Cosa accade quando le fiabe che hanno fondato il nostro immaginario e che credevamo di conoscere a memoria vengono dissezionate con la logica affilata del Diritto e raccontate con il linguaggio di un processo?
Favole in pretura non è solo un’antologia di fiabe riscritte con il lessico, a volte tanto pedante quanto comico, del diritto, e nemmeno una semplice raccolta di sentenze e atti processuali: è un’opera che, con rigore e ironia, illumina le fondamenta della giustizia e la sua implacabile capacità di indagare e dirimere ogni trama.
Un libro di storie per adulti che non hanno perso il gusto di giocare con la fantasia.
A voi la prefazione dell’autore, il Prof. Raimondo Della Selva.
Chi verga queste righe ha speso la propria intera esistenza accademica navigando in un oceano di scetticismo, quando non di aperto dileggio.
La mia disciplina, la Paleogiurisprudenza Mitografica – o, come i miei detrattori preferiscono definirla con malcelato disprezzo, il “Diritto delle Fiabe” – è sempre stata considerata la Cenerentola delle scienze storico giuridiche: una bizzarria da relegare nelle note a piè di pagina, un passatempo per eruditi con troppo tempo a disposizione.
Per decenni, ho sopportato il sorriso di sufficienza dei colleghi durante i convegni, ho visto le mie richieste di fondi respinte con commenti beffardi («Il Prof. della Selva necessita di fondi per provare l’esistenza del catasto immobiliare di Hansel e Gretel?») e ho tenuto conferenze in aule semideserte, parlando a pochi, sparuti sognatori come me.
Eppure, non ho mai vacillato. Non potevo, non volevo accettare che universi sociali complessi come quelli narrati nelle favole, popolati da re, leggi, proprietà, successioni e contese, ma anche di barbari omicidi, fossero privi di un proprio, strutturato ordinamento giuridico.
La mia era più di un’ipotesi: era una certezza quasi metafisica. Se esiste un Re, deve esistere una Legge che ne definisca i poteri. Se esiste un torto, deve esistere un Giudice che lo sanzioni.
La mia caparbietà è stata infine premiata, in un modo che ha superato persino la mia sfrenata fantasia. La scoperta non è avvenuta in una biblioteca elfica o in un archivio custodito da un drago, ma nell’incuria polverosa della burocrazia.
Fu durante una ricerca catastale negli scantinati più profondi e umidi del Tribunale di Boscofitto, in un’ala interdetta da tempo per cedimenti strutturali e catalogata come “Archivio Atti Smarriti e Irrecuperabili”, che mi imbattei in una porta di legno di rovere massiccio, serrata da un sigillo in ceralacca violacea, ancora intatto, recante l’impressione di una bilancia tenuta in equilibrio da un ramo di quercia.
Dietro quella porta si celava un piccolo archivio dimenticato, scampato per miracolo a incendi e alluvioni. Lì, in una serie di casse di legno tarlato, riposavano centinaia di pergamene, fragili come foglie autunnali, vergate in una calligrafia elegante ma severa, un “gotico silvestre” che richiese mesi di studio per essere decifrato, con un inchiostro ferrogallico che, a secoli di distanza, profumava ancora di rovere, di muschio e di un’inequivocabile traccia di magia.
Quelle che il lettore si appresta a consultare non sono, dunque, mere invenzioni letterarie o rielaborazioni fantasiose, ma la trascrizione fedele, e talvolta faticosa, di alcune delle più significative sentenze, denunce e perizie estratte da quell’archivio.
Ho selezionato i casi che, più di altri, gettano una luce cruda, imparziale e talvolta brutale sulla vera natura dei personaggi che crediamo di conoscere. Qui, il Lupo non è solo “cattivo”, è un imputato con capi d’accusa precisi, la cui difesa invoca (impropriamente) lo stato di necessità. La Regina non è solo “vanitosa”, è la mandante di un tentato omicidio premeditato e pluriaggravato, la cui volontà omicida è provata dalle “confessioni” rese a un peculiare “dispositivo riflettente” posto sotto sequestro. Il contratto di Tremotino non è un capriccio, è un patto scellerato da dichiarare nullo per illiceità dell’oggetto e contrarietà all’ordine pubblico.
Attraverso questi atti, si scoprirà la prosa rigorosa del Giudice Erminio Quercia, la sensibilità quasi materna della Dott.ssa Augusta Montagna, il glaciale pragmatismo del Dott. Giusto Leguleio. Si vedrà la destrezza forense dell’Avv. Fido Astuto, sempre a difesa dei deboli, e le velenose arringhe dell’Avv. Ilda Vipera, specialista nel difendere l’indifendibile.
Si apprenderà che persino nel mondo delle fiabe, il Diritto è una cosa seria: una macchina complessa e implacabile che, una volta avviata, non si ferma finché non ha prodotto la sua “verità processuale” (che non sempre coincide con la morale della storia).
Quest’opera, dunque, non è un libro di favole per bambini, ma un saggio di giurisprudenza per adulti disincantati. È il tentativo di restituire alla Storia la verità che la Leggenda ha edulcorato, dimostrando come la lotta tra la Legge e il Caos, tra il Diritto e il Torto, sia antica quanto il mondo stesso, e non conosca confini tra il nostro universo e quello che si cela al di là dello specchio.
Spero che questa raccolta non solo diverta, ma spinga a riflettere, e che, alla fine, anche i miei scettici colleghi possano ammettere che sì, persino il “C’era una volta…” merita di avere il suo Codice.
Confido che il lettore saprà apprezzare questo umile lavoro di recupero storiografico.
In Fede, Prof. Raimondo della Selva
Professore Emerito di Paleogiurisprudenza Mitografica *

Favole in pretura proietta il mondo delle favole in un memorabile universo processuale parallelo, dove il Lupo di Cappuccetto Rosso è imputato di sequestro per “carcerazione gastrica”. La zucca di Cenerentola viene multata per una lunga serie di infrazioni al codice della strada. Re Mida finisce nel mirino della Corte dei Conti per danno erariale. Hansel e Gretel vengono processati per l’omicidio della strega e invocano la legittima difesa. La Bestia viene assolta dall’accusa di sequestro di persona per “vizio totale di mente indotto da sortilegio”, e il Gatto con gli Stivali è deferito in una dettagliata informativa di reato per truffa e omicidio, mentre il povero Pinocchio è sottoposto a una rigida perizia psichiatrica…
Un libro che non è solo un’antologia di fiabe riscritte con il lessico, a volte tanto pedante quanto comico, del diritto, ma un’opera che, con rigore e ironia, illumina le fondamenta della giustizia e la sua implacabile capacità di indagare e dirimere ogni trama.
Favole in pretura di Raimondo Della Selva (Edizioni Le Lucerne) è in libreria dal 25 novembre 2025. Disponibile SUBITO su Edizioni Le Lucerne


