La fama e la popolarità mondiale (e il peso economico) del gruppo K-Pop dei BTS hanno giocato un ruolo decisivo per cambiare il Military Service Act del 1949, che imponeva la leva obbligatoria per tutti i cittadini maschi dai 18 ai 28 anni.
Blood, Sweat and Tears (Sangue, sudore e lacrime), è una delle canzoni che hanno reso i BTS, gruppo musicale sudcoreano, conosciuti e apprezzati anche al di fuori della Corea e ben descrive il lungo e difficile iter che questi ragazzi hanno percorso per arrivare al successo.
I BTS, conosciuti anche come Bangtan Boys, debuttano nel 2013 diventando in breve uno dei gruppi di K-Pop (ndr, abbreviazione di Korean Pop) di spicco. Questo genere musicale si basa sul sistema dei trainee, ovvero prevede che i ragazzi, anche molto giovani, dopo una prima audizione entrino a far parte di un’etichetta discografica come apprendisti, dove vengono formati e seguiti dalle case discografiche nelle discipline della danza, del canto e del rap finché non sono ritenuti sufficientemente preparati per esordire; esordio che, di fatto, potrebbe non avvenire mai.
Si tratta perciò di un ambiente estremamente competitivo, all’interno del quale la pressione è sempre molto alta, anche per via dell’interesse che negli ultimi anni ha suscitato questo genere musicale non solo in Corea ma anche nel resto dell’Asia, fino ad arrivare in Europa e soprattutto negli USA. Questo vero e proprio movimento musicale ha generato la cosiddetta Korean wave o Hallyu wave, facendo sì che la Corea iniziasse a essere sempre più conosciuta all’estero e a generare un sempre maggior numero di introiti per il Paese a tal punto che Seul ha iniziato a utilizzare il K-pop come vero e proprio strumento di soft power all’estero.

Ora, vi chiederete perché stiamo parlando di band coreane su questo sito. Ebbene, fatta questa premessa, è facile capire come i BTS, pur non facendo politica attiva, siano diventati un pezzo così importante della cultura coreana tanto da spostare moda, cultura e decisioni politiche.
Emblematico in tal senso è ciò che accaduto lo scorso dicembre. Infatti, i BTS sono la ragione alla base della revisione del Military Service Act del 1949, che prevede che tutti gli uomini coreani normodotati di età compresa tra i 18 e i 28 anni debbano prestare servizio nell’esercito del Paese fino a 21 mesi nell’eventualità di un conflitto che potrebbe insorgere tra Corea del Nord e Corea del Sud.
Il membro più anziano del gruppo, Kim Seok-jin (in arte Jin), ha compiuto 28 anni il 4 dicembre 2020 e, se la legge non fosse stata modificata, avrebbe dovuto arruolarsi nell’esercito il prima possibile e non esibirsi per circa due anni, comportando di fatto lo scioglimento del gruppo stesso. Ciò avrebbe provocato, oltre a numerose critiche da parte di migliaia di fan in tutto il mondo, anche ingenti perdite economiche e reputazionali. Si pensi che, secondo lo Hyunday Research Institute, i BTS generano per l’economia coreana oltre 3.5 miliardi di dollari all’anno.
Dunque, il 1° dicembre 2020, l’Assemblea Nazionale della Corea del Sud ha approvato (con 253 voti favorevoli, 2 voti contrari e 13 astenuti) la legge di emendamento sul servizio militare (denominata “BTS Law”) che consente agli artisti coreani, in particolare a quelli riconosciuti dal Ministro della Cultura, dello Sport e del Turismo, di posticipare il loro arruolamento militare fino al compimento del trentesimo anno di età per la promozione della cultura del Paese.
Il Military Service Act del 1949, implementato poi nel 1957, prevede che quando un ragazzo compie 18 anni viene arruolato per il “servizio di primo cittadino”, il che significa che è responsabile per il servizio militare, ma non è ancora tenuto a prestare servizio. Quando compie 19 anni (o, in alcuni casi, 20 anni), gli viene richiesto di sottoporsi a un esame fisico per determinare se è idoneo al servizio militare. La durata del servizio obbligatorio varia in base al ramo militare e può andare da un minimo di 1 anno e 6 mesi per i soldati in servizio attivo nell’esercito o nel corpo dei marine fino a un massimo di 1 anno e 9 mesi per coloro che vengono inseriti nell’aeronautica militare. Dopo che i coscritti hanno terminato il servizio militare, vengono automaticamente inseriti nella lista di riserva e sono obbligati a frequentare 3 giorni di addestramento militare annuale per sei anni (ridotti a cinque anni a partire dal 2021).

