Vogliamo condividere anche noi, a modo nostro, un piccolo ricordo di Raffaella Carrà, pescando una vecchia ordinanza della Pretura di Roma del 1976 che riguardò una sua canzone. Un caso davvero curiosissimo.
Quell’anno, Raffaella conduceva la trasmissione “Gran Varietà” in onda la domenica mattina alle 9.30. Tra le sigle della trasmissione vi era un brano della stessa Carrà, scritta da Boncompagni, dal titolo “5353456” (qui il video con Enzo Paolo Turchi)
Il testo era piuttosto eloquente, diceva proprio “5353456, il telefono è qui ma non squilla mai, eppure tu il numero lo sai, allora io te lo ripeterò” etc. etc. etc. con un martellante cinque-tre-cinque-tre-quattro-cinque-sei, nel tipico stile della Carrà.
Risultato? Be’, ovvio: tutta Italia si era messa a comporre quel numero pensando di parlare con la Carrà. Anzi in realtà componevano il 535345 (senza il 6 finale, che risultava di troppo).
Peccato che dall’altro capo del telefono non c’era la soubrette, ma la signora Anna Del Moro, vedova Regini che viveva con i figli Marco, Cristiana e Paolo che passavano intere giornate a dire “No, non è la Carrà!”.
I malcapitati, estenuati dalle continue telefonate, non trovarono altra soluzione se non quella di… fare causa alla Carrà, alla Rai e alla casa discografica CBS e agli autori della canzone. E così fecero. Sulla azione cautelare si pronunciò la Pretura di Roma, l’8 marzo 1976. Ecco come è descritto il fatto.
Con ricorso ex art. 700 cod. proc. civ. presentato al Pretore di Roma, Del Moro Anna ved. Regini, in proprio e nell’interesse del figlio minore Regini Marco, Regini Cristina e Regini Paolo, premesso di essere abbonati alla S.i.p. e di aver installato nel loro appartamento l’apparecchio telefonico contraddistinto con il n. 535345, hanno esposto che l’attrice cantante Raffaella Pelloni, in arte Raffaella Carrà, ha inciso un disco presso la casa discografica CBS con sede in Milano, disco trasmesso dalla R.a.i. – Radiotelevisione italiana nel programma delle ore 9,30 della domenica mattina, intitolato “Gran Varietà”, in cui si cita il numero telefonico 5353456.
Hanno proseguito i ricorrenti deducendo che a seguito di tale diffusione del disco molte persone formano il numero in questione e conseguentemente fanno squillare il telefono installato in casa loro a tutte le ore del giorno ed anche di notte, cosi turbando la pace, la tranquillità e l’ordine della famiglia Regini con richieste di colloquio con la Carrà ed anche con espressioni « addirittura volgari » da chi non si accontenta di sentirsi rispondere che la predetta cantante non dispone di quel numero
Per questi motivi i ricorrenti avevano sostanzialmente chiesto il ritiro dal mercato del disco e l’inibitoria alla Carrà a cantare pubblicamente quella canzone. Mica poco.
Tra le difese degli autori del brano e della casa discografica alcune teorie interessanti, come quella secondo cui e i ricorrenti non sarebbero stati
titolari di alcuna posizione soggettiva, non essendo configurabile un diritto dell’utente sul numero telefonico assegnatogli, neppure come di ritto relativo nei confronti della società telefonica che tale numero può cambiare o attribuire ad altri.
Ad avviso del pretore però si trattava di una tesi semplicistica, dato che nel caso emergevano e venivano identificati o altri e ben più personali e primari diritti:
trattasi di interessi che, seppure non si vogliano ricomprendere nell’ampia e generica, ma anche contestata, nozione del la riservatezza, si qualificano tuttavia come diritto alla tranquillità personale e del proprio domicilio (quale aspetto della più ampia figura del diritto alla libertà delle proprie azioni) nonché, con riferimento al contenuto ingiurioso delle comunicazioni telefoniche, come diritto all’onore.
Fa piuttosto impressione che fosse stato persino contestata la esistenza del diritto alla riservatezza. Ma la difesa aveva anche sostenuto che non ci sarebbe stato alcun nesso di casualità tra il numero della canzone e quello della povera famiglia, ma che la colpa era solo degli spettatori che credevano che quel numero fosse della Carrà, una scelta del tutto autonoma, non indotta (ma quando mai…) dalla canzone e che a quel punto “per i loro riprovevoli fini avrebbero potuto sceglierne altri formati dai numeri del lotto estratti durante la settimana”.
Si erano tuttavia offerti di fare pubblicità del fatto che il numero non fosse quello della Carrà, ma si trattava secondo il giudice di una verità a cui solo gli sprovveduti avrebbero potuto credere, e che non avrebbe certo impedito ai malintenzionati di comporre quel numero come in realtà la canzone invitava a fare.
Altro rimedio proposto dalla difesa era che i Regini cambiassero numero, ma anche quello fu ritenuto una soluzione forse anche peggiore della precedente, essendo “e l’assurdo, in un grave danno alla loro vita di relazione, a sua volta irreparabile, conseguente all’impossibilità di veder pubblicato il nuovo numero telefonico assegnato per il non breve periodo di tempo fino all’edizione dei prossimi elenchi degli abbonati.” (eh sì, c’erano ancora gli elenchi degli abbonati…).
In conclusione, la Pretura accolse la domanda e inibì l’ulteriore diffusione della canzone disponendo il sequestro di tutte le incisioni (dischi, musicassette, stereo8,etc.).
Il provvedimento fu eseguito e la canzone, magicamente, diventò 0303456 e ci scommettiamo che prima di inciderla avevano provato a comporre il numero per assicurarsi che non fosse di nessuno. Il video?
eccolo qua (ah sì, è lo stesso di prima con solo l’audio diverso…)