Costituzione, s.f.
Prepariamoci per un altro viaggio inaspettato seguendo il percorso di questo termine di uso quasi quotidiano per gli addetti ai lavori, e con una storia inaspettata.
Già con Brevetto siamo stati in giro per l’Europa inseguendone le tracce. Con questo termine andremo oltre il caro vecchio continente, per fare ritorno in Patria al momento opportuno.
Partiamo dal principio.
Il termine deriva dal latino CONSTITUTIO (acc. CONSTITUTIONEM), derivato da constituĕre, “costituire”, termine a sua volta formato da CUM- (“con” ma anche “completezza”) e STATUERE (“stabilire”). In sostanza quindi, l’ordine naturale e primo di cui si compongono le cose, o le persone.
Le sfumature di significato attribuite a questa parola sono diverse, riguardanti primariamente un ambito di creazione e fondazione (es. di città), di natura intrinseca (es. dell’uomo), e, infine, come complesso normativo.
La prima attestazione nell’italiano (volgare) scritto risale al XIII secolo, nel Liber formularum di Ranieri del Lago, notaio perugino che, come molti altri nello stesso periodo, seguitava nell’uso di annotare gli atti in due lingue: latino e volgare.
Brunetto Latini nel 1260 circa, riprendendo Cicerone nella sua Rettorica, descrisse constitutione come:
“(…) constituzione è quella ch’è prima pugna delle cause, la quale muove dal contastamento della intenzione in questo modo: “Facesti” – “Non feci” o “Feci per ragione”
Riprendendo quindi molto dal significato etimologico del termine: costituzione è la natura di ogni cosa.
Restiamo nella Toscana del XIII-XIV secolo dove il termine inizia ad attestarsi in ambito amministrativo e giuridico per indicare regolamenti e statuti, come già in ambito canonico ed ecclesiastico.
Oltralpe, nella Francia coeva, non furono da meno, e questo ci interessa in modo particolare. Da un sistema di leggi variegato e in balìa dal placet del sovrano dell’Ancien Régime, ancora valido a inizio ‘700, si passa in periodo Rivoluzionario al tentativo di dare un ordine ed una nomenclatura precisa alle emanazioni legislative. Non è un caso che l’Assemblée Nationale, costituita il 18 giugno 1789, il 7 luglio del medesimo anno prese il nome di Assemblée Constituante: i membri, infatti, giurarono che questa non sarebbe stata sciolta se non si fosse arrivati alla formulazione di una costituzione per il regno.
L’onda rivoluzionaria allora era già arrivata nel Nuovo Mondo e nelle colonie Britanniche nel decennio precedente, dove il termine anglicizzato constitution prese a designare la raccolta di principi fondamentali degli Stati Uniti sin dal 1776.
L’Italia ereditò quindi il termine, nel senso giuridico che conosciamo oggi, dal periodo rivoluzionario e dall’influenza francese e paradossalmente lo adottò proprio in risposta alla minaccia Napoleonica. Fu infatti il Regno di Sicilia di Francesco di Borbone il primo ad adottare una Costituzione nel 1812.
Ormai quindi l’ordine naturale delle cose era tornato a casa. Il resto è storia.
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Bibliografia
Costituzione, Costituire in Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, Milano, Sonzogno
Statuare, Constitutio in Du Cange, et al., Glossarium mediæ et infimæ latinitatis., Niort: L. Favre, 1883-1887.
Costituzione in TLIO, Tesoro della Lingua Italiana delle Origini
Constitution, in Rey Alain, Dictionnaire Historique de la langue française, Paris, Les Dictionnaires Le Robert, 2010
Il linguaggio giuridico nell’Europa delle pluralità
Bambi, Federico, Le ragioni della storia. Tra due bilinguismi, in Giuridico Che Cambia, Atti Del Convegno, Firenze, Villa Medicea di Castello 1° ottobre 2010, a cura di Barbara Pozzo e Federigo Bambi, Firenze, Accademia della Crusca, 2012
Delli Quadri, Rosa Maria, Il Mediterraneo delle Costituzioni: Dalla Repubblica delle Sette Isole Unite agli Stati Uniti delle Isole Ionie 1800-1817, Milano, Franco Angeli, 2017
(a cura di) Francesco Zambrini e FilippoLanzoni, Opuscoli di Cicerone volgarizzati nel buon secolo della lingua toscana, Imola, Tipografia Galeani, 1850
(a cura di) Maggini, Francesco, Brunetto Latini, La Rettorica, Firenze, Le Monnier, 1968
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