2 aprile 2000 – Muore Livio Paladin
Nato a Trieste da una famiglia di origini istriane, Livio Paladin è stato professore di diritto costituzionale. Prima nella sua città natale, che gli regalò un maestro, Vezio Crisafulli e poi, dal 1969, nell’adottiva Padova, dove divenne anche preside di facoltà e dove tuttora nelle aule risuonano il suo nome e i suoi insegnamenti. Qualche tempo a dire il vero lo trascorse anche a Roma, dove fu assistente del Professore e suo maestro Carlo Esposito.
Nel 1958 pubblicò una delle sue prime monografie, “La potestà legislativa regionale”, che gli varrà l’anno successivo l’abilitazione all’insegnamento universitario.
Ma Livio Paladin fu molte altre cose e anche uomo politico, ministro per gli affari regionali nel sesto governo Fanfani prima e ministro per il Coordinamento delle politiche comunitarie nel governo Ciampi poi.
Nominato giudice costituzionale dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone il 23 giugno 1977, Paladin giurò il 1 luglio dello stesso anno. La profonda dedizione al lavoro, la preparazione e il lucido ragionare ne fecero un punto di riferimento per il mondo giuridico e per il paese che lo sostenne nella sua elezione del 1985 a presidente della Corte costituzionale.
Terminato l’incarico l’anno successivo, Paladin volle tornare a Padova, dove rimase a insegnare fino alla fine.
A lui si devono, tra le altre cose, le riviste “Le Regioni” e “Quaderni costituzionali”, cui si dedicò fino alla morte. Partecipò alla costituzione dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, di cui fu anche presidente.
Paladin morì nel 2000 e, nonostante la malattia, non aveva mai smesso di insegnare e scrivere. Anzi, si racconta che lavorasse con ansia per finire di scrivere “Per una storia costituzionale dell’Italia”, la storia costituzionale della Repubblica, che fu poi effettivamente pubblicata sebbene postuma ed incompiuta, perché le ultime pagine, conservate da uno dei sui allievi e scritte a mano da Paladin stesso, rimasero indecifrabili.