26 Maggio 1831 – Muore Ciro Menotti
Patriota italiano originario di Carpi e nato in una famiglia di commercianti nel 1798, Ciro Menotti, dopo essersi trasferito a Modena, si assolda nella milizia urbana all’alba della Restaurazione. Abbandona gli studi dopo il Ginnasio per dedicarsi al commercio di seta, acquavite e truciolo.
Nel 1821 si unisce alla carboneria italiana, opponendosi alla dominazione austriaca e aspirando al progetto di unificazione italiana. In quegli anni Modena è sotto il governo dell’arciduca d’Austria Francesco IV d’Asburgo-Este, uomo con mire espansionistiche, pur palesandosi favorevole ai moti risorgimentali in tumulto in quegli anni.
Menotti e la compagine di rivoluzionari tentano di persuadere il Duca di Modena ad appoggiare la cospirazione che i carbonari hanno organizzato al fine di sovvertire gli assetti politici del tempo, prospettandogli il trono di un possibile regno di Italia. Il progetto è pianificato con l’appoggio di Enrico Misley che coordina le operazioni sul piano estero.
L’arciduca tradisce le intese, beneficiando del supporto della Santa Alleanza, reprimendo i moti risorgimentali ancor prima del nascere. Menotti viene catturato nella sua abitazione, condotto a Mantova e imprigionato per un mese prima di essere condannato a morte e giustiziato insieme a Vincenzo Borrelli. Per celebrare la sua memoria la Giovine Italia istituì una medaglia commemorativa.
In carcere scrive una lettera destinata ai suoi familiari in cui riporta lo struggimento per l’impegno profuso:
Non ti spaventi l’idea dell’immatura mia fine giacche Iddio mi accorda forza e coraggio sin qui d’incontrarla come la mercede del giusto; mi farà la grazia fino al fatal momento. […]
La delusione, che mi conduce a morire, farà aborrire per sempre gl’Italiani da ogni influenza straniera nei loro interessi, e li avvertirà a non fidarsi che nel soccorso del loro braccio.