Alla fine degli anni ’90 la presidenza statunitense era sulla bocca di tutti. Non per le vicende attorno a questioni strettamente legate alla gestione degli affari politici e neanche per quanto riguarda la gestione della situazione internazionale, specie con una patata bollente dei Balcani. Lo scandalo che coinvolse il quarantaduesimo presidente Bill Clinton fu quello delle accuse per impeachment.
Clinton non fu il primo presidente a stelle e strisce messo in stato d’accusa per considerate illecite durante l’esercizio delle proprie funzioni pubbliche. Anche Andrew Johnson, il terzo presidente e il più famoso fu senza dubbio quello di Richard Nixon (nello scandalo Watergate). Il procedimento fu avviato sull’accusa di aver mentito a riguardo di una sua presunta relazione con la stagista Monica Lewinsky (allora ventitreenne) durante una deposizione sotto giuramento nel processo su Paula Jones, la quale aveva denunciato Clinton di molesti sessuali. Queste accuse erano datate 1994, quando Clinton era ancora governatore dell’Arkansas. La Jones sostenne di essere stata vittima di molestie da parte dell’allora governatore nel 1991. Dal canto suo, Clinton respinse ogni accusa e fu assolto per mancanza di prove di tali molestie. Durante le audizioni del processo gli avvocati di Paula Jones portarono in aula sia il presidente che le sue più strette collaboratrici (tra cui proprio la Lewinsky). Ed è qui che Clinton negò, sotto giuramento, di avere avuto relazione di ogni tipo (al di fuori dell’ambito lavorativo) con l’allora stagista.
Il tutto cominciò con l’assunzione della Lewinsky nel 1995 come stagista alla Casa Bianca. Durante il suo stage la ragazza ebbe modo di conoscere di persona il presidente e, da come si scoprirà in seguito, di approfondire tale conoscenza. L’anno dopo viene trasferita al Pentagono per decisione di Evelyn Lieberman, la quale affermerà di averlo fatto per i comportamenti poco maturi e consoni della ragazza sul luogo di lavoro. Proprio al Pentagono Monica Lewinsky conosce e inizia a lavorare con Linda Tripp, alla quale, nel corso dei mesi, rivelerà di avere avuto una relazione con il presidente Bill Clinton. Nel corso dei mesi la Tripp contatta dei giornalisti di Newsweek dicendo loro di essere in possesso di registrazioni, dove la ex stagista parla di questa conoscenza approfondita con Bill Clinton.
Il repubblicano Kenneth Starr comincia a raccogliere le deposizioni di tutti i dipendenti della Casa Bianca per metterle a confronto. Nel frattempo, il presidente desiste e continua a negare, mentre Monica Lewinsky cerca un accordo per l’immunità per sé e la sua famiglia, la quale verrà concessa. Alla fine di Luglio, quindi, a Kenneth Starr va una piena confessione. Il 29 luglio Bill Clinton annuncia che testimonierà di sua volontà. Il 17 agosto il quarantaduesimo presidente statunitense diventa il primo a deporre davanti ad una giuria che indaga sulla sua condotta, successivamente tale deposizione apparirà anche in televisione. Clinton afferma che la deposizione precedentemente fatta, in gennaio, era legalmente corretta, ma riconosce di non essere stato preciso. Ammette le relazioni inappropriate con la Lewinsky, ma rivendica al contempo di non avere mai costretto nessuno a mentire.
La mossa dei repubblicani alla Camera non si fece attendere, avviarono le pratiche per l’impeachment. Di fatto, la legge statunitense permette di rimuovere il presidente in caso di corruzione, tradimento o di crimini molto gravi. Alla fine, l’8 ottobre del 1998 la Camera, a maggioranza repubblicana, vota per autorizzare l’impeachment di Bill Clinton. Il 7 gennaio comincia ufficialmente il processo al Senato, dove i repubblicani, ancora una volta hanno la maggioranza con 55 voti, ma non hanno i 67 voti per rimuovere il presidente dal suo incarico alla Casa Bianca.