Le carte topografiche del Regno d’Italia hanno sempre rappresentato la cima del Monte Bianco sulla linea di frontiera fra Italia e Francia. Mentre per gli italiani la vetta era condivisa, i francesi ritengono tuttora che appartenga solo a loro. Come stanno le cose? Nel marzo 2021 si è pronunciata la Commissione Europea.
La questione è apparentemente banale: a chi appartiene la cima del Monte Bianco? Dove passa la frontiera? Tanto per cominciare bisogna annotare che un tempo in primo luogo non c’era alcuna frontiera. Di qua e di là erano tutte terre che appartenevano alla corona del Regno di Sardegna.
Così fu fino al 15 maggio 1796. Su quelle terre si era imposto infatti l’uragano di Napoleone, che ad aprile durante la prima campagna d’Italia aveva sconfitto l’esercito del re di Sardegna nella battaglia di Millesimo e nella battaglia di Mondovì. Ne era seguito l’armistizio di Cherasco che si trasformò nel Trattato di Parigi quel maggio.
La Savoia diventava francese e dunque per la prima volta si dovette tracciare un confine internazionale. Per l’articolo 4 del Trattato la frontiera:
«[…] passa per i punti più avanzati dal lato del Piemonte, degli altopiani, delle cime e degli altri luoghi in appresso designati, nonché delle vette o altopiani intermedi e più precisamente: iniziando dal punto in cui si riuniscono le frontiere più in là di Faucigny, del ducato di Aosta, e del Vallese, all’estremità dei ghiacciai o dei Monts-Maudits:
1° le cime o altopiani delle Alpi, a levante del Col-Major;
2° il Piccolo san Bernardo […]»
In sostanza, il confine tra il regno di Sardegna e la Francia venne tracciato allora seguendo il concetto delle creste militari: le cime più alte furono assegnate ai francesi vincenti, quelle più basse al re di Sardegna.
Terminata la parentesi napoleonica, dopo il Congresso di Vienna, tutti i territori annessi dalla Francia ritornarono ai rispettivi sovrani. Il Trattato di Parigi imposto da Napoleone perse ogni sua efficacia internazionale in quanto il massiccio del Monte Bianco non era più frontaliero. Una frontiera interna però separava il ducato d’Aosta dal ducato di Savoia. Il problema è che esistono delle mappe che segnano il confine fra le due entità, solo che non avevano alcun valore legale.
Come sappiamo però dopo la seconda guerra d’indipendenza il Regno di Sardegna cedette la Savoia alla Francia (col Nizzardo) in cambio del suo intervento: era il 24 Marzo 1860, si siglava il Trattato di Torino.
Diversi atti diplomatici completeranno il Trattato. Un «protocole réglant les bases de la délimitation entre la Sardaigne et la France», firmato il 27 giugno a Parigi organizza i lavori che porteranno alla firma, a Nizza, il 25 novembre, di un «protocole dressé pour fixer la délimitation entre la France et la Sardaigne». Quattro mesi dopo, a Torino, il 7 marzo 1861, una « Convention de délimitation des frontières » riprende il testo del protocollo del 25 novembre. Infine un verbale di delimitazione chiude, il 26 settembre 1862, questa successione.
Tutti questi atti bilaterali avevano una mappa allegata, solo che quelle presenti nelle versioni francesi dei documenti sono andate distrutte, probabilmente ad opera dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Delle carte allegate ai testi italiani ne è stata trovata una presso l’Archivio di Stato di Torino, che non è probabilmente abbastanza chiara: infatti per gli Italiani la cima è condivisa, per i Francesi i trattini la assegnano solamente a loro.

Certo è che nel senso comune del tempo “il massiccio del Monte Bianco è la montagna più alta della Savoia”. Probabilmente sulla base di questo senso comune e del Trattato di Parigi del 1786, un cartografo dell’Esercito Francese, il capitano Jean-Joseph Mieulet, redasse una carta del massiccio del Monte Bianco nel 1865. Su questa carta, per la prima volta appare un tracciato alternativo a quello delle carte italiani: la frontiera gira intorno alla vetta del Monte Bianco e la cima appare completamente in territorio francese.
Quel tracciato sarà sempre riprodotto e verrà ripreso più in là anche dall’Institut Géographique National, quando questo organismo civile assunse il potere di delimitare confini giuridicamente vincolanti.
Nello stesso periodo e fino ad oggi, le carte topografiche prodotte nel Regno d’Italia continuarono a rappresentare la frontiera lungo la linea spartiacque.
Interrogata a fine 2020 la Commissione Europea, questa ha risposto il 3 marzo 2021 in merito alla controversia che “accoglierebbe con favore una soluzione rapida e soddisfacente per entrambe le parti”, aggiungendo che però spetta ai singoli Stati trovarla non avendo alcuna competenza in proposito.
Il 6 giugno 1996 a Sanremo le Autorità Francesi presero atto delle posizione Italiana e informarono le Autorità Italiane della loro volontà a dare in tempi brevi una risposta. La risposta non è ancora giunta.
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