Giuseppe Garibaldi fu amato da molte donne.
Ma la figura femminile passata alla storia come la leggendaria compagna del generale è certamente Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, o Anita come la chiamava lui.
Quella di Anita e Giuseppe Garibaldi è una storia d’amore fantastica. Leggenda vuole che Garibaldì la scorse da lontano con il cannocchiale nel luglio del 1839, mentre con la sua nave stava per attraccare a Laguna, in Brasile, dove, in esilio per la condanna a morte per i moti del 1834, stava combattendo tra le fazioni repubblicane contro l’impero “brasiliano”. Se ne innamorò all’istante, prima ancora di scoprire che oltre a essere “alta, col volto ovale, i grandi occhi neri e i seni prosperosi” era anche una donna dal carattere combattivo, orgoglioso, forte, pronta alla battaglia e abile cavallerizza: perfetta per il generale.
Si sposarono il 26 marzo 1842 a Montevideo. Anita ha 21 anni, il generale 35. Vissero insieme poco più che dieci anni. Anita muore infatti il 4 agosto del 1849, dopo una vita straordinaria, mentre in preda alle febbri malariche sta puntando con il marito alla volta di Venezia.
Dopo la morte di Anita e il fallimento dei moti della fine degli anni ’40, Garibaldi ripartì ancora alla volta di Gibilterra, poi Liverpool e infine New York, dove lavorò con Antonio Meucci, l’inventore del telefono. Ripartì ancora per il Sud America, e poi ancora Cina, Australia e di nuovo Stati Uniti. Solo nel 1854 rientra in Europa e poi in Italia, dove è protagonista della seconda guerra di indipendenza.
Giunto nella (non ancora per molto) austriaca Lombardia, il 1° giugno 1859 incontra a Robarello (credo un piccolo comune, oggi non più esistente con questo toponimo, nei pressi di Varese) una nuova donna.
Si tratta di Giuseppina Raimondi, ha appena diciott’anni ed è figlia naturale (riconosciuta ma non legittimata) del marchese Giorgio Raimondi Mentica Odescalchi. Garibaldi ha perso Anita da dieci anni, ma nel frattempo ha amato altre donne, avuto figli e chiesto invano la mano della scrittrice Elpis Melena.
Garibaldi si innamora di Giuseppina con la quale inizia un carteggio appassionato al quale la ragazza rispondeva con fredezza, rifiutando le avances del generale, salvo poi improvvisamente accettare di sposarlo.
È il secondo matrimonio di Garibaldi. Si celebra a Fino Mornasco, in provincia di Como, il 24 gennaio 1860, nell’anno della spedizione dei mille. Milano e la Lombardia sono da poco state annesse al Piemonte.
Poco dopo il matrimonio (alcuni dicono addirittura appena un’ora..), Garibaldi fu informato del fatto la Raimondi aveva a lungo intrattenuto una relazione con l’ufficiale Luigi Caroli, dal quale aveva avuto anche un bambino un paio di anni prima che però non sopravvisse al parto. A dare la ferale notizia fu il maggiore Rovelli, a sua volta già amante della ragazza, invidioso del fatto che ella gli aveva preferito prima Caroli e poi Garibaldi.
L’eroe dei due mondi, nemmeno a dirlo, andò su tutte le furie: abbandonò su due piedi Giuseppina, e non volle mai più rivederla.
Di fatto i due rimasero sposati per vent’anni, il doppio del tempo che Garibaldi visse a fianco di Anita. Ironia della sorte, non c’era verso di annullare quel matrimonio. Non esisteva il divorzio e la legge austriaca vigente all’epoca della celebrazione in quanto non ancora sostituita da quella italiana che sarebbe stata di là da venire, era molto severa.
Nel 1879 Garibaldi, assistito da Pasquale Stanislao Mancini, chiese l’annullamento del matrimonio al Tribunale di Roma, anche d’accordo con la Raimondi che aderì alla domanda. Il Tribunale respinse la richiesta e i due coniugi impugnarono la sentenza alla Corte d’Appello di Roma che con la sentenza sotto riportata il 14 gennaio 1880, affrontando il rapporto tra la legge austriaca, il diritto italiano e il diritto canonico, dichiarò nullo il matrimonio, perchè rato e non consumato.
Grazie a questa storica sentenza, il generale poté sposare pochi giorni dopo, e appena due anni prima di morire, la donna con cui viveva già da tempo e dalla quale aveva avuto tre figli: Francesca Armosino, l’ultima moglie del generale.
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