8 Giugno 1835 – Muore Gian Domenico Romagnosi
L’8 giugno 1835 morì a Milano Gian Domenico Romagnosi, giurista, filosofo e appassionato di economia e di scienze italiano.
Era nato a Salsomaggiore l’11 dicembre 1761 e laureato in giurisprudenza a Parma. Fu notaio a Parma e a Piacenza, pretore e poi consigliere aulico del Principato a Trento. L’attività di professore universitario lo portò poi a tornare a Parma nel 1802 e a spostarsi in seguito a Pavia e a Milano. Tra i suoi insegnamenti vi era “Alta legislazione civile e criminale nei suoi rapporti colla pubblica amministrazione”, in quanto Romagnosi si annovera tra gli ideatori in Italia del diritto amministrativo. Raggiunse il picco della carriera accademica sotto l’amministrazione napoleonica, della quale fu un grande sostenitore, arrivando a redigere il codice di procedura penale del Regno d’Italia napoleonico – guadagnandosi, infatti, le antipatie degli Austriaci quando questi ripresero infine il potere. Romagnosi era favorevole al progetto napoleonico sia per la sua vicinanza intellettuale all’Illuminismo, sia per la gratitudine nei confronti di Napoleone per aver liberato il suolo italiano dagli Austriaci.
I suoi interessi spaziarono dal diritto all’economia, alla filosofia e persino alla scienza, in quanto, in linea con le istanze della filosofia civile, riteneva che la riflessione morale fosse imprescindibile da quella giuridico-politica ed economica, e che pertanto l’uomo, per essere compreso, andasse studiato nel contesto della sua esistenza storica e sociale – concezione che ha trasmesso al suo allievo Carlo Cattaneo. In ambito giuridico, oltre che al diritto amministrativo si dedicò allo studio del diritto naturale e pubblico, in particolare penale. Grazie alla sua Genesi del Diritto Penale è considerato uno dei fondatori del diritto penale moderno. Le sue opere più note e che maggiormente hanno contribuito al rinnovamento sociale e amministrativo in Italia sono quelle in materia di diritto pubblico, che egli definisce universale, in quanto comprensivo anche del diritto civile e della dimensione politica e morale. Tra queste ricordiamo Introduzione allo studio del diritto pubblico universale (1803) e Dell’indole e dei fattori dell’incivilimento con esempio del suo risorgimento in Italia (1832).