4 Giugno 1814 – Luigi XVIII “concede” la Costituzione
Il 4 giugno del 1814 Luigi XVIII, fratello del decapitato Luigi XVI, concede la Carta francese del 1814, che ricomprende in sé la sintesi tra i precetti tipici dell’assolutismo monarchico e del parlamentarismo rappresentativo. Il testo di concessione regia, attraverso i suoi postulati, tende a garantire un equilibrato compromesso tra le prerogative monarchiche e il processo di parlamentarizzazione delle istituzioni statuali avviato in quegli anni.
Questa costituzione ottriata (dal francese octroyée: ossia di regia concessione) inaugura l’epoca del costituzionalismo liberale, tipico delle “monarchie limitate” che divennero il modello politico di più diffusa applicazione nell’Europa del 1800. La crisi dell’Impero napoleonico e la conseguente restaurazione dei Borbone è lo scenario storico in cui si dipana l’esigenza di affidare il progetto costituzionale a
“Uomini savi, scelti nei primi corpi dello Stato [che] si sono riuniti a dei commissari del nostro consiglio per lavorare a questa importante opera.
La Carta presenta una struttura bipartita in due sezioni.
La prima è un Preambolo formulato come discorso regio in cui si contemplano i “grandi obblighi” che “la Divina Provvidenza”, nel restaurare la maestà dell’Ancien régime dopo una lunga assenza, impone ai francesi, che
“Sicuri delle nostre intenzioni, forti della nostra coscienza, c’impegnamo, davanti all’Assemblea che ci ascolta, ad essere fedeli a questa Carta costituzionale, riservandoci di giurarne il mantenimento, con una nuova solennità, davanti agli altari di Colui che nella medesima bilancia pesa i re e le nazioni.”
Tra i presupposti che ispirano la sua promulgazione si ricomprendono anche gli auspici di pace, la consapevolezza istruita dall’esperienza, nonché la sicurezza
“che solo l’autorità suprema può dare agli istituti da essa stabiliti la forza, la permanenza e la maestà di cui essa stessa è rivestita; che quindi, quando la saggezza dei Re si accorda liberamente col voto dei popoli”.
Nel Preambolo si afferma altresì il riconoscimento secondo cui
“una Costituzione libera e monarchica doveva soddisfare l’attesa dell’Europa illuminata, abbiamo dovuto pure ricordarci essere nostro primo dovere verso i nostri popoli di conservare, per il loro interesse, i diritti e le prerogative della nostra Corona”.
La seconda sezione è invece il complesso articolato che definisce i diritti dei francesi, già riconosciuti “eguali davanti alla legge, quali che siano i loro titoli e il loro rango”, considerato che gli stessi “contribuiscono indistintamente, in proporzione dei loro beni, ai carichi dello Stato”.
Gli articoli restanti della seconda sezione sono rivolti alla disciplina, le forme di governo e la distribuzione di poteri e competenze tra Re, Parlamento, nobiltà, clero e esercito.