12 Maggio 1974 – Si vota sul divorzio
Il 12 maggio del 1974 l’Italia si recò alle urne per decidere le sorti della legge Fortuna-Baslini, che nel dicembre del 1970 aveva introdotto l’istituto del divorzio. Il referendum, che spaccò l’Italia e determinò la vittoria della sua anima più moderna, ben riflette l’essenza degli anni ’70, che vedevano il Paese conteso da forti spinte riformatrici da un lato, e da un irreducibile conservatorismo dall’altro.
La promulgazione della legge Fortuna-Baslini era stata il risultato di “un metodo nuovo di azione politica basato sulla mobilitazione popolare”, a detta di Marco Pannella, al quale la campagna in favore della legge costò anche un prolungato sciopero della fame. Fin dalla sua discussione in Parlamento, tuttavia, la Fortuna-Baslini attirò numerose polemiche, tanto da affrettare l’adozione, nello stesso 1970, della legge attuativa dell’istituto del referendum popolare previsto dalla Costituzione. In effetti, solo pochi giorni dopo la sua adozione, il Comitato nazionale per il referendum sul divorzio guidato da Gabrio Lombardi depositò una richiesta di referendum abrogativo in Cassazione. La Corte giudicò la domanda referendaria, che avrebbe interrogato gli Italiani sull’opportunità di abrogare la Fortuna-Baslini, ammissibile.
Gli antidivorzisti non poterono fare riferimento, nella loro campagna a favore del SI’, sugli effetti distruttivi che l’istituto del divorzio aveva avuto sulla società italiana, paventati al momento della sua introduzione del 1970. Infatti, pochissime coppie avevano fino a quel momento approfittato della novità, e quelle che l’avevano fatto erano per la maggior parte separate da più di 10 anni. La campagna per il SI’, pertanto, poté semplicemente appiattirsi sulla retorica anticomunista.
Il 26 aprile 1974 Amintore Fanfani arringava la folla a un comizio di Caltanissetta (peraltro la Sicilia fu l’unica regione del Meridione dove prevalse il NO) dicendo:
«Volete il divorzio? Allora dovete sapere che dopo verrà l’aborto. E dopo ancora, il matrimonio tra omosessuali. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la serva!»
Il fronte del NO, invece, fece leva sulla necessità di non tornare indietro sulle conquiste ottenute nell’ambito dei diritti civili. La schiacciante vittoria del NO, che ottenne infine il 60% dei voti, fu in effetti una grande vittoria per i diritti civili. Da allora, la legge del divorzio non è più stata messa in discussione.
