28 Maggio 1974 – Strage di piazza della Loggia
Il 28 maggio 1974 si tenne a Brescia, in Piazza della Loggia, una manifestazione organizzata dai sindacati e dal Comitato Antifascista, per protestare contro la dilagante violenza di matrice fascista che aveva ripetutamente colpito negli ultimi due anni la città e i dintorni. Centinaia di persone scesero in piazza nonostante la pioggia, nonostante la paura collettiva determinata dai sempre più frequenti episodi terroristici. Purtroppo, alle 10:12 la paura si concretizzò. Una bomba con 700 grammi di esplosivo da cava scoppiò in un cestino dei rifiuti, costringendo con la sua forza gli astanti al suolo. Tra di loro, in 8 persero la vita, mentre 102 rimasero feriti. In una foto scattata subito dopo l’esplosione, nel fuggi fuggi di gente si riescono ancora a leggere i cartelloni branditi dai manifestanti, inneggiano alla libertà e alla democrazia.
La vicenda giudiziaria che seguì all’attentato si trascinò per molti anni. Il primo condannato arrivò in realtà già nel 1979: il neofascista Ermanno Buzzi, che però morì strangolato da due altri detenuti in attesa dell’appello. Questi fu assolto in appello assieme agli altri imputati. Si susseguirono poi ulteriori inchieste, i cui conseguenti processi si conclusero tutti con assoluzioni per insufficienza di prove. Fino al 2014, quando la Cassazione annullò due delle assoluzioni con cui si era conclusa la terza e ultima inchiesta, in quanto “ingiustificabili e superficiali” alla luce della gravità indiziaria raccolta. Si ricelebrò dunque il processo d’appello a carico di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, che furono in questa occasione condannati all’ergastolo, tra le lacrime dei superstiti e dei parenti, e la gioia dell’ex pm di Brescia Di Martino, che commentò: “è una vittoria morale che compensa tanti anni di frustrazioni”.