Prima di ogni elezione, i sondaggi dipingono gli orientamenti della popolazione: ma quanto si rivelano vicini, poi, ai risultati reali? Abbiamo analizzato i sondaggi delle più recenti elezioni politiche, dal 2008 al 2018, e li abbiamo messi a confronto con i risultati per capire quanto “ci hanno preso”.
Vox populi, vox Dei… ma vale anche per sondaggi ed elezioni politiche?
Come sapete, nei quindici giorni precedenti la data della votazione e fino alla chiusura delle operazioni di voto, è vietato diffondere sondaggi sugli orientamenti politici e di voto degli elettori (L. 22 febbraio 2000, n. 28, art. 8 co. 1). Quest’anno, dunque, allo scoccare della mezzanotte del 10 settembre 2022, si è fermato tutto.
Durante questa fase di silenzio, ci siamo chiesti: ma poi questi sondaggi quanto si avvicinano ai risultati reali?
I sondaggi sono una componente fondamentale per i partiti non solo in tempo di elezioni, ma nel corso della loro intera esistenza: leader di partito, alleanze, coalizioni e persino programmi elettorali si basano sull’oscillazione del gradimento verso le forze in gioco.
A ogni tornata elettorale, i migliori analisti (ma anche i pivelli improvvisati) fanno a gara per pubblicare le previsioni più attendibili stando ai sondaggi condotti sulla popolazione.
Abbiamo perciò preso i sondaggi delle fonti più autorevoli, dal 2008 al 2018, scegliendo i partiti principali, e li abbiamo confrontati con i relativi risultati delle elezioni politiche alla Camera dei deputati, che fa da campione anche per il Senato.
Gli italiani sono passionali e inclini al cambiamento, ma solo perché “tutto rimanga com’è“. Perciò, tanto più saranno accurate le stime e i dati, tanto più distanti dai risultati ballerini post urne. Lo vediamo in alcuni casi particolari.
Partendo dal 2003, il Partito Democratico viene sottovalutato di quasi 5 punti nei sondaggi, mentre PDL e Lega sono maggiorati di circa 1.5 punti l’uno. L’UDC sembra rispettare i piani dei sondaggi sia nel 2008 che nel 2013: possiamo dunque dedurre che sia più facile prevedere l’andamento dei partiti più piccoli?
Nel 2013 e 2018, ecco che il PD cambia rotta e viene sopravvalutato di 6 e poi 5 punti. Naturale, c’è chi ha commentato, viste le turbolente correnti che si sono divorate a vicenda in battaglie intestine, ignorando il focus necessario sugli elettori. Premiata invece la Lega dal cambio di rotta verso una comunicazione più intensa e captiva del popolo, infatti rispecchia i sondaggi nel 2013 ed eccede di ben 4 punti nella tornata successiva.
Il partito del buon Silvio si difende rispettando bene o male i sondaggi, ma d’altronde gli statisti di Arcore saranno ben addestrati a captare i desideri dei fidi elettori… E poi ci restano Fratelli d’Italia, che avendo fatto scuola in Forza Italia sa come difendere le proprie quote, e il Movimento Cinque Stelle. Ma già è difficile prevedere quale corrente dei pentastellati si scaglierà contro l’altra di giorno in giorno, figurarsi captare l’umore degli elettori!
Abbiamo poi un primato da stabilire! Lo confermiamo: il partito più “imprevedibile” è il PD, che oscilla e sfugge con la sua pesante pelle umidiccia, ansante, dalle grinfie degli statisti, più incerti i risultati rispetto alle altre forze politiche.
Ma quali sono le previsioni per questo 25 settembre? L’istituto IPSOS – istituto di sondaggi fondato nel 1975 – ha pubblicato di recente i sondaggi aggiornati al 30 agosto 2022.
In testa vediamo Fratelli d’Italia, che potrebbe produrre la prima premier donna in Italia: un bel traguardo per un partito che nel 2018 raccoglieva il 4% dei voti… tutto merito di un buon team comunicazione? Ma Meloni dovrà vedersela con Letta, che trova il PD alla sua ormai solita soglia del 20%, numero più, numero meno, mentre gli ex membri del governo giallo-verde si fronteggiano testa a testa con il 13,4%.
Infine, sembra proprio che gli allievi abbiano superato il maestro: Forza Italia non mantiene la leadership del centro(?)-destra, eppure i discorsi del cavaliere e dei suoi fidi, primo inter pares Tajani, continuano a vertere su Forza Italia quale partito moderato e liberare d’ispirazione centrista. Fatto sta che scende sotto la soglia del 10% come mai era successo nella storia del partito.
E infine un quesito: la coppia Renzi-Calenda supererà il 6% previsto dal sondaggio? Gli italiani hanno sete d’Europa? Al momento, sembra di no: ItalExit conta l’1% in più di +Europa. Chissà che un’altra mossa di Putin non possa ribaltare le carte in tavola…
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