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2 marzo 1868 – Nasce Eduardo Piola Caselli

Del conte Eduardo Piola Caselli molto si sa grazie alle carte donate all’Archivio di Stato dai suoi eredi.

Esempio di giurista che vide l’epoca fascista susseguirsi agli ultimi bagliori dell’ottocento e dell’epoca giolittiana, Piola Caselli le tappe del cursus honorum le percorse tutte, fino alla nomina a procuratore generale presso la Suprema Corte di Cassazione.

Al 1890 risale il suo ingresso tra le fila dell’ordinamento giudiziario; gli si attribuivano “molta dottrina”, “ottima capacità” e “ottima condotta”.

Desterà interesse per gli amanti della proprietà intellettuale il fatto che Piola Caselli venne addirittura chiamato in Egitto nel 1930 per raccontare del diritto d’autore italiano. Su questo scrisse numerosi trattati, studiò la Convenzione di Berna, il Trattato di Roma e il diritto romano, grazie al quale elaborò la nozione di diritto morale d’autore. Fu lui l’autore del famoso articolo 16 della L. 1950 del 1925 sui diritti morali e sempre lui, insieme a Francesco Ruffini, sollecitò l’estensione della Convenzione di Berna a quegli stessi diritti. Il Senato del Regno naturalmente esaltò il governo fascista, ma il merito fu del conte Caselli che seppe dimostrarsi, oltre che raffinato giurista, astuto uomo polito e soldato del suo governo, cogliendo l’occasione per presentare il governo fascista alle delegazioni straniere come l’artefice di un cambiamento di portata internazionale.

D’altronde, spiega Caselli nel discorso di apertura al XVI anno giudiziario, “la giustizia non è più soltanto un elemento della vita nazionale dello Stato”, ma una “questione internazionale come fattore di quella civiltà che il Fascismo italiano difende contro il comunismo bolscevico in una lotta storica che divide l’umanità intera”.

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