Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 un terremoto di magnitudo 6,4 della scala Richter colpì parte della Sicilia occidentale tra le provincie di Agrigento, Palermo e Trapani, la Valle del Belice.
Alle 13:27 del 14 gennaio si avvertì la prima scossa, che comunque causò molti danni tra i comuni di Montevago, Gibellina, Salaparuta e Poggioreale. Una seconda scossa fu avvertita all’incirca un’ora dopo. La terza scossa, verificatasi alle 16:48 causò danni gravi alle località già citate, con l’aggiunta di Menfi, Salemi, Santa Margherita di Belice, Santa Ninfa. La quarta scossa venne avvertita nel profondo della notte, alle 2:35 del 15 gennaio, la quale aggiunse anche Pantelleria tra le località colpite dal sisma. La scossa più grave fu quella registrata trenta minuti più tardi, alle 3:01. A questa seguirono altre 16 scosse. In totale, da lì ai giorni successivi, furono registrate trecentoquaranta cinque scosse, ottanta delle quali con magnitudo superiore a tre della scala Richter.
Non si ha un numero preciso per quanto riguarda le vittime, ma si stima che circa trecento persone persero la vita, e i feriti furono oltre seicento. I danni edilizi furono altrettanto spaventosi: circa novemila case distrutte, alle quali si devono aggiungere numerose chiese, palazzi antichi e castelli. Circa centomila senzatetto fu il bilancio finale oltre le vittime e la distruzione.
In realtà la zona non era considerata a rischio sismico, le scosse sismiche vennero sottovalutate, al punto che alcuni media riportarono la notizia di pochi feriti e pochi danni alle abitazioni. In realtà il 15 gennaio all’arrivo dei primissimi soccorsi, ci si rese subito conto che le cose stavano diversamente. La macchina dei soccorsi veri e propri, come nel caso dell’Irpinia, fu molto lenta da mettere in moto, tra la poca coordinazione e gli interventi frammentati.
La zona fu visitata nei giorni successivi dal Presidente della repubblica Giuseppe Saragat. Solo allora vennero impiegati tra i soccorsi diverse centinaia di vigili del fuoco, Croce Rossa e l’Esercito.
Cinquantatré anni dopo, ricordiamo che cosa accadde quella terribile notte, che fu l’inizio di un incubo per molti.