Sir Francis Bacon – conosciuto in Italia come Francesco Bacone – è noto al grande pubblico principalmente per i pioneristici studi sul metodo che egli ha condotto e che hanno aperto la strada alla rivoluzione scientifica del XVI-XVII secolo. Tuttavia, in pochi al di qua della Manica sanno che la prima parte della vita di Francis Bacon non si consumò spezzando il pane della scienza, bensì brandendo le armi della polemica politica e giuridica.
Nato in una importante famiglia inglese, Bacon era figlio di uno dei principali ministri del Regno e nipote, per parte materna, di Lord Burghley, braccio destro della Regina Elizabeth I. Studiò legge in patria e all’estero e nel 1580 si avviò alla carriera di avvocato e parlamentare, creandosi una fama di riformatore, di oppositore dei privilegi feudali e dei poteri dittatoriali, nonché di sostenitore della tolleranza religiosa. Si spese molto per promuovere l’idea di un’unione sempre più stretta tra Inghilterra e Scozia, così delineando l’idea politico-costituzionale del futuro Regno Unito.
Nel 1594 si liberò il prestigioso incarico di Attorney General del Regno e Bacon – sfruttando l’influenza dello zio Lord Burghley e di uno dei suoi più cari amici, il favorito della regina Lord Essex – tentò di ottenerlo, ma gli fu preferito Edward Coke. Questa sfida fu la prima occasione a contrapporre Bacon a Coke, due tra i giuristi impegnati in politica più in vista del tempo e presto destinati a diventare nemici giurati.
Nel 1597, Bacon fu nominato Queen Counsel, il primo a ricevere questo prestigioso titolo: benché ciò gli attribuì formalmente una precedenza tra gli avvocati del Regno, in quanto consigliere giuridico speciale del sovrano, Bacon non riuscì a incrementare la stima e il successo anche personale tra i suoi colleghi. L’uomo del momento restava infatti l’Attorney General Coke – invero più temuto che amato, in quanto inflessibile e inarrestabile esecutore della volontà regia. Nel tentativo di ravvivare le proprie prospettive, Bacon corteggiò una ricca vedova, Elizabeth Hatton, ma fallì, giacché quest’ultima gli preferì come marito… proprio Coke! La rottura tra Bacon e Coke divenne insanabile.
Ciononostante, Bacon riuscì a ottenere i primi importanti successi. Con grande scaltrezza ripudiò pubblicamente il suo legame con Essex proprio poco prima che questi perdesse il favore di Elizabeth e fosse processato per tradimento (l’accusa venne tenuta da Coke, che volle curiosamente Bacon al proprio fianco). La vera svolta arrivò però con la morte della Regina e l’ascesa al trono di James I. Nel 1603, infatti, Bacon ricevette il cavalierato e nel 1607 fu elevato al ruolo di Solicitor General del Regno. Nel frattempo, Coke fu nominato Chief Justice of the Court of Common Please, al tempo la più prestigiosa e potente Corte di common law.
Il passaggio dall’esecutivo al giudiziario segnò un cambio di carattere per Coke: se come Attorney General egli si era speso per difendere le prerogative regie, come giudice divenne un difensore delle libertà individuali contro i soprusi politici. Nelle parole di Bowen:
The most offensive of the Attorney General transformed into the most admired and venerated of Judges.
The Lion and the Throne, 1957, p. 251
Ciò pose Coke in frontale contrasto con James e la sua corte, compreso ovviamente Bacon, il quale era frattanto finalmente riuscito a raggiungere l’agognato incarico di Attorney General.
Proprio quale Attorney General, Bacon consigliò a James di spostare Coke dalla Court of Common Please alla Court of King’s Bench, ritenendo che questi potesse costituire un pericolo minore se impegnato non in un tribunale di common law, bensì in uno dedicato alla difesa delle prerogative regie. Tuttavia, Coke continuò a esercitare i propri poteri per confinare l’autorità del sovrano entro limiti costituzionali e ciò portò alla decisione di James – anche questa istigata da Bacon, nel frattempo asceso al ruolo di Lord Chancellor – di dismetterlo dall’incarico di giudice. Per aggiungere la beffa al danno, Bacon fu nominato alla guida di una commissione incaricata di “correggere” i Reports di Coke, giudicati erronei e traviati da idee politiche irricevibili.
Bacon – anticipando Hobbes – fu un sostenitore della superiorità del diritto naturale, come pronunciato direttamente dal Sovrano in qualità di autorità finale in ogni aspetto della vita pubblica del Regno. Anche in questo aspetto egli si trovò agli antipodi di Coke, che invece difese il common law e l’autonomia del discorso giuridico dall’ordine politico. Nella celebre disfida che lo oppose direttamente a James, infatti, Coke affermò che il Re non aveva alcun diritto di interpretare il diritto, giacché farlo richiede:
mastery of an artificial reason […] which requires long study and experience, before that a man can attain to the cognizance of it.
Case of Prohibitions [1607] EWHC J23 KB
Avendo “sconfitto” il suo storico avversario, Bacon si trovò all’apice del suo successo. Nel luglio 1618 fu creato Barone e, come segno di riconoscimento per la sua attività di mediazione tra il sovrano e il Parlamento, nel 1621 fu elevato al rango di Visconte. Tuttavia, proprio nel 1621 la carriera di Bacon si concluse inaspettatamente in disgrazia. Coke, infatti, lungi dal ritirarsi in buon ordine, aveva forgiato per sé una nuova vita: dopo essere stato membro dell’esecutivo e del giudiziario, egli divenne un attivo parlamentare e leader dell’opposizione nella House of Commons al Sovrano. E, in questo nuovo ruolo, Coke colpì James proprio muovendosi contro Bacon, che fu trovato colpevole di corruzione e per questo condannato.
Spogliato del suo potere e della sua influenza, Bacon fu costretto a ritirarsi a vita privata e a dedicarsi esclusivamente agli studi scientifici, nei quali trovò, infine, quella gloria e quella fama che aveva sempre ricercato nell’arena pubblica. Morì nel 1626 per una polmonite che – secondo alcuni – aveva contratto mentre studiava gli effetti del congelamento sulla carne.
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