L’orgoglio italiano si sa, non ha confini e non sente ragioni; soprattutto quando si tratta di fare il punto sulla rivalità con i cugini d’Oltralpe, i francesi che ci hanno rubato il metodo classico, la Gioconda, il tartufo bianco, la Coppa del Mondo del 1998… Ma qualche debito lo abbiamo anche noi verso il genio francese. No, non parliamo del noto bidet, il quale ha trovato dignità stabile solo nel nostro Paese, ma di un delitto familiare ai cari amici penalisti: la truffa.
Se non vi siete mai chiesti da dove derivi questo termine, consapevoli che potreste sempre iniziare a farlo, oppure se lo avete fatto e vi siete domandati se dietro a ogni truffa vi fosse la stessa radice etimologica (e non tuberina) di tartufo, siete nel posto giusto.
Non è certa l’origine linguistica del sostantivo. Una prima ipotesi, lo vuole discendente del latino medievale *tufare, “gonfiare”, legato all’antico francese trufe, “inganno” e allo spagnolo trufa, “fandonia”; qualcosa insomma, di poco conto ed ingannevole; la seconda ipotesi, invece, la farebbe derivare dal latino tardo *tufera, “tartufo”: qualcosa di piccolo, ma che tende a gonfiarsi.
Le due possibili etimologie ci portano ad un unico punto, a TUFER, “tubero”, dal Proto-Italico *tūβos, “gonfiare”, a sua volta facente capo al Proto Indo Europeo *tewh₂-, “gonfiarsi”.
Quindi una certezza l’abbiamo: la truffa è qualcosa di poca rilevanza intrinseca che, però, gonfiata a puntino, può portare l’uomo a rabbufarsi, come l’uomo nel mondo truffaldino di cui narrava Iacopone da Todi.
Da Totò alla Legge Truffa del 1953, ai rapporti INPS, esperienza e storia insegnano che, in quanto ad abilità truffaldine, in Italia conserviamo i nostri primati; ciò nonostante, il delitto di truffa, dal punto di vista giuridico, non è annoverabile tra i DOP italici.
Non lo troviamo nemmeno nel Diritto Romano, nel quale i delitti di furberia erano annoverati sotto diverse casistiche, dal furtum, nel caso avvenisse tra privati, o il crimen falsi, se tra le parti offese vi fosse anche la pubblica fede.
Esso venne introdotto nel Codice Penale francese del 1819, e da lì il passo fu breve. Buttando l’occhio all’esperienza d’Oltralpe, anche gli stati preunitari, con la loro costellazione di codici, annoverarono la truffa o delitti analoghi tra le loro righe.
Un esempio su tutti, il Codice Penale Piemontese del 1865, sicuramente il più sensibile all’esperienza francese. Troviamo all’art. 626:
Chiunque, sia facendo uso di falsi nomi o di false qualità, sia impiegando rigiri fraudolenti per far credere l’esistenza di false imprese, di un potere o di un credito immaginario, o per far nascere la speranza od il timore di un successo, di un accidente o di qualunque altro avvenimento chimerico, o con qualsivoglia altro artifizio o maneggio doloso atto ad ingannare od abusare dell’altrui buona fede, si sarà fatto consegnare, o rilasciare denaro, fondi, mobili, obbligazioni, disposizioni, biglietti, promesse, quietanze, o liberazioni che non gli spettino, ed avrà con alcuni di questi mezzi carpito la totalità o parte degli altrui beni, sarà punito col carcere e con multa estensibile a lire duemila, salve sempre le pene maggiori se vi è reato di falso.
E poi via, verso il Codice Zanardelli del 1889, dove la truffa venne cesellata e ben incasellata tra inganni contro l’altrui buona fede, l’illecito guadagno e, soprattutto, il dolo: il truffatore è truffaldino, fino a prova contraria.
Il resto è storia del diritto, nonché diritto contemporaneo. Certo è che questo crimina resta tra gli ambiti più creativi, e alle vittime resta un’unica consolazione, come dice un famoso proverbio arabo:
La prima volta che m’inganni la colpa è tua, ma la seconda volta la colpa è mia.
Bibliografia
Truffa, in TLIO, Tesoro della Lingua Italiana Delle Origini, accessibile online.
Truffa, in GDLI, Grande Dizionario della Lingua Italiana, UTET, accessibile online.
tuber in Charlton T. Lewis and Charles Short, A Latin Dictionary, Oxford: Clarendon Press, 1879.
Martone, Marco, Il delitto di truffa nella recente giurisprudenza: la dibattuta questione della c.d. truffa processuale,in De Iustitia, n. 4, 2017, accessibile online.
Annichini, Alessia Legnani, Una specifica declinazione della truffa nell’Italia liberale: le male arti di maghi e fattucchiere, in Historia et Ius, 20/2021, accessibile online.
© Riproduzione riservata