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14 Maggio 1955 – Firmato il Patto di Varsavia

Il 14 maggio 1955 venne firmato il Patto di Varsavia tra Unione Sovietica, Ungheria, Romania, Polonia, Germania dell’Est, Cecoslovacchia, Bulgaria, Albania. Il nome esteso del patto era “Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza” e di fatto venne concepito come l’antitesi della NATO, dalla quale l’URSS era stata rifiutata, e nella quale, non a caso, la Germania dell’Ovest era entrata solo una settimana prima.

Gli scopi perseguiti dall’alleanza erano sulla carta l’integrazione militare, la collaborazione politica e l’impegno alla difesa reciproca in caso di aggressione, ma il vero e non dissimulato obiettivo dell’URSS era rafforzare il controllo politico sui cosiddetti “Stati satelliti” dell’est Europa, con i quali aveva già stretto accordi bilaterali. Il Patto avrebbe dovuto assicurare un’immagine di accordo ed omogeneità tra i Paesi del blocco sovietico, ottemperando, così, anche alla “dottrina Brežnev”, secondo la quale «quando forze ostili al socialismo cercano di deviare lo sviluppo dei paesi socialisti verso il capitalismo, questo diventa un problema, non solo della nazione interessata, ma un problema comune a tutti gli Stati socialisti».

La dottrina Brežnev venne sostituita ad opera di Gorbačëv nell’88 dalla “dottrina Sinatra”, dalla canzone di Frank Sinatra “My way”, perché consentiva finalmente agli stati del blocco di fare a modo loro. Questo sancì lo svuotamento di significato del Patto di Varsavia, che però si sciolse formalmente solo nel 1991.

Il più eclatante segno che la Guerra Fredda era finita era arrivato già nell’89 con la distruzione di quel muro che, nel ‘61, aveva dato una forma fisica alla metaforica cortina di ferro che dalla fine della Seconda guerra mondiale aveva diviso Berlino e il mondo in due.

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