Nonostante le numerose pressioni che sono state fatte nel tempo dalla cittadinanza, poche sono le esenzioni concesse a questo sistema. Le prime vennero previste dall’ex Presidente Park Chung-hee solo nel 1973 per gli atleti olimpici nel tentativo di incentivare la vittoria di più medaglie possibili per il Paese, e la prima venne concessa nel 1976 al lottatore Yang Jung-mo dopo aver ottenuto una medaglia d’oro alle Olimpiadi estive dello stesso anno. Negli anni ’80, poi, il Presidente Chun Doo-hwan promise l’esenzione a qualsiasi atleta che avesse vinto una medaglia ai Giochi asiatici del 1986 o alle Olimpiadi estive del 1988. Ancora, quando la Corea del Sud ospitò la Coppa del Mondo FIFA nel 2002, alla squadra nazionale venne garantita un’esenzione se avesse raggiunto gli ottavi di finale; promessa replicata alla squadra nazionale di baseball nel 2006 se quest’ultima avesse raggiunto le semifinali nel World Baseball Classic.
Tali esenzioni non vennero sempre accolte bene dall’opinione pubblica e, di lì in poi, ne vennero concesse sempre meno. Oggi la legge militare prevede sì che gli atleti che vincano medaglie ai Giochi olimpici o medaglie d’oro ai Giochi asiatici possano ricevere l’esenzione dal servizio militare, ma sono comunque tenuti a un addestramento militare di base della durata di quattro settimane e a impegnarsi continuativamente nel campo sportivo per un periodo di 42 mesi. Successivamente, vengono inseriti nel registro di riserva e sono obbligati a frequentare alcuni giorni di addestramento militare annuale per sei anni (dal 2021, cinque).
Nonostante nel 2010 vi sia stata una crescente pressione da parte dell’opinione pubblica affinché venisse abbreviata la durata della coscrizione o anche, addirittura, abolita mediante il passaggio al servizio militare volontario, il governo coreano che, in un primo momento, aveva preso in considerazione la questione, a seguito dell’affondamento della Cheonan della ROKS del dicembre 2010 e il bombardamento di Yeonpyeong, ha dichiarato che non avrebbe ridotto i periodi di servizio.
Si pensi che il servizio militare obbligatorio è così radicato in Corea del Sud al punto che il diritto all’obiezione di coscienza non è stato riconosciuto fino a tempi recenti e più di 400 uomini sono stati incarcerati per aver rifiutato il servizio militare per motivi politici e/o religiosi. Solo il 28 giugno 2018 la Corte Costituzionale sudcoreana è arrivata a dichiarare incostituzionale la legge sul servizio militare e ha ordinato al governo di accogliere forme civili di servizio militare per gli obiettori di coscienza. Nello stesso anno, il 1° novembre 2018, la Corte Suprema della Corea del Sud ha legalizzato l’obiezione di coscienza come base per il rifiuto del servizio militare obbligatorio.

In generale, però, l’idea culturale della doverosità di servire il proprio Paese porta l’opinione pubblica sudcoreana a essere intollerante nei confronti degli uomini che tentano di eludere il servizio militare obbligatorio o che ricevono un trattamento speciale, soprattutto se sfruttano la ricchezza familiare o legami politici. Con il passare degli anni, tuttavia, nonostante l’evasione alla leva sia un crimine punibile, molti sono ricorsi a escamotage per chiedere l’esenzione dal servizio militare. Secondo un rapporto del 2017 della Military Manpower Administration, la tattica di evasione maggiormente utilizzata è la perdita o l’aumento di peso estremi (37%), seguita dalla attestazione di malattie mentali fittizie (23,7%) e dai tatuaggi su tutto il corpo (20,3%). Studiare all’estero o emigrare all’estero per ottenere la cittadinanza straniera sono invece le opzioni preferite per i figli di famiglie benestanti.
Da quanto sopra esposto, appare evidente che l’approvazione di modifiche alla legge militare fosse tutt’altro che scontata. È stata la popolarità internazionale dei BTS che alla fine ha spinto i legislatori coreani a introdurre il disegno di legge. Si pensi che il solo successo commerciale del singolo Dynamite ha generato circa 1.4 miliardi di dollari nell’economia coreana, abbastanza denaro per creare circa 8.000 nuovi posti di lavoro.

I BTS, quindi, non sono solo un gruppo musicale, ma rappresentano l’esportazione globale (ma soprattutto verso l’Occidente) della cultura coreana generando miliardi di dollari di entrate ogni anno. Un modello talmente virtuoso, quello del K-pop, da non poter essere ignorato dalla classe politica coreana che ha dovuto dare una risposta al passo con i tempi, facendo delle concessioni su una legge considerata a lungo intoccabile. È un dato di fatto che la Corea del Sud, attualmente, preveda uno dei periodi di servizio militare più lunghi al mondo, seconda solo a Israele, Singapore e Corea del Nord.
Questo piccolo passo, reso possibile dal successo mondiale di sette giovani ragazzi, porta a intravedere una concreta possibilità che lentamente qualcosa possa cambiare in merito al servizio di leva anche in Corea del Sud.
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