di America settentrionale proclamasse l’autonomia dall’Impero britannico e si costituisse in nazione sovrana.
Prima del conseguimento del indipendenza dalla Gran Bretagna, circa 600.000 europei attraversarono l’oceano e si stabilirono sul territorio che sarebbe diventato parte degli Stati Uniti, precisamente su quella che oggi viene chiamata comunemente East Coast. Il tutto per realizzare disegni e speranze di arricciamento, con speculazione economico-finanziarie, un prodotto su tutti il tabacco, le cui piantagioni potevano garantire delle rendite eccezionali, per questo molti privati prima e compagnie commerciali dopo tentarono questa strada; per migliorare le proprie condizioni di vita, sottraendosi all’esistenza precaria del Vecchio Mondo causata dalla miseria; per sfuggire all’intolleranza religiosa e la repressione politica.
Se le potenze iberiche si concentrarono principalmente sulle isole e su quella che gli storici denominano America Latina, a stabilirsi nell’America del Nord furono soprattutto gli inglesi. A partire dal Cinquecento esploratori e avventurieri come Walter Raleigh e Humphrey Gilbert (i quali sbarcarono rispettivamente sull’isola di Roanoke in North Carolina e a Terranova), che rivendicarono il possesso di vaste terre sul versante nord del continente del continente, a beneficio dei monarchi inglesi.
Il primo insediamento inglese fu la città di Jamestown sorto nel 1607 a poche miglia dalla costa meridionale della baia di Chesapeake, nell’attuale Virginia; la colonia fu il frutto di una concessione che il sovrano, Giacomo I Stuart fece ad una società di speculatori, la Compagnia di Londra, i cui azionisti speravano di ricavare grandi rendite dallo sfruttamento del suo territorio, ma la vicenda si risolse in modo negativo a causa delle malattie, la scarsa attitudine al lavoro da braccianti mescolato ad una pessima organizzazione e dei pessimi rapporti di vicinato con la popolazione indigena, i powathan.
La Susan Constant, la Discovery e la Goodspeed, le tre imbarcazioni che la comando di Christopher Newport portarono i 104 prigionieri a Jamestown, non sono mai riuscite a rivaleggiare nella memoria collettiva con la ben più celebre Mayflower, la nave con la quale i padri pellegrini, guidati da William Bradford sbarcarono a Plymouth sulla costa del Massachusetts, nel 1620. Probabilmente la speculazione che affondava le radici nelle motivazioni nel viaggio di Newport e i suoi mal si prestò a rendere il loro sbarco come l’episodio iconico all’origine della nazione statunitense. Invece, la spedizione di Bradford, sebbene con tredici anni di ritardo, si è prestata in modo più efficace a rappresentare la genesi embrionale degli Stati Uniti.
I padri pellegrini erano un gruppo di separatisti inglesi, di orientamento calvinista, che abbandonarono la madrepatria per conservare la propria integrità spirituale e sottrarsi al soffocamento della riforma protestante e al ritorno della corruzione del cattolicesimo. Originariamente, nel 1608 ti trasferirono in Olanda, ma dodici anni dopo si imbarcano nell’impresa di attraversare l’Atlantico, dove avrebbero dovuto raggiungere la Virginia, dove il sovrano, Giacomo I aveva fatto al gruppo concessione di una parte del territorio, per conto della compagnia commerciale di Plymouth. Ma il maltempo e le cattive condizioni di navigazione lo costrinse ad approdare nel Massachusetts, dove, essendo fuori dalla regione designata per loro, si ritennero sciolti dagli obblighi contrattuali verso la compagnia. Per legittimare il loro controllo su questo territorio, sottoscrissero un patto prima ancora di mettere piede a terra, il Mayflower Compact, con il quale si proclamarono corpo civile e politico, ovvero una comunità dotata di una forma di autogoverno, fondato su una sorta di democrazia solidaristica, incentrata sull’impegno dei membri a promuovere il benessere collettivo. La loro sopravvivenza non fu delle più semplici, specie all’inizio, infatti riuscirono a passare il primo inverno solo grazie agli aiuti che ricevettero dalla popolazione indigenza, i wampanoag, in termini di procurarsi cibo e coltivare la terra. L’inaspettata abbondanza del raccolto fu all’origine della prima festa del Ringraziamento nell’anno successivo in Novembre, il 1621.
Era una mattina del 21 dicembre dell’anno 1620, William Bradford e i padri pellegrini sbarcarono dalla Mayflower su una roccia, la Plymouth Rock dove avrebbero fondato la colonia di Plymouth (Massachusetts), la storia degli Stati Uniti partiva ufficialmente.