1 Luglio 1968 – Il trattato di non proliferazione nucleare
Il Trattato di non proliferazione nucleare (“TNP” o, all’inglese, “NPT”) è l’unico strumento internazionale in materia di disarmo e non-proliferazione nucleari.
È stato sottoscritto l’1 luglio del 1968 da 3 Stati nucleari dichiarati, USA, URSS e Gran Bretagna, e 59 Stati non nucleari. Oggi sono 190 gli Stati che hanno aderito al trattato, che vanta quindi il numero più alto di firmatari tra i trattati sul controllo delle armi. Gli unici a non aver firmato sono India, Israele, Sudan del Sud e Pakistan, mentre la Corea del Nord, che si era unita al TNP nel 1985, ne è uscita nel 2003.
Il trattato è entrato in vigore nel 1970 per una durata iniziale di 25 anni, per poi essere esteso a tempo indeterminato nel 1995. Si basa su tre pilastri: disarmo, non-proliferazione e usi pacifici dell’energia nucleare. L’accordo consiste infatti nell’impegno, da parte dei Paesi firmatari che non dispongono di testate nucleari, di non dotarsene, e di quelli che ne dispongono di non trasferirle all’estero, se non a scopo pacifico – e in quest’ultimo caso, il trasferimento deve avvenire sotto il controllo dell’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica).
Un patto iniquo, se ci si pensa, che consente agli Stati nucleari di rimanere tali, nonostante il proposito di accordarsi su misure di disarmo, mentre gli Stati sprovvisti di armi nucleari rinunciano una volta per tutte a mettersi al pari. Tale squilibrio è stato in parte controbilanciato dalla possibilità per questi ultimi di farsi assistere dai firmatari nucleari nello sviluppo di tecnologie nucleari a fini pacifici, ed è in generale accettato in virtù della condivisa (almeno sulla carta) risoluzione di non alimentare il bacino di armi di distruzione di massa disponibile sulla Terra.
Dal 1995, ogni 5 anni gli Stati Parte si riuniscono all’interno delle Conferenze di Riesame per verificare lo stato di attuazione del TNP ed elaborare raccomandazioni per il futuro. L’ultima conferenza risale al 2015 ed è stata considerata per lo più fallimentare per la mancata adozione di un documento finale consensuale a causa del disaccordo sulla zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente. Sono in corso i lavori di preparazione per la Conferenza successiva, che avrà luogo al più tardi a inizio 2021.