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29 Maggio 2005 – I Francesi bocciano la Costituzione europea

Il 29 maggio 2005 la vittoria del non al referendum francese sulla costituzione europea determinò il fallimento di questo ambizioso passo verso una ever closer Union. Solo nell’ottobre del 2004, gli allora 25 Stati Membri si erano incontrati a Roma per firmare il trattato che avrebbe introdotto la costituzione. Le immagini dei leader europei allineati lungo le pareti affrescate della Sala degli Orazi e Curiazi del Palazzo dei Conservatori fecero il giro dei media europei, quasi come se l’entrata in vigore della carta fosse una realtà data già per certa. La Repubblica del 6 giugno 2016, ricordando gli eventi del 2004/5, ha definito la trasmissione in diretta della cerimonia di firma “la più clamorosa bufala nella storia dell’Eurovisione”.

Il progetto di trattato costituzionale dell’UE era stato predisposto dalla Convenzione sul Futuro dell’Europa, istituita nel 2001 con la Dichiarazione di Laeken. Il “Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa”, dunque la Costituzione Europea, avrebbe conferito all’Unione maggiori poteri, intervenendo anche sulla sua struttura istituzionale per renderla idonea a un funzionamento più fluido ed efficace.

Il presidente francese Jacques Chirac era libero di scegliere tra la via parlamentare e quella del referendum popolare per ratificare il trattato firmato. Optò per la seconda opzione, temendo che la ratifica potesse altrimenti costargli una “sanzione politica”, pur consapevole di esporsi all’imprevedibilità che caratterizzava i referendum a sfondo europeo nel Paese (come dimostrarono quello sull’adesione della Gran Bretagna nel 1972 e sul Trattato di Maastricht nel 1992). Questo referendum non si sottrasse alla regola, rimanendo incerta fino all’ultimo quale sarebbe stata la preferenza dei francesi, complice la mancata connotazione partitica del dibattito e la complessità del testo del trattato.

A differenza di quello che avvenne in Spagna e in Olanda, dove la campagna per il referendum fu atona, i francesi si prepararono al voto con il consueto fervore che li contraddistingue in politica. Le vendite di libri di diritto costituzionale esplosero, i dibattiti in TV facevano grande audience. La partecipazione al voto fu altissima, pari al 70%. Prevalse infine il no, con il 54,7% dei voti. Arrivò poi anche la bocciatura di Olanda, Gran Bretagna, Polonia e Danimarca. Alcuni fanno risalire a questo momento storico il palesarsi di quei movimenti populisti e sovranisti che oggi minacciano la tenuta dell’Unione in Europa. Il Consiglio europeo decise infine nel giugno del 2007 di abbandonare il progetto del Trattato-Costituzione.

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