16 giugno 1851 – Nasce Georg Jellinek

Professore straordinario a Vienna nel 1883 e ordinario a Basilea nel 1889, si trasferì l’anno seguente a Heidelberg, dove rimase fino alla morte.
Georg Jellinek fu un giurista tedesco vissuto tra il XIX e il XX secolo.
Si era formato tra Lipsia e Vienna, studiando filosofia, storia e diritto e dopo essere stato nell’amministrazione dell’Impero austriaco, divenne professore di diritto pubblico, diritto generale e diritto internazionale.
Fin dalle prime esperienze giovanili maturò una propria dottrina dello stato e del diritto, che sarebbe poi rimasta il filo conduttore del suo pensiero.
Insieme a Gerber e a Laband fu il massimo esponente del positivismo giuridico tedesco.
Come loro infatti concepiva lo Stato come un ente sovrano, dotato di personalità giuridica e fonte del diritto positivo, l’unico diritto possibile.
L’opera che ne decretò il successo fu il System der subjektiven öffentlichen Rechte (1892) nel quale non a caso è affrontato il problema della natura dei diritti pubblici soggettivi.
Jellinek però nel corso dei propri studi si interessò ad una varietà molto ampia di temi, che indagò come giurista, ma anche e soprattutto come storico del pensiero politico, un aspetto della sua personalità che la dottrina oggi riconosce essere stato poco valorizzato.
Una visione complessa la sua, dello stato, del diritto e della libertà, ricca di sfaccettature, certamente di matrice giuspositivistica, ma caratterizzata anche da sfumature di stampo più liberale. A differenza di Gerber e Laband infatti, Jellinek non si limitò mai solo a ribadire i concetti principali delle teorie giuspositivistiche, ma cercò sempre anche di avere una visione critica dello stato, proprio come farebbe uno storico.
Convinto infatti del fatto che
“L’indagine storica delle idee politiche non è solo di grandissimo interesse per gli studiosi ma anche per chi partecipa alla vita dello Stato”,
Jellinek dalla storia non distolse mai lo sguardo, affrontando ogni tema e dibattito in un’ottica prettamente politica, sia nel senso di politica di partiti che in quello di più ampio respiro di teoria politica dello stato.
