Nato sul finire del XIII secolo da nobile famiglia di Rosciate, in provincia di Bergamo, Alberico era figlio d’arte. Nella sua famiglia diversi erano infatti i giuristi, in particolare il padre, Tassio Rosciati, console, giudice e membro del consiglio degli anziani della città già nel 1282, circa otto anni prima la nascita del figlio.
All’Università di Padova Alberico si laureò in diritto civile e canonico. Seguirono il dottorato e la cattedra.
Attento commentatore del Digesto e del Codice giustinianeo, Alberico da Rosciate, “summus praticus”, compilò anche un Dictiorarium iuris.
Celebri furono però le sue Quaestiones statutorum, rimaste punto di riferimento nello studio del diritto statutario. Qui, questioni di legislazione statutaria, ordinamenti e statuti trovavano terreno fertile di discussione e soluzione, al fine di mettere ordine alla “dottrina degli statuti”, materia al tempo estremamente reale e viva.
Nel 1328 circa tornò a Bergamo, dove lavorò allo Statuto cittadino.
Il suo nome è però legato in particolare ad Avignone, alla cui corte pontificia venne inviato nel 1335, 1337 e 1340, quando dovette intercedere, ed ebbe successo, presso il Papa Benedetto XII per cercare di revocare la scomunica lanciata nel 1329 sulla città di Bergamo, rea di essersi schierata a favore dell’Antipapa Niccolò V.
Le notizie su Alberico da Rosciate cominciano ad affievolirsi intorno al 1350, anno in cui fece un pellegrinaggio a Roma con la famiglia, a seguito del quale si ritirò a vita privata.
Morì il 14 settembre del 1354, secondo alcuni, del 1360 secondo altri.