Il termine Reconquista è entrato stabilmente nella storiografia a partire dal XVI secolo e sta ad indicare quel lungo periodo di guerre che i regni cristiani della Penisola Iberica combatterono contro i mori per riconquistarla: tale processo iniziò con la vittoria di Pelagio, re delle Asturie (nel nord della Spagna), a Cavadogna e, terminato nel 1492. Tale epilogo fu sancito simbolicamente con la presa della roccaforte di Granada e con l’unione, anche se precedente, tra i due sovrani cattolici di Aragona e Castiglia, che comprendevano quasi interamente l’odierno territorio spagnolo (la Navarra verrà assorbita solo nel 1512, mentre il Portogallo aveva già costituito un regno autonomo a partire dal XII secolo). Per molti anni la storiografia ha interpretato la nascita della Spagna e quindi la Reconquista come una sorta di eterna crociata portata avanti dai vari regni cristiani in terra iberica, ma probabilmente lo fece senza tenere conto della fitta rete di rapporti quotidiani che da secoli intrecciavo musulmani e cristiani su quel territorio, nonché le varie influenze culturali (da sottolineare il fatto che proprio grazie alla presenza islamica in Spagna che vennero alla luce molte opere scientifiche e autori classici come Platone, Tolomeo, Archimede, Galeno, Ippocrate, Euclide) ed economici che le due popolazioni si diedero a vicenda. Non è neanche da sottovalutare le varie alleanza nello scacchiere che videro, non di rado, alcuni dei regni cristiani allearsi momentaneamente con i musulmani per combattersi l’un l’altro.
La conquista musulmana della penisola risale al 711 da parte della dinastia degli Omayyadi, la invasero sconfiggendo i Visigoti, che durante i secoli precedenti (nel periodo delle migrazioni barbariche) vi si erano stabiliti e la governavano quali re. Sapendo che l’inizio del processo di Reconquista ebbe inizio nel 718, si può dire che fin da subito le ribellioni cristiane diedero inizio a tale processo. Insieme al sovrano delle Asturie vi furono anche quelli di León, che durante i secolo VIII e IX intrapresero varie guerre. In seguito, si affermarono anche i regni di Navarra e Aragona, che alleatisi, riuscirono a penetrare nei territori arabi fino a Cordova annettendoli nel 1010. Sicuramente la vittoria più simbolica e più importante che i regni cristiani ottennero fu quella del 1212, con la famosa battaglia di Las Navas de Tolosa, quando castigliani, gli aragonesi e navarresi (i tre regni cristiani principali) si unirono e spazzarono via i regni indipendenti degli almohadi, tanto che verso la fine del secolo il dominio musulmano della penisola venne ridotto al regno di Granada. I tutto fu possibile anche, seppur in misura minore di quel che potrebbe pensare, della forza ideologica spinta dai vari papi che si susseguirono nel medioevo, che da sempre incoraggiarono i sovrani e i signori cristiani di tutta Europa ad intraprendere azioni militari per dare man forte contro gli islamici.
Nello specifico, tra il XIV e il XV secolo, vi furono degli sviluppi amministrativo-politici molto importanti all’interno dei regni cristiani, sviluppi che per certi versi furono simili a quelli che vi erano sul reso del continente. Su tutti, si rafforzarono gli apparati amministrativi, formando un élite di ufficiali regi, si affermarono progressivamente le cortes, assemblee amministrative del clero, si sviluppo inoltre una forte aristocrazia cittadina. Queste ultime ebbero un ruolo fondamentale, in quanto riuscirono ad avere un ruolo di primo piano nell’azione regia del governo, vedendosi riconosciti molti spazi di autonomia rispetto alle tradizioni locali.
Nel corso dei secoli, come già ricordato, furono soprattutto i regni di Castiglia e di Aragona che assunsero un ruolo politi ed economico di primo piano. entrambe le corono dovettero misurarsi con il peso politico-amministrativo delle rispettive elitè e famiglie aristocratiche e in un modo o nell’altro dovettero affidarsi proprio a loro per il controllo diretto del territorio. Se da un lato il regno di Aragona poté contare fin da subito su un’innata vocazione marittima per quanto riguarda il suo peso economico e politico (visto il possesso di regioni come le Baleari, Sardegna, Sicilia e Regno di Napoli), i castigliani rimasero particolarmente legati agli introiti di attività terrestri come l’agricoltura e la riscossione di tributi, specie quelli imposti ai musulmani e provenienti dal Regno di Granada, le parias, infatti il commercio granadino era molto florido con il Vicino Oriente e il Maghreb, di fatto, era un modo per il regno castigliano, di incassare il prezioso oro proveniente dall’Africa, oro che poi si diffuse in tutta Europa e, cosa più importante per i sovrani, aiutò di molto l’economica castigliana, nonché il suo finanziamento militare.
L’unione tra le due corone ebbe luogo con il matrimonio dinastico tra Isabella, erede al trono di Castiglia, e Ferdinando, erede al trono di Aragona; nel 1479, con l’ascesa al potere di quest’ultimo, si ebbe poi l’unificazione su base personale dei due regni, che però rimasero costituzionalmente distinti. Gradualmente, il potere regio estese il proprio controllo sulle altre forze politiche del paese, – le varie aristocrazie, le élite urbane e il ceto degli ufficiali – senza però riuscire a cancellare del tutto particolarismi regionali e prerogative. Di fatto all’unificazione politica, non corrispose il maturare di una coscienza nazionale unitaria.
Ciò che contribuì ad unificare la realtà castigliana e quella aragonese fu l’iniziativa militare, indirizzata a portare a termine il processo di Reconquista dei territori ancora in mano ai musulmani nelle regioni meridionali della penisola. Per la maggior parte i maggiori interessati furono proprio i castigliani, che miravano al controllo di Gibilterra e anche intimoriti da una futura penetrazione magrebina entro i loro territori attraverso il vicino regno di Granada. Lo sforzo militare congiunto da parte dei due regni portò a numero se vittorie fino a quella finale. Il 2 gennaio 1492 la roccaforte di Granada capitolò, anche l’ultima piazzaforte musulmana si era arresa, i cristiani erano tornati in pieno possesso del territorio iberico.
Proprio da questo punto che la periodizzazione corrente che usiamo sancisce la fine del periodo medievale e l’inizio dell’età moderna. Proprio in questo stesso anno si darà ufficialmente il via al periodo di espansione al di là dell’Atlantico con i viaggi di un certo Cristobal Colon. Nel corso del secolo successivo la Spagna sarebbe diventata la potenza egemone all’interno dello scacchiere europeo